5. Compleanni

180 25 33
                                    


I giorni passavano lenti e tutti uguali: la scuola, gli amici, i compiti, il calcio, i messaggi e le chiamate con Stella e gli zii.

Sonia si riprendeva piano piano e senza particolari problemi, solo capitava che dimenticasse di aver detto una cosa e la diceva di nuovo oppure dimenticava ciò che le veniva detto o ancora non ricordava dove riponeva le cose.

Stella si mostrava sorridente e simpatica come sempre ma Lorenzo vedeva bene quanto fosse stanca e ogni sera, mentre parlavano al telefono, lei finiva sempre per addormentarsi, sfinita.

Comunque parlava poco e l'amico immaginava quanto fossero noiose, ripetitive e pesanti le sue giornate, così diverse dal solito e quindi parlava lui, più di quanto non facesse mai.

C'era però un argomento che non affrontavano.
Lorenzo non voleva chiedere ma ormai il tempo stava per scadere.

Stella lo videochiamò un pomeriggio, mentre era con gli amici al parco; dopo tanto c'era anche Laura con loro. Sicuro che quella fosse proprio quella chiamata, poggio' il cellulare sulla borsa dell'amica e rispose
"Hei!" salutò
"Ciao. Sei al parco?" chiese, notando lo sfondo
"Si"
"Ma sei solo?" indagò
"Si" ripeté, mentendo.

Aveva la sensazione che se le avesse detto di no, avrebbe rimandato e lui voleva che lo dicesse per togliersi il pensiero.
E poi, la presenza degli amici gli avrebbe dato conforto.
Vide gli amici, di fronte a lui,  guardarlo interrogativi e smisero di parlare tra loro.

"Dimmi" disse Lorenzo, muovendo le gambe, nervoso
"Loli... mi dispiace, ma non posso venire per il tuo compleanno" disse triste.

Ecco lo aveva detto.

"Lo so. Non mi aspettavo che venissi" disse lui.
Lo sapeva, si. Ma lo stesso sentì male al petto.

"Papà ha detto che posso se voglio, ma io non ce la faccio a lasciarlo solo con la mamma così. Perdonami" si scusò, mortificata
"Non devo perdonare niente, scema. Non preoccuparti" la consolo', cercando di sorridere
"Mi perderò la grande festa!" disse sconsolata, gli occhi lucidi
"Non farò una grande festa. Non mi va di..." cominciò, ma lei lo interruppe
"Come sarebbe? Loli non farmi incazzare! Festeggia normalmente, come mi avevi detto!" lo aggredì, cambiando espressione
"Non c'è niente di normale! Normalmente avresti dovuto esserci e la zia non avrebbe dovuto stare... come sta! Non c'è proprio un cazzo da festreggiare!" si arrabbio' lui, non riuscendo a trattenersi.

Stella si limitò a fissarlo poi disse "Bene! Mi costringi a farlo" si sistemò meglio sulla sedia.
Lorenzo non capi' fino a che lei non gli mostro' il mignolo.

"No! No, Sisi, non lo farò!" disse, scuotendo il capo.

Così non era giusto!

"Non puoi sottrarti, è la regola. Sbrigati!" ordinò.
E lui obbedi', mostrando il suo mignolo, controvoglia.

"Allora! Prometti che festeggerai come avevi programmato: gli invitati, la torta, il vestito, il DJ... tutto! E non provare a fregarmi Loli: voglio le foto della serata. balla e divertiti con i tuoi amici" disse, mentre le scappava una lacrima "Promettilo alle Stelle!" disse con un gran sorriso.

Lui non riuscì a ricambiare il sorriso ma disse "Prometto" in tono piatto
"Bene!" battè le mani una volta "Ora devo andare. La mamma mi aspetta per ... una cosa.. ciao!" menti' chiaramente e chiuse in fretta la chiamata senza nemmeno aspettare il suo saluto.

Lorenzo afferrò il cellulare e si alzò, sentendosi ribollire dentro.
Tutto questo non era giusto! E si sentiva uno schifo perché sapeva che la salute della zia veniva prima di uno stupido compleanno, perché sapeva che non era colpa sua quello che era capitato, perché lui avrebbe fatto lo stesso al posto dell'amica. Sapeva tutto quello che era giusto ma non riusciva a fare a meno di essere arrabbiato e triste e stanco di tutto questo.

Promettilo alle StelleTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang