Capitolo 35.2

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Possibile che sia andato via con lei? Come ho potuto essere così stupida? Come ho potuto farmi prendere dalla gelosia? Perché? Come è possibile? Non riesco a trovare una risposta.

Nel silenzio opprimente della casa, mi verso un bicchiere d'acqua tremando leggermente. Sentendomi confusa e travolta dalle emozioni, mi dirigo con passo incerto verso la mia camera.

Nora e Mattia sono spariti dopo che hanno continuato a litigare per tutto il tragitto verso casa.

Ho bisogno di andare a letto, di trovare un rifugio sicuro per mettere a tacere tutti questi pensieri e queste sensazioni che si scontrano dentro di me come onde impetuose.

Afferrando la maniglia della porta, faccio per aprirla, ma il suo movimento è impedito da un ostacolo: è chiusa a chiave. Mi avvicino cautamente, ponendo l'orecchio contro la porta, e il rumore delle voci soffuse mi raggiunge come un pugno nello stomaco.

"Ottimo, sono stata sfrattata dalla mia stessa camera", penso mentre mi lascio cadere a terra. Appoggio la schiena al muro freddo, e nella disperazione, la mia testa inconsciamente si scontra con il muro. Un leggero dolore fisico si unisce alla tormenta emotiva che mi attanaglia.

«Mi spieghi cosa stai facendo seduta per terra?». La sua voce, così familiare eppure così lontana, irrompe nella mia sfera di dolore. Il mio cuore sobbalza, un tumulto di sentimenti contrastanti mi attraversa, mentre la mia mente mi incita a ignorarlo. Non riesco a capire perché il suo comportamento mi ferisca così profondamente.

«Non lo sai? Devo valutare la tenuta del pavimento», ribatto con un tono sarcastico che nasconde la fragilità che mi consuma. Poi, con un'ombra di rabbia nella voce, aggiungo: «Secondo te, cosa sto facendo qui? Sono stata buttata fuori dalla mia stessa camera. Ecco cosa ci faccio qui per terra».

Un sorriso sardonico si disegna sul suo viso, ma non si scompone davanti alla mia ira. Inaspettatamente, si siede accanto a me, ma il mio corpo reagisce istintivamente, spostandomi di qualche centimetro da lui. Il gesto sembra confonderlo, ma io sono troppo presa dal mio turbamento per spiegare.

«Si può sapere cosa ti prende?», chiede, il tono curioso ma anche con una punta di preoccupazione.

«Niente», rispondo incrociando le braccia sul petto, cercando di mascherare la vulnerabilità che mi avvolge.

«A me non sembra».

«O scusami, dimenticavo tu sei quello che riesce a capire sempre tutto. Mi stavo giusto chiedendo dove hai lasciato la tua nuova conquista» gli sputo addosso tutto l'odio che ho dentro, lasciando che le parole taglienti si diffondono nell'aria carica di tensione.

«Ma senti da che pulpito viene la predica. Sbaglio o ti stavi strusciando addosso al tuo ex?!», afferma con un pizzico di cinismo.

In un gesto di ira pura, mi volto verso di lui, il fuoco negli occhi, il respiro affannato. Sono veramente furiosa, e l'uragano delle emozioni minaccia di travolgermi completamente.

«Chi credi di essere per permetterti di dirmi cosa posso o non posso fare? La mia vita privata non ti riguarda. Almeno io ho avuto il buon senso di non baciarlo davanti a te.»,.Istintivamente, mi copro la bocca con la mano, consapevole di aver appena pronunciato una frase che non avrei mai dovuto lasciar uscire, una frase che sembra scaturire da un luogo oscuro e inaspettato della mia mente.

Mi alzo in piedi con determinazione, desiderosa di allontanarmi da lui e da questa situazione che si è creata, ma lui è più veloce e mi afferra per il polso.

«Dove pensi di andare?»mi chiede con voce carica di autorità.

«Vado a dormire sul divano. Se non l'avessi notato non posso dormire in camera mia».

Battito D'aliحيث تعيش القصص. اكتشف الآن