25. *Matias*- Voglio stare con te

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Steso nel letto, debole e dolorante, Matias aspettava l'arrivo degli amici.
Sentì il campanello di casa suonare e un istante dopo, Marco sbucò dalla porta aperta della sua stanza

"Hei, sei solo?" chiese, accomodandosi meglio sul letto
"Credevo che fossero già arrivati gli altri" disse Marco, in imbarazzo.
Rimase fermo, nel centro della stanza.
Matias, tra smorfie di dolore, provò ad alzarsi
"Cosa fai? Non alzarti..." si avvicinò Marco
"Allora vieni giù tu" rispose, agguandandolo per il braccio e tirandolo.
Non appena furono seduti uno affianco all'altro, Matias lo abbracciò
"Scusami per quello che ho combinato e grazie per non avermi abbandonato. Non mi sarei mai perdonato se ti avessi perso come amico" disse.

Marco ricambiò l'abbraccio "Non avrai creduto davvero che ti saresti liberato di me così facilmente!" ribattè, facendolo ridere "Purtroppo per me, ti voglio troppo bene"
"Sono molto fortunato ad averti nella mia vita. Anche io ti voglio bene" confessò Matias.
Marco gli sorrise.

"Interrompiamo un momento romantico?" si annunciò Lorenzo, sbucando nella stanza con Stella e Laura al seguito.
Si sistemarono nella stanza, mentre Matias tornò a stendersi sul letto
"Stai un pò meglio oggi?" chiese Stella
"Giusto un pò. Mi stanco facilmente, sono molto debole" rispose
"Recupererai in fretta. Torni a scuola domani?" si informò Lorenzo
"No, mi prendo un altro giorno" rispose, prendendo il cellulare.

Aprì di nuovo la chat con Simone.
In quei pochi giorni in cui erano stati lontani gli aveva scritto ma lui, anche se aveva letto, non aveva mai risposto.
Non che se lo aspettasse.
Aveva tutte le ragioni del mondo per ignorarlo, ma lui aveva continuato a scrivergli, informandolo sulle sue giornate: quando il dottore era passato a visitarlo e cosa gli aveva detto; descrivendo la buffa infermiera che si prendeva cura di lui; raccontandogli le storie assurde che il suo vicino di letto, un dolce nonnino, gli riferiva; lamentandosi del cibo senza sapore e altre cose stupide.

"Cosa hai intenzione di fare adesso?" chiese Laura.
Sapeva che gli amici lo stavano guardando e capì a cosa si riferisse l'amica con quella domanda
"Risolvere la questione. O almeno ci provo" rispose, il cuore appesantito dalla paura.

"Tu non ci devi solo provare, ci devi riuscire!" gli disse Marco, afferrandolo per il davanti del pigiama e tirandolo in su di peso.

☆☆

Quando gli amici andarono via, Matias decise che non doveva perdere altro tempo e anche se non era in forze, chiese a suo padre di accompagnarlo a casa di Simone.

"Sei preoccupato?" chiese suo padre
"Un bel pò, si. Non mi sono comportato molto bene con Simo. Non lo troverei strano se decidesse di non perdonarmi" si confidò.
Nel silenzio che seguì, Matias cercava di pensare a come iniziare il discorso.
E se non avesse voluto nemmeno ascoltarlo?
Si agitò sul sedile, cambiando posizione dolorosamente.

"Lui non voleva che te lo dicessimo ma... Simone, mentre tu eri in ospedale, ci ha aiutato molto, a me e tua madre" disse all'improvviso suo padre
"Che vuoi dire?"
"Non c'era nessuna baby sitter che aiutava Nina con i gemelli e non c'era solo Laura, come ti abbiamo detto. C'era Simone. I gemelli hanno chiesto che ci fosse lui e lui c'è stato" rivelò, gli occhi fissi sulla strada "Li ha portati ovunque, anche a casa sua e ha parlato molto con Nina. Anche Laura e tutti gli altri sono venuti spesso, ma Simo c'è stato sempre. La prima notte che sei stato in ospedale ha dormito con i tuoi fratelli" raccontò
"Ok. Va bene. Grazie per avermelo detto" disse e gli scappò un sorriso.
Una piccola scintilla di speranza brillò nel suo cuore.
Non voleva dire niente, ma poteva voler dire tutto.

Mandò via suo padre. Se sarebbe finita bene, sarebbe tornato a casa con Simone.

Armandosi di fiducia, bussò alla porta.
Dominik apri "Matias! Che sorpresa! vieni" lo accolse con calore.
Claudia e Manuel erano in cucina. Lei lo abbracciò, Manuel lo guardò male.

Promettilo alle StelleWhere stories live. Discover now