11. Tu sei mai riuscita a perdonare chi ha ucciso tuo padre?

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Si stropicciò gli occhi voltandosi dall'altra parte con il lenzuolo tra le gambe. Con il braccio andò a sfiorare quello del ragazzo steso al suo fianco.

Sbattete le palpebre un paio di volte prima di alzarsi di scatto mettendosi seduta sul letto.
Osservò Gather steso al suo fianco con le mani sotto la guancia. Teneva gli occhi chiusi, le labbra semichiuse e le gambe intrecciate: dormiva beatamente.

Da quando gli uomini di Andrew li avevano massacrati, passavano tutto il tempo insieme. Gather faticò a riprendersi ed Heather rimase al suo fianco finché non guarì del tutto.
Quando tutti si rinchiudevano nelle proprie stanze, lei sgattaiolava dalla sua camera da letto a quella del ragazzo. Si metteva seduta al suo fianco a osservarlo e a medicare le ferite.

Alzò leggermente la mano e provò a sfiorare la pelle liscia del ragazzo.
Appoggiò delicatamente le dita sulla sua guancia e sentì un brivido percorrerla.

Com'è buffo il destino! Pensò chiudendo gli occhi.
Qualcosa dentro di lei cominciava a cambiare, qualcosa cominciava a sbocciare e ne era consapevole.
Aveva cercato invano di trascurare quelle emozioni che provava ogni volta che guardava Gather; emozioni che aveva seppellito nel profondo della sua anima e aveva tentato di ignorare e di dimenticare.

Tolse la mano e cercò di alzarsi ma venne trascinata dal ragazzo al suo fianco.
In un batter d'occhio si ritrovò attorno al suo corpo esile le braccia di lui.

"Che stai facendo?" chiese cercando di allontanarlo.

"Non essere dura con te stessa, lasciati andare" affermò il ragazzo con gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.

"Io non..."

Afferrò la sua piccola testa e la avvicinò ancora di più a lui fino a nasconderle completamente il viso nell'incavo del suo collo.

Heather rimase pietrificata, rigida e non riuscì a rilassarsi.
Tremante alzò le braccia e tentò di ricambiare l'abbraccio.

Che fai? Devi odiarlo, Heather. Suo padre ha ucciso il tuo. Non puoi perdonarli. Gridò la parte vendicativa di lei, così allontanò la mano dal ragazzo.

Chiuse gli occhi e tirò su con il naso. Il suo dolce profumo le inebriò le narici. Sentì il cuore scivolarle nello stomaco.

Lui non ha nessuna colpa. Lasciati andare, Sarah. Abbraccialo, lui guarirà le tue ferite, ti farà dimenticare il tuo passato.

"Lasciati andare, non essere dura con te stessa" ripeté Gather stringendola ancora di più.
Alzò nuovamente la mano e lo sfiorò delicatamente con le dita. Lentamente la appoggiò fino a ricambiare l'abbraccio.

No, non ascoltarla. L'essere umano non dimentica, nessuno è mai riuscito a dimenticare. Ogni volta che guarderai i suoi occhi ti ricorderai di tuo padre. Ricorderai che Lucas Hamilton lo ha ucciso.
Non scordare perché sei lì.
Tu sei Heather Milton.
Tu sei Heather Milton.

Scosse piano la testa sentendola scoppiare a causa di quella battaglia di pensieri. Si strinse a lui come se fosse uno scudo; uno scudo in grado di proteggerla dai suoi stessi pensieri, così aggressivi e sofferenti.

No! Non ascoltarla. Certo, non dimenticherai, ma lui farà in modo di sostituire i tuoi brutti e strazianti ricordi, ne avrete dei nuovi, insieme, sereni e felici. E sarai finalmente te stessa, sarai Sarah Fernandez.

Cominciava piano piano a rilassarsi, a essere meno rigida. Qualcosa di simile alla pace si stava diffondendo nel suo corpo.

Non devi dimenticare chi ti ha distrutta. Gli Hamilton ti hanno privato dall'amore della tua famiglia.
Hanno privato la tua sorellina dal primo giorno di scuola, dall'avere una migliore amica, il primo bacio, il ballo di fine anno. Non può fidanzarsi, non può sposarsi o avere figli. I tuo genitori non vi vedranno mai a spasso con il vostro cane, non diventeranno mai dei nonni, non ti abbracceranno e non sentirai mai "figlia mia". A causa degli Hamilton. Solo colpa degli Hamilton.

Patto con il DiavoloWhere stories live. Discover now