09. Sweet

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Louis si guardò le mani, indeciso sul da farsi. Quel ragazzo gli faceva così pena, tutto rannicchiato in un angolino, nonostante le gambe lunge che nascondevano sicuramente un'altezza notevole, accanto a lui la gattina che sonnecchiava. Inoltre aveva solo diciannove anni, così piccolo e indifeso. Scosse la testa cercando di liberarsi dei pensieri strani che comparivano, ma non riuscì nel suo intento, e lo sapeva, sapeva perfettamente che se non avesse fatto almeno un piccolo gesto per Harry si sarebbe sentito una brutta persona per il resto della sua vita, quindi «Ti va di cenare insieme?» chiese di getto, pentendosi subito dopo della domanda.

Da quando Louis Tomlinson mangia con un barbone?

Il ragazzo sembrò stupito quanto lui, e «Tu vuoi mangiare con me? Sei sicuro?»

No, non lo era, ma il senso di colpa che si fece strada dentro di lui appena pensò di rispondere con un "no" lo obbligò a «Certo che sì!» dire.

Non sapeva seriamente cosa gli stesse passando per la testa, perchè, andiamo, a cena con il mendicante di turno? Sarebbe finita sul giornale, dato che i paparazzi lo seguivano ovunque, ne era certo.

«Oh, i-io non so se sia il caso.» ribattè il riccio accarezzando il pelo morbido di Janette, che aprì gli occhi e li puntò su Louis, come se lo stesse studiando attentamente. Miagolò e tornò a dormire. E Louis si sentì come il ragazzo che una ragazza porta a casa e presenta ai genitori. La ragazza era Harry, in quel caso, i genitori Jenette, che da come aveva reagito sembrava apprezzare la sua presenza.

Ora paragono un gatto a due esseri umani, sto impazzendo.

«Mi fa solo piacere, davvero.» disse infine, ignorando le voci nella sua mente che "No!" urlavano.

«Allora va bene, spero solo di non annoiarti troppo.»

«Mi diverto con tutti, non preoccuparti.» ribattè pronto Louis, trovandosi ad arrossire subito dopo per il doppio senso della frase che evidentemente Harry non capì, dato che annuì e si alzò in piedi, facendo sobbalzare la gatta.

«Entro un secondo a prendere delle cose e torno immediatamente.» lo avvisò Louis, prima di entrare dentro il supermercato come un missile e bloccarsi subito dopo la porta. Che poteva cucinare? Era negato in tutto. Prese cose a caso che gli sembravano abbastanza commestibili ed uscì, trovando un Harry infreddolito a causa della temperatura che in quel quarto d'ora era sorprendevolmente scesa. Ancora una volta si contenne dal mormorare un "Aw" terribilmente imbarazzante e fece cenno ad Harry di seguirlo, e il riccio obbedì, camminandogli accanto ottenendo sguardi su di sè.

«Ci guardano tutti, Louis, forse dovrei torna-»

«Non dirlo manco per scherzo, Harry.»

Harry alzò gli occhi al cielo per la testardaggine del ragazzo e continuò a camminare, mentre Louis al suo fianco imprecava contro il suo dannato senso di protezione verso gli altri. Era sempre stato così lui, iperprotettivo verso le persone a cui voleva bene, ma Harry?

Perchè si ostinava a voler proteggere un ragazzo appena conosciuto, per di più un mendicante?

The begging 》L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora