16. Hero

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«Io non so cosa dire, Harry.» disse Louis, guardando i bambini che felici saltellavano intorno ad Harry abbracciandolo o ispezionandogli le tasche alla ricerca di caramelle, dato che alcune volte riusciva a portargli qualche dolcetto.

«Non c'è molto da dire in effetti.» replicò il riccio, alzando le spalle e seguendo i bambini mentre questi correvano verso quella che Louis definì la stanza dei giochi. C'erano dei fogli sistemati su un tavolino, circondati da tanti colori, mentre la stanza era ricoperta di giocattoli.

«Ogni Natale le famiglie che vivono nel palazzo di fronte fanno una colletta e regalano i soldi ai bambini, poi andiamo a comprare un giocattolo a testa.» spiegò Lizzie, indicando i bambini e poi il resto della stanza. Louis sentì lo stomaco stringersi al pensiero che tutti quei bambini vivevano in equilibrio precario.

«È una cosa fantastica. Forse quest'anno potrei -uhm, aiutare anche io? Se non le diapiace. Insomma, non sapevo di questo posto, anche perchè passo poco tempo a Los Angeles, sono qui solo per un lavoro abbastanza lungo che mi è stato assegnato, e ora che so di questi piccolini non posso fare finta di niente, non riesco.» disse Louis, guardando Harry mentre questi faceva una faccia buffa facendo ridere un gruppetto di bambini, che lo pregò di rimanere immobile per poterlo ritrarre.

«Non so se sia il caso, L-»

«Insisto, la prego. Fra meno di tre settimane arriverà il venticinque Dicembre, e porterò tutti i bambini con me a comprare qualcosa, è una promessa Signora Wellington.» ripetè Louis, mettendo la mano sul cuore. La donna sorrise ed annuì senza replicare.

E davvero, Louis non sapeva come fosse finito ad ospitare un barbone e regalare soldi ai bambini di un orfanotrofio, ma in quel momento, si sentì la persona migliore del mondo. Non era la stessa sensazione di quando terminava un progetto e i suoi lavoratori si complimentavano con lui; era molto di più. In ballo c'erano dei piccoli bambini, e lui adorava i bambini. Non per niente sognava spesso di averne uno tutto suo.

«A cosa pensi?» chiese Harry, sbattendo le ciglia ad un palmo dal suo viso e mettendo in mostra i grandi occhi verdi che Louis cominciava ad adorare.

«A te, a loro, e al fatto che mi sento veramente bene al pensiero di potervi aiutare.» rivelò con tono dolce, spostando lo sguardo da Harry ai bambini.

«Aiutare?» chiese il riccio dubbioso, inarcando un soppracciglio e guardando Louis, che annuì convinto, «Aiuterò loro e allo stesso tempo aiuterò anche te, dato che starai a casa mia.»

«E questo chi l'ha deciso?»

«Io, Styles, e sappi che non accetto un "no" come risposta.»

Harry si rattristì, «E Janette?» chiese con tono di voce basso e impaurito. Certo, agli occhi degli altri era una semplice gatta, ma per lui era una parte imprrtante della sua vita, e se l'avesse abandonata si sarebbe sentito un verme schifoso a vita.

«Ho una casa abbastanza grande per ospitare anche lei.»

Harry sorrise raggiante e senza troppe cerimonie abbracciò Louis, che inizialmnete titubante ricambiò l'abbraccio.

«Credo tu sia un eroe.»

Forse il tuo.

The begging 》L.S.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang