Capitolo 32

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What do you mean?

~Justin Bieber

Sono seduta sul marciapiede davanti alla discoteca in attesa che Dylan mi porti via da questa merda.

Ancora non mi capacito di tutta la preoccupazione che Dylan aveva quando dieci minuti fa ero con lui al telefono.
Se mi rendo conto della realtà lui è l'unico che si preoccupa realmente di me. Tutti gli altri, invece, non fanno altro che prendermi in giro costantemente, ogni giorno come se fosse la cosa più divertente del mondo.
È questo che mi ha portato a scoppiare a piangere: il fatto di essere un gioco per il mondo, e la cosa peggiore è quando ci casco con entrambi i piedi.

Una macchina stride sull'asfalto facendomi alzare immediatamente lo sguardo.
Dylan sta correndo con la sua Jeep e frena in modo assordante tanto da farmi tappare le orecchie.

Ma a che a velocità stava andando?

Apre la portiera della macchina e corre verso di me non curandosi neanche di richiuderla.
"Ally piccola, che cazzo ti ha fatto?" Si inginocchia alla mia altezza prendendomi il viso tra le sue mani.

Dio mio, è molto più preoccupato di quanto pensassi. Lo sento dal suo forte respiro, dal panico nei suoi  occhi, e dal suo 'piccola' che mi ha fatta letteralmente sciogliere nonostante questa situazione di merda.
Merda! Quanto mi sento in colpa per averlo fatto venire qui.

"Dylan non è successo niente. Ti ho detto che stavo bene al cellulare"

Fa un respiro "si ma stavi piangendo e io non sapevo- Ti ha toccata in qualche modo?" Chiede con la voce tremolante.

"No no, perché hai pensato questo? Non è successo niente. Solo non dovevo venire qui, per favore portami a casa"

Sospira "okay"

Mi fa alzare prendendomi la mano e si avvia in macchina, dove la portiera del conducente è ancora aperta. È fortunato che qui fuori non ci sia nessuno, non avrebbero esitato a rubargliela.

Mi siedo al mio posto decidendo mentalmente se raccontargli cosa è successo oppure inventarmi qualche altra cazzata.
Mi prenderebbe sicuramente in giro, e non lo biasimerei comunque.

Dopo cinque minuti di silenzio inizia a parlare frustrato "non esiste che non mi dirai cosa è successo là dentro. Voglio sapere cosa ha fatto, perché, dove eri e sopratutto perché piangevi"spara a raffica le sue domande nervoso.

"Se te lo dico tu non dovrai fare nessun genere di commento sarcastico o offensivo, altrimenti esco immediatamente dalla macchina e non mi rivedrai mai più"

Il mio "ricatto" è un po' stupido, ma se davvero gli importa di me farà ciò che gli ho appena detto.

"Okay" dice subito

"Mi ha chiesto di uscire e mi ha portata in discoteca soltanto per far ingelosire il suo ragazzo"

Si volta verso di me scioccato poi torna a guardare la strada "il suo ragazzo?"

"Si. È gay"

Aspetto una delle sue risate derisorie ma fortunatamente non arriva, o si sta trattenendo il che è molto probabile.
Voglio soltanto che questa giornata finisca all'istante.

"E perché piangevi?" Chiede

Sospiro "non posso risponderti"

"Perché no?"

"Perché sono patetica"

"Se piangevi per lui, si sei patetica" risponde irritato

"Non stavo piangendo per lui. Lo conosco da quanto? Nemmeno un mese." Controbatto

You're worth itWhere stories live. Discover now