16. Allora smettila di parlare e baciami

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Lui non ha nulla a che fare con ciò ti è successo, sei sulla strada giusta. Vivi e aggrappati alla tua felicità, la stessa felicità che hai sempre desiderato, la felicità che tuo padre sognava per te.

Ogni volta che penserai a tuo padre, guarderai gli occhi di lui e ti ricorderai che è stata colpa del suo di padre, ti ricorderai di come hai tolto tante vite pur di spegnere la fiamma che tuttora arde dentro di te, la fiamma che si spegnerà solo una volta vendicata. E così, oltre a farti del male, ferirai anche lui.

Nessuno ucciderebbe un suo amico. Nessuno può conservare una fotografia e un braccialetto dell'uomo che ha ucciso. Forse non è stato Lucas Hamilton a...

Non dire fesserie. Non hai prove.

Ma non ci sono nemmeno delle prove contro Hamilton.

La testa di Heather in quel momento stava per esplodere. Cercò di spegnerla, ma non ne volle sapere. Quella dannata e tortuosa tortura continuò per tutto il tragitto.

Gather invece al suo fianco, era al settimo cielo. Dopo tanto tempo finalmente era riuscito a uscire di casa con la ragazza che gli piaceva.

"Dove stiamo andando?" domandò lui di punto in bianco.

"Non avevi detto di non essere mai stato accompagnato a scuola da tuo padre?" chiese lei svoltando e, cambiando il tono di voce, cercò di imitare Lucas, "Bè, caro figliolo, oggi passo a prenderti, fatti trovare al solito posto e non dimenticare di indossare la giacca, fa freddo e non vorrei che ti ammalassi".

Dallo stupore, Gather non trovò le parole per esprimere quanto fosse stato sorpreso in quel momento, o quanto fosse grato del suo gesto nei suoi confronti. Quella donna gli stava dando qualcosa che ha sempre desiderato avere: una vita normale, essere un ragazzo normale.

"Certo, papà!" esclamò entusiasta imitando la voce di un bambino. Il suo sorriso a trentadue denti fece gioire anche la ragazza. I sensi di colpa per averlo giudicato in modo negativo a primo impatto stavano piano piano dissolvendo davanti alla felicità di lui.

"Ecco, siamo arrivati. Oh guarda, i tuoi compagni stanno entrando. È già suonata la campanella, dannazione! La prossima volta dobbiamo uscire presto se no le tue maestre ci sgrideranno per i continui ritardi" affermò lei imitando Lucas.

Si voltò e dai sedili posteriori tirò fuori un piccolo zainetto di colore lilla.

"Mentre uscivamo dalla sala, ho trovato questo nel reparto oggetti smarriti. Mi spiace ma dovrai fartelo andare" asserì lei con finta pena tra una risata e l'altra quando notò l'espressione accigliata di Gather.

"E va bene" acconsentì sbuffando. Aprì lo sportello ma prima di scendere, si ricordò di dover salutare. Perciò si voltò nuovamente verso la ragazza e le lasciò un bacio sulla guancia, così vicino alle labbra che Heather sussultò. L'istinto di voltarsi verso di lui e far incontrare le loro bocche d'improvviso la assalì.

"Ciao papà" salutò con voce squillante. Heather rimase pietrificata nel posto. Si portò le dita sulla parte in cui Gather le aveva dato il bacio, accarezzandola.

Un piccolo sorriso si dipinse sulle sue labbra.

Gather invece, si avvicinò a quella struttura che molto presto abbandonò. Si guardò intorno e i ricordi pian piano cominciavano a sfiorargli la mente. Appoggiò il suo volto sul cancello freddo e sospirò.

Si ricordò di sua madre quando, finite le lezioni, si fermava proprio dove era lui e attendeva il suo arrivo con le braccia aperte, pronte per accoglierlo, stringerlo e trasmettergli il suo amore puro e senza eguali.

Patto con il DiavoloWhere stories live. Discover now