Capitolo 24.2

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Cosa ho capito con il tempo?
Che non si dimentica, ma si va avanti.

Ho deciso di dare una possibilità al vestito che Nora aveva scelto qualche tempo fa. Mi appoggio al tavolo di fronte allo specchio, scrutando il mio riflesso con occhi critici. Ma è come se non fossi in grado di vedermi veramente, come se l'immagine riflessa non riuscisse a mostrarmi la persona che sono. Tutto ciò che noto sono i miei difetti, reali o immaginari. Inizio a elencare mentalmente tutti gli aspetti che odio di me stessa: la pelle che vorrei più liscia, il peso che vorrei diverso, le curve che vorrei più armoniose. Vorrei solo potermi rimodellare completamente, scolpire un nuovo io che si avvicini all'immagine di perfezione che ho nella mente. Le lacrime iniziano a sgorgare silenziosamente, senza che io me ne renda conto. Mi asciugo il viso con rabbia, sentendo un mix di frustrazione e delusione. Mi schiaffeggio leggermente, cercando di richiamare alla mente la promessa che ho fatto a Nora, che questo sarebbe stato il mio regalo di compleanno, un modo per sfidare le mie insicurezze e abbracciare la fiducia in me stessa.

Decisa a combattere i miei demoni interiori, mi avvio verso la scarpiera, decido di completare l'outfit un paio di sandali allacciati alla caviglia e una pochette nera elegante e , mi sento pronta ad affrontare la serata. Prendo il soprabito e le chiavi dalla cesta all'ingresso, una sensazione di eccitazione e apprensione si mescola nel mio stomaco, creando un brivido di emozioni contrastanti.

Arrivo al locale e, mentre varco la maestosa porta argentata, mi ritrovo catapultata in un mondo di splendore. La sala principale, con la sua imponente pista da ballo al centro, è un incanto per gli occhi. Pareti interamente rivestite di specchi creano un effetto di ampiezza e luminosità, riflettendo ogni movimento e illuminando l'ambiente con una magia sfavillante. Il bar si estende ai due lati della sala, con un bancone che sembra essere fatto di puro vetro cristallino, scintillante come una gemma preziosa. Dalla parte opposta, una parete intera formata da una grande finestra si affaccia su un resede incantevole, circondato da una struttura a vetri che lo protegge dal rumore e crea un'oasi per i fumatori. L'atmosfera è avvolta da luci soffuse e un sottofondo musicale che avvolge l'aria con una melodia seducente.

Ai lati della pista, leggermente rialzati, si ergono i tavoli, divisi tra loro da pareti fatte di sbarre dorate finemente intrecciate, i tavoli offrono un senso di intimità e privacy senza mai sacrificare la visione della pista da ballo e la libertà di movimento.

Mentre vago con lo sguardo cercando di catturare ogni singolo elemento, un braccio scivola sulla mia spalla. Mi volto e mi ritrovo la faccia di Mattia ubriaco, con un sorriso stampato sulle labbra.

«Ragazzi, è arrivata! Ora siamo al completo!» urla nell'orecchio, la sua voce frastornante.

Nora mi corre incontro con passo svelto, il viso illuminato dalla soddisfazione di aver vinto la scommessa sul vestito.

«Andiamo. Il nostro tavolo è quello in fondo», mi dice con entusiasmo, afferrandomi per mano e trascinandomi con sé.

Mentre mi lascio guidare verso gli altri ragazzi, il mio sguardo si sofferma su Tommaso. Indossa una camicia bianca, le maniche arrotolate sulle braccia muscolose che ne esaltano il fisico statuario. "Adele, ricomponiti. È sempre lo stesso arrogante" mi ripeto, cercando di mantenere la calma nonostante la sua presenza magnetica.

Appena raggiungiamo il tavolo, Lorenzo ha già sistemato una fila di shottini, con il loro vibrante assortimento di colori e fragranze.

«Bene ragazzi. Direi che possiamo dare inizio alla danza», annuncia con un sorriso complice.

Non sono solita bere in modo eccessivo, poiché l'alcool mi fa perdere il controllo su di me. «Honey, non mi sembra proprio che tu beva», mi colpisce la voce di Tommaso, le braccia incrociate e lo sguardo penetrante che mi fissa.

Battito D'aliWhere stories live. Discover now