13. One week

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Una settimana può cambiare la vita? Dipende. Per uno studente, per un operaio, per un impiegato, la settimana è sempre la stessa, sempre lo stesso orario da rispettare, sempre le stesse regole da seguire. Sempre lo stesso, ogni giorno la cosa si ripete. Ma per Louis, la cosa era totalmente differente. In una settimana il suo mondo sembrava essersi rivoltato completamente. Dopo il sabato notte passato stretto fra le braccia di Harry, braccia sconosciute, che l'avevano fatto sentire protetto (ci si poteva sentire al sicuro fra le braccia di un mendicante sconosciuto che probabilmente avrebbe potuto ucciderlo nel sonno o stuprarlo?) come non mai. A casa, insomma. E no, non era assolutamente normale o possibile una cosa del genere. Peccato che la domenica mattina, al suo risveglio, Harry fosse completamente sparito, e così via per i giorni seguenti. La settimana di Louis era stato un inferno: aveva dormito poco, data la costante ansia causata dai temporali che infuriavano il giorno e la notte, durante quei giorni. Andava a dormire col pensiero di Harry coperto solo da un telo sporco e puzzolente, sotto la pioggia scrosciante, e puntualmnte si risvegliava completamente sudato, dopo aver fatto un incubo che non riusciva a ricordare.

Aveva rifiutato le uscite proposte da Zayn, tanto per evitare di finire ubriaco a fare sesso con persone sconosciute, dato che sì, il sesso era vitale, ma non completamente ubriaco in balia dell'alcool e del lato stupido che fuoriusciva ogni volta che beveva. No grazie, sul serio.

Guardò fuori dalla finestra la pioggia che continuava a scendere, intensificandosi sempre di più impedendogli nuovamente di dormire.

«Perchè sei andato via?» sussurrò, sfiorando il vetro freddo con le dita, prima che il campanello potesse risvegliarlo dai suoi pensieri. Alzò gli occhi al cielo stringendosi nella sua vestaglia e rispondendo al citofono.

«Chi è?» chiese, sicuro che fosse Zayn pronto a ribadire il concetto di "Domani, ventiquattro Dicembre sarà il tuo compleanno, quindi dato che fra un'ora scoccherà la mezzanotte, dobbiamo uscire a festeggiare i tuoi ventisei anni!" perchè no, non aveva voglia di fare nulla, se non assicurarsi che-

«Harry.»

Sì, esatto, che Harry stesse bene. No, fermi, che? Sgranò gli occhi e «Entra, ti faccio entrare subito, io sto aprendo. Visto? La porta è aperta, corri, oddio.» esclamò, premendo più volte il pulsante d'apertura del cancello e balbettando frasi spezzate e parole strane, probabilmente inesistenti, troppo preso dalla felicità di rivedere il riccio per concentrarsi sul costruire una frase di senso compiuto.

Appena sentì la porta aprirsi corse contro questa e notò sulla soglia un Harry completamente fradicio in..boxer e maglietta?

«Cosa cazzo è successo?» chiese, tirando il ragazzo dentro casa e chiudendo la porta, per poi voltarsi e notare la massa di ricci ormai troppo lunghi del ragazzo cadere disordinatamente sulla sua fronte coprendogli gli occhi verdi contornati dal rosso sangue. Aveva pianto, Louis ne era sicuro.

«Cosa c'è, Harry? Perchè sei in boxer e t-shirt con questo freddo?»

«Louis, devo confessarti una cosa.»

The begging 》L.S.Where stories live. Discover now