22. Qualcuno che non sono

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5:45 AM



Si aggrappò al suo collo, tirò su con le narici, annusando il suo profumo. Le lacrime continuavano a scivolarle sul volto, bagnando la spalla di lui.

Si staccò da lui e fece attaccare le loro fronti, una contro l'altra, facendo sì che le punta dei nasi si sfiorassero.

"Non te ne devi andare, non devi farlo" balbettò lei tra i singhiozzi. Il ragazzo alzò la mano, la poggiò delicatamente sulla sua guancia umida e le asciugò le lacrime, accarezzandola poi.

"Non ti lascerò andare, non te lo permetterò" rivelò ella accarezzandogli i capelli. Le era mancato tutto di lui, il suo profumo, la sua pelle morbida, i suoi ricci tra le sue dita. Gli diede un bacio sulla fronte e un altro sulla guancia. Gather continuava a sorridere, ma non biascicava parola.

Ella avvicinò le sue labbra a quelle di lui, pronta a farle unire tra loro, a sentire di nuovo quell'alito da menta che tanto la faceva impazzire.
D'un tratto però il ragazzo si allontanò lentamente dalle braccia di Heather. Le loro bocche si sfiorarono appena, ma non fecero in tempo di toccarsi completamente.

Confusa e con un macigno formatosi nello stomaco, lo osservò allontanarsi, senza distogliere lo sguardo da lei.

"Non andartene. Rimani" pregò correndo verso di lui.
Continuò a correre, sotto ai suoi piedi scalzi si estendeva un'erba verde, viva e umida.
Correva e correva senza fermarsi, ma non riuscì a raggiungerlo, era stato inghiottito da una fitta nube bianca.

"Gather, aspetta" gridò allungando la mano verso di lui.

Si fermò di scatto quando udì una voce provenire dietro le sue spalle.

"Sarah".

Si voltò, sorpresa di aver udito quel nome dopo così tanto tempo, e vide la sua famiglia, tutti quanti, riunita con le braccia aperte, pronta ad accoglierla e stringerla tra loro.

Al vederli, sorrise facendo qualche passo in avanti, ma poi si ricordò del ragazzo e si voltò verso di lui.

Ma non c'era più. Era scomparso. La nube lo aveva rubato, nascondendo ogni arto.

"Gather" disse a voce bassa, guardandosi intorno spaventata.

Si girò verso la sua famiglia e anch'essa non c'era più.

Mi hanno lasciata, di nuovo! Pensò girando intorno a se stessa.

"Heather". Si voltò e questa volta era né Gather né la sua famiglia, ma era Carlos, con in mano un'arma, la sua pistola, quella con cui aveva perseguitato persone innocenti, persone che secondo lei erano complici del massacro della sua famiglia. Inginocchiati davanti a lui, c'erano tutte le persone a cui teneva: Alex, Selly, Zoe e infine Gather.

"Salvalo, non lasciarlo andare". Si voltò dalla parte opposta e vide Lucas con le braccia rivolte verso suo figlio, disperato e impaurito.

PUM. Suono di uno sparo.

Si girò di scatto verso Carlos, ma non c'era più. Tutta la sua famiglia era accovacciata per terra, con gli occhi spalancati e le bocche anch'esse aperte; tutti tranne Gather.

Pronta a correre verso i corpi stesi per terra, una risata la fece inchiodare i piedi, come se quei fili sottili d'erba le avvolgessero le gambe, tenendola legata.

"Evans" gridò quando vide Gather inginocchiato con la testa china e le mani legate dietro la schiena. Il ragazzo alzò lo sguardo e puntò su quello di lei. Lo stesso con cui la guardava la sera prima dell'incidente: deluso e impaurito.

Patto con il DiavoloWhere stories live. Discover now