Capitolo 17 new

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Mi chiedo come ho fatto a farmi trascinare in un posto del genere. Si tratta di un pub rustico, con pareti di mattoni a vista e luci soffuse che creano un'atmosfera accogliente. Non è lontano da dove abitiamo, ma è molto diverso dal tipo di locali che frequento di solito. Ho optato per un abbigliamento comodo, rimanendo nella mia comfort zone: un paio di jeans elasticizzati, un top con un leggero scollo e sopra un blazer nero leggermente aderente in vita.

Guardo la mia compagna e sospiro. È difficile riuscire a dire di no a Nora. Non fraintendetemi, sono sempre stata una persona a cui piaceva divertirsi, ma adesso è come se non mi appartenesse più.

"Dai Adele, cerca di sorridere almeno un po'," mormora Nora accanto a me.

Roteo gli occhi e mimo con le labbra un finto sorriso, che non riesce a convincerla.+

"Vabbè, fai come vuoi," dice esasperata.

Siamo arrivate da circa dieci minuti e già mi sento soffocare. Il locale è affollato, e il frastuono delle conversazioni si mescola con la musica di sottofondo. Non ho il tempo di distrarmi un secondo che mi afferra per un braccio, trascinandomi verso un gruppo seduto poco distante dal bancone. Mi basta uno sguardo per riconoscerli, e il mio corpo si irrigidisce di conseguenza quando lo vedo. La mia nemesi si trova a meno di un metro da me. Non dovrei essere così sorpresa; in fondo, dovevo immaginare che ci sarebbero stati anche loro. D'altronde, da quanto ho potuto constatare dalla mia compagna, non si allontana troppo senza che il suo ragazzo, Mattia, orbiti intorno a lei. I nostri occhi si incrociano giusto il tempo di studiarsi e di guardare altrove.

Nora osserva la scena e, esasperata, emette un sospiro di rassegnazione. Se il suo intento era quello di appianare le nostre divergenze, si sbaglia di grosso. Per fortuna, a mettere fine al momento imbarazzante ci pensa Mirko, un altro pallavolista, che, a quanto ho capito, è quello con il carattere dell'eterno ragazzino. Si avvicina con un sorriso che gli incornicia il viso e mi circonda le spalle con un braccio

"Bene, bene... Guarda un po' che bella compagnia abbiamo oggi," dice in modo scherzoso.

Mi volto in modo da poterlo guardare negli occhi e rispondo solo con un cenno. Non è un brutto ragazzo: è alto quasi due metri, con capelli biondo cenere e occhi verdi, ma non è il tipo per il quale farei carte false per uscire con lui. In realtà, non ho idea di chi sia il mio tipo. Da quando ho eretto un muro intorno alla vecchia me, non mi sono più posta il problema. Ho messo in primo piano altre esigenze come la ginnastica. Scrollo le spalle quasi a volermi liberare dai pensieri.

Il tempo di sedersi sugli sgabelli che un gruppo di ragazze si avvicina ridacchiando e lanciando occhiate fuggitive ai ragazzi. Sono ragazzi che non passano inosservati e da quanto ho capito sono anche piuttosto bravi.

Opto per un analcolico, conscia che l'allenamento di domani non perdona i postumi. Il barista mi porge la bevanda mentre mi concedo il lusso di godermi lo spettacolo seduta sullo sgabello. Accanto a me, Nora emette un grugnito e mi porge il suo bicchiere 'Tienimi questo, devo andare a rimettere in riga qualcuno', mormora, saltando giù con decisione.

Con passo rapido si avvicina al suo ragazzo e gli arpiona il braccio. Anche se non riesco a udire le loro parole, sono certa che lo stia redarguendo con garbo.

Sorseggio il mio drink osservando la scena circostante come se fossi al cinema. Una ragazza rossa, estremamente vistosa, si avvicina a Tommaso. Si stringe al suo fianco, ridendo ad ogni sua parola. Quasi come se si sentisse osservato, il suo sguardo freddo incrocia il mio e mi attraversa un brivido di ostilità. Ma io non mi faccio intimidire, anzi, il mio spirito competitivo si accende.

Decido di rispondere con un gesto plateale, lanciando un bacio con la mano proprio mentre la ragazza si volta verso di me. Lei si scusa con gesti frenetici e io scoppio a ridere come una pazza, attirando l'attenzione del ragazzo accanto a me.

Deposito il bicchiere vuoto sul bancone e mi dirigo verso il bagno. Per fortuna, non c'è nessuna fila e riesco ad entrare subito. Mentre cerco il mio telefono, apro la porta e urto qualcuno. ollevo lo sguardo, e nel riflesso del suo volto contratto, vedo la mia stessa confusione riflessa.

'A che gioco stai giocando?' riesce a farsi sentire sopra la musica.

Cerco di ingoiare la saliva e riprendo fiato, 'Tesoro, il mondo non gira intorno a te', riesco a dire con un sorriso forzato. Batto il palmo sul suo petto e cerco di aggirarlo, ma lui non ha intenzione di lasciarmi andare.

Si abbassa per sussurrare al mio orecchio "Stai invadendo il mio campo". Il suo respiro mi solletica, una scossa mi destabilizza. Ma non ho intenzione di farmi abbattere da lui.

"Oh, scusa. Non mi ero accorta che ci fosse il tuo nome all'ingresso", aggiungo, e questa volta me ne vado lasciandolo lì nella sua rabbia.

Ho capito una cosa: nessuno è preparato allo scontro tra due forze opposte della natura, nemmeno loro. E noi siamo proprio questo, due mondi opposti, che a causa del destino, si stanno scontrando sullo stesso terreno.

Ma una cosa che il destino non sa è che noi siamo due giocatori, entrambi con una propria strategia.

Battito D'aliWhere stories live. Discover now