15. Kids

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«Svolta a destra.» diede istruzione Harry, indicando la viottola apparentemente abbandonata e buia che fece salire un brivido su per la schiena di Louis. Non che avesse paura, ma quel posto sembrava abbandonato da Dio, e la consapevolezza del fatto che si fosse fidato di un ragazzo conosciuto da una settimana, o meglio, un giorno, lo investì all'improvviso. E se Harry (sempre che quello fosse il suo ero nome) avesse voluto ucciderlo? Scosse la testa e tirò un sospiro di sollievo non appena sbucarono in una strada principale.

«Era una scorciatoia, passo sempre da qui. Uhm, ora vai dritto, appena arriviamo ti avviso.» continuò il riccio, sistemandosi comodamente sul sedile e guardando attentamente il lato sinistro della strada, fino a quando un "Home" dipinto su un cartello in legno non saltò immediatamente agli occhi attenti del riccio, che sorrise e «Ferma, fermati Lou!» esclamò talmente entusiasta che senza accorgersi diede un soprannome affettuoso al ragazzo accanto a lui, che lo guardò stupito per una frazione di secondo, per poi parcheggiare l'auto e scendere imprecando contro la pioggia. Harry lo afferrò per il polso e lo trascinò con sè verso il grande palazzo cigolante con qualche vetro rotto alle finestre. Louis deglutì e sì, ora ne era convinto, Harry voleva ucciderlo in un vecchio edificio abbandonato.

«Lizzie, c'è H! Lizzie!» sentì gridare dall'interno, da una vocina che doveva sicuramente appartenere ad un bambino, prima che la porta venisse spalancata e una donna sulla cinquantina si presentasse davanti a loro con un enorme sorriso stampato in faccia e quello che doveva essere il bimbo di poco prima stretto fra le braccia, che appena vide Harry gli saltò in braccio e lo strinse forte.

«Hei J, come va piccino?» chiese il riccio, facendo segno a Louis di entrare, sotto lo sguardo stupito della donna che guardò il ragazzo da capo a piedi, mentre questi entrava e si guardava intorno spaesato.

«Va tuutto benissimo, H! Sai che io e Sarah ci siamo dati un bacio sulla bocca? Così: "muah", e poi lei ha detto che le piaccio, quindi ora siamo fidanzati. Le ho anche regalato un fiore come mi hai detto tu, e lei è diventata PUUUF, tutta rossa.» esclamò sovraeccitato il bambino, facendo strane smorfie con la faccia e gonfiando le guance per poi simulare un'esplosione con le mani. Harry rise annuì, mettendolo nuovamente coi piedi per terra, «Chiama gli altri, devo farvi conoscere una persona, mh?» chies dolcemente, e Jason annuì, correndo via e gridando qualcosa come «IN PIEDI PIGRONI!»

La Signora Wellington si schiarì la gola attirando l'attenzione di Harry, per poi lanciare un'occhiatina eloquente verso Louis. Il riccio si avvicinò ai due e «Lizzie, lui è Louis Tomlinson, Louis, lei è Elisabeth Wellington, la donna che mi ha cresciuto e con cui sono stato fino ad un anno e mezzo fa.» li presentò, in completo imbarazzo non appena «Louis Tomlinson? Stiamo scherzando? Oh mio Dio, ragazzo non ti ho riconosciuto! Nei giornali sembri totalmente diverso, e inoltre non mi aspettavo una tua visita nel mio piccolo orfanotrofio.» esclamò Lizzie sconvolta.

Louis le sorrise e aprì la bocca per replicare, ma un'ondata di bambini lo travolse, e non appena spostò lo sguardo su di loro, si accorse che tutti erano concentrati su Harry, sembrava quasi il loro fratello maggiore o qualcosa di simile. Quest'ultimo, come se gli avesse letto nel pensiero, lo guardò a sua volta, «Ecco perchè lo faccio, Louis. Solo per loro.»

The begging 》L.S.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora