Capitolo 12

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La prima gara di campionato si avvicina, e questo significa che trascorreremo gran parte del nostro tempo qui, nella palestra, piuttosto che a casa.

La palestra per noi ginnaste è come una seconda casa. 

È qui che condividiamo non solo le nostre fatiche e sacrifici, ma anche le nostre gioie e i nostri successi. È un ambiente in cui dobbiamo imparare a conoscerci a fondo, a comprendere le nostre compagne di squadra nel modo più completo possibile. 

Questa conoscenza reciproca è essenziale per creare un solido legame di supporto che ci permetta di compensare le eventuali mancanze individuali. Siamo consapevoli che la forza risiede nel gruppo, e quando una compagna ha una giornata difficile, ci impegniamo al massimo per farla sentire incoraggiata e farla entrare in sintonia con noi.
La parola "resistere" assume un ruolo di primaria importanza durante gli allenamenti. È da qui che costruiamo le fondamenta per affrontare le gare.

I giorni che precedono l'evento sono scanditi da una routine ben precisa, un insieme di rituali che ci preparano mentalmente e fisicamente per l'imminente sfida. Le nostre giornate iniziano presto, alle otto del mattino, e si estendono fino alle sei di sera.
Il riscaldamento è il primo passo della nostra routine. 

Attraverso una serie di esercizi specifici, prepariamo i nostri muscoli e le nostre articolazioni per l'allenamento intenso che ci attende. Dopo il riscaldamento, ci dedichiamo a sessioni di stretching mirate per aumentare la nostra flessibilità e prevenire eventuali infortuni. Successivamente, intraprendiamo una corsa leggera per stimolare la nostra resistenza cardiovascolare e per aumentare la nostra energia.

Una volta che abbiamo preparato il nostro corpo, ci concentriamo sugli elementi che presenteremo in gara. Esercizi che abbiamo ripetuto migliaia di volte diventano parte integrante della nostra routine quotidiana. Siamo coscienti che ogni dettaglio conta, quindi eseguiamo ogni movimento con cura e attenzione estreme. Ci spingiamo oltre i nostri limiti, ripetendo lo stesso elemento anche dieci volte di seguito, per garantire la massima precisione ed esecuzione impeccabile. Sappiamo che in questo sport abbiamo una sola opportunità di brillare, e pertanto non possiamo permetterci la minima imperfezione.

Le giornate che precedono la gara sono intense e gravose, ma anche ricche di eccitazione e aspettativa. Ogni ginnasta si prepara mentalmente, focalizzandosi sul proprio obiettivo e sulla perfezione che cerca di raggiungere. Ogni movimento, ogni respiro, ogni passo è ponderato e perfezionato. È un periodo di sfida e di crescita personale, in cui impariamo a gestire le nostre emozioni, a superare le nostre paure e ad affrontare le pressioni esterne.
In questo sport, abbiamo una sola possibilità di dimostrare la nostra abilità e il nostro impegno. 

Ogni volta che ci esibiamo, sappiamo di dover dare il massimo di noi stesse. La competizione è un'opportunità per mettere alla prova le nostre capacità e dimostrare tutto il lavoro svolto durante gli allenamenti.

È così che ci prepariamo per la gara, impegnandoci al massimo e affrontando ogni sfida con determinazione e coraggio. Ogni giorno, ogni allenamento, ogni momento è un passo avanti verso il nostro sogno di eccellenza.

Io e Nora siamo due persone completamente opposte, ma quando indossiamo i nostri completi da gara, sembriamo compensarci a vicenda in modo magico. Sono una specialista al corpo libero e al volteggio, mentre Nora eccelle alla trave e alle parallele asimmetriche. Siamo complementari nelle nostre abilità e insieme formiamo una squadra forte.

Entrambe siamo perfezioniste e testarde, sempre alla ricerca dell'eccellenza. 

Oggi, tuttavia, noto una strana quiete in Nora, diversa dal suo solito entusiasmo scatenato. Immagino che sia tesa per la gara imminente. Da un lato, apprezzo la sua concentrazione, ma dall'altro mi manca la sua solare energia che solitamente contagia tutto il gruppo. Sono consapevole che questo sia un momento di grande pressione per entrambe.

Prima di scendere dal pullman, Alessandro, il nostro allenatore, ci raduna per un ultimo confronto «Bene ragazze, siamo arrivati. Questa è la nostra occasione per dimostrare a tutti di cosa siamo capaci. Dopo le gare del campionato e quello che è accaduto l'ultima volta, gli occhi di tutti sono puntati su di noi». Pur senza menzionare esplicitamente il mio incidente, so che si riferisce a quello. Alessandro conosce i nostri talenti e le nostre personalità, e si aspetta il massimo impegno da ognuna di noi.

Mentre ci dirigiamo verso la palestra, un'ansia palpabile mi stringe lo stomaco. È come se stessi per scendere sulla pedana per la prima volta, con l'obbligo di eseguire al meglio e dimostrare il mio valore. 

A diciannove anni, mi sento quasi una veterana, consapevole che questa potrebbe essere la mia ultima occasione per brillare. Ho bisogno di riscattarmi e dimostrare a me stessa e agli altri che sono all'altezza delle aspettative.

La ginnastica artistica è il mio mondo, la mia ragione di vita. Ho dedicato anima e corpo a questa disciplina, sacrificando tempo e energia per perfezionare ogni singolo movimento. Ho deciso di non farmi più distrarre, concentrandomi esclusivamente su questo obiettivo. La mia determinazione è ferma, ma la pressione è elevata.

Nella prova podio di ieri, ho notato troppi errori sia da parte mia che da parte delle altre ginnaste. Oggi, per poter accedere alla finale, dobbiamo classificarci tra le prime cinque. Questo significa che tutto deve essere perfetto. Le mie mani sono sudate, la saliva sembra essere scomparsa dalla mia bocca e il respiro è affannoso. Sono l'ultima a scendere in gara, e so che un singolo passo falso potrebbe mettere fine a tutto.

Finalmente arriva il mio turno, e le note della musica riempiono il palazzetto. Alzo gli occhi verso i giudici, focalizzata e determinata. È il momento cruciale. Eseguo la parte artistica con grazia ed eleganza, mettendo tutta la mia forza e concentrazione nella parte acrobatica. Ogni salto, ogni movimento è eseguito con precisione millimetrica.

Infine, atterro con sicurezza nell'ultimo salto proprio quando la musica si conclude. Sono consapevole di aver commesso alcuni errori lungo il percorso, ma in quel momento non ci penso. Il mio sguardo si posa su Nora e Alessandro, che corrono verso di me, urlando di gioia. È in quel preciso istante che noto il tabellone dei punteggi: 14,066. Non posso crederci. Sono arrivata seconda.

Passione, costanza, determinazione e resilienza. Queste sono le parole che meglio descrivono quanto è accaduto. Il mio impegno e la mia dedizione hanno portato a un risultato straordinario. La mia mente è un turbine di emozioni, ma soprattutto provo una profonda gratitudine per tutto il lavoro che ho svolto. Questo successo mi dà la forza di affrontare nuove sfide e di continuare a coltivare la mia passione per la ginnastica artistica.

Battito D'aliWhere stories live. Discover now