06. Alone

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Era di nuovo solo e per un momento non potè fare a meno di chiedersi se il lavoro al bordello non fosse altro che una scusa per sentirsi qualcuno, per poter dire "A lui importa di me", mentre donava il suo corpo ad un completo sconosciuto. Quando riceveva complimenti riguardo il suo fisico si sentiva apprezzato, a differenza di quando la gente lo guardava con un'espressione schifata stampata sul viso. Diventare qualcuno, anche se per poco tempo, lo rendeva felice, e forse era anche questo il motivo, oltre il voler aiutare la Signora Wellington, per cui vendeva il suo corpo. Ripensò al ragazzo della sera prima, senza riuscire a ricordare nulla, se non un colore.
Blu.

Gli occhi del ragazzo erano blu. Ma non un semplice blu. Quel colore sembrava riuscire a penetrare dentro la sua anima, sembrava riuscire a entrare nella sua testa e tirare fuori tutti i suoi problemi. O forse aveva semplicemente bevuto troppo e gli occhi blu appartenevano ad un'altra persona, magari ad un cinquantenne in astinenza, e non al ragazzo che si era svegliato accanto a lui quella mattina  e al quale aveva lasciato un biglietto. Guardò la sua gatta mentre questa leccava il proprio pelo per ripulirlo e sorrise intenerito.

«Ho una sorpresa per te piccolina mia.» esordì, sedendosi a terra accanto a lei e mostrandole una ciotolina appena comprata, versando poi il latte al suo interno e sorridendole dolcemente. La gatta sembrò apprezzare il gesto, dato che si strusciò contro il suo polpaccio miagolando. Harry sorrise e prese un panino da dentro la busta, mangiandolo con avidità e ringraziando Occhi Blu per essere stato così buono con lui.

Si era ritrovato quasi mille sterline, quella mattina, in tasca, e non era mai stato più felice. Aveva subito dato seicento sterline all'orfanotrofio, fiero di essere riuscito a guadagnare tanto, e le restanti trecento, le aveva tenute per sè. A detta di Calum, uno dei tanti buttafuori, era riuscito a portarsi a letto sei persone la notte precedente. Quindi sì, il guadagno era stato ottimo. E molti l'avrebbero preso per stupido, dato che si era tenuto solo una piccola parte dei soldi, ma Harry non lo era. Le vite di quindici bambini erano sicuramente più importanti della sua, ormai diventata inutile agli occhi di tutti, esclusi i suoi clienti, ovvio.

«Riuscirò a salvarli, vero Jen? Ce la farò, devo solo continuare a lavorare.» mormorò più a sè stesso che alla gatta, masticando l'ultimo pezzo di panino e buttando la carta nel cestino della spazzatura accanto a sè. Chiuse la busta con le altre cose che aveva comprato e controllò che le duecento sterline rimaste fossero ancora in tasca. Doveva riuscire a tenerle fino al venerdì successivo, dato che i guadagni del sabato e della domenica li dava esclusivamente all'orfanotrofio.

Battè le mani per liberarsi della farina del panino e si guardò intorno, venendo travolto da un corpo non appena alzò lo sguardo. Sgranò gli occhi e osservò il ragazzo che gli era caduto addosso, mentre questi si rialzava e batteva le mani sul prorio giubotto e sui jeans, che, Harry lo sapeva, costavano un'occhio della testa.

«Mi scusi, giuro che non volev-»

«Hei, tranquillo, sono io ad essere inciampato ed esserti venuto addosso, no?»

E quando lo sconosciuto portò lo sguardo su di lui, Harry si sentì morire. Sì, quegli occhi erano proprio blu.

The begging 》L.S.Onde histórias criam vida. Descubra agora