4. Proposta di lavoro inaspettata

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Avvertenze! ⚠️
Il seguente capitolo contiene scene violente non adatte a un pubblico sensibile.






Si fissò allo specchio rammentando la vecchia lei.

Prima che la sua famiglia vennisse uccisa, non si sarebbe mai immaginata di fare ciò che aveva compiuto quel giorno.

Era stata atroce, meschina, macabra, si era fatta accecare dalla vendetta e aveva scordato ogni forma di rispetto.

Se lo meritavano. Sì, se lo meritavano. Si ripetè, cercando di convincersi, mentre si pettinava i corto capelli. Aveva due occhiaie così profonde da sembrare un reduce di guerra. Tuttavia, non ci mise nessun prodotto per nasconderle.

Afferrò la giacca e uscì dalla stanza. Erano quasi le sette, l'appuntamento era alle sette e mezza, tuttavia Carlos era già sulla soglia della porta da circa dieci minuti.

"Hai intenzione di andare così?" domandò lui con la fronte corrugata.

Heather non rispose e si diresse verso l'auto. Si sedette di fianco all'autista, Kendall, e puntò lo sguardo cupo verso il finestrino.

Indossava un maglione di lana nero con collo, un paio di pantaloni a vita alta e un paio di scarpe converse.

"Non potevi indossare qualcosa di carino?" sbraitò Carlos una volta raggiunto i ragazzi.

"Kendall, parti prima che cambi idea" insorse lei infastidita. Il ragazzo, indeciso, mise in moto l'auto senza fiatare.

"Se la polizia non ha ancora sospettato di noi, vorrà dire che avete fatto un buon lavoro" commentò l'uomo rivolgendosi ai due giovani.

"Sì, signore" rispose Kendall buttando un'occhiata sul finestrino retrovisore.

Heather non rispose, rimase appoggiata al poggiatesta con lo sguardo perso nel vuoto.
Non amava parlare, quello che avrebbe voluto dire, nessuno sarebbe stato in grado di ascoltarlo, perciò per lei era meglio rimanere in silenzio.

Molte volte il silenzio vale più di mille parole.

Kendall faticava a trovare parcheggio, una volta raggiunto la destinazione, così Heather e Carlos decisero di scendere e di lasciarlo cercare con calma.

La ragazza alzò la testa e lesse la grande scritta Risto Hamilton. Una struttura circondata da alberi, muri di vetro e lampioni ovunque.
Il cuore batteva all'impazzata nello sterno. Aveva sempre voluto vedere i famosi Hamilton, gli artefici del destino dei Fernandez.

Appena entrarono, si imbatterono in un ragazzo dalle spalle larghe, vestito con un gilè nero e una camicia bianca.

"Benvenuti, signori. Le giacche per favore" chiese cortesemente attendendo gli abiti dei due.

Solo Carlos si levò di dosso il cappotto, Heather invece aveva voluto tenerlo. All'interno teneva la sua berretta e non voleva lasciarla in giro.

"Hai qualche arma qui con te?" chiese Carlos a bassa voce dopo che il ragazzo li aveva condotti al tavolo prenotato.

"Sì" rispose tagliando corto. L'uomo alzò gli occhi al cielo. Ormai era abituato al suo carattere e la suo modo di fare tutto suo.

"Carlos, amico!" Un uomo, dall'aspetto vivido e occhi brillanti, porgeva la mano al finto zio, Carlos, con un sorriso a trentadue denti.

Aveva due occhi color miele e i capelli bianchi, forse tinti per non mostrare l'avanzamento d'età.

Una volta abbracciato e stretto la mano all'invitato, l'uomo si voltò verso Heather.

Patto con il DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora