Rose.

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Aprì lentamente gli occhi, abituandoli lentamente alla luce della mattina. Appena vidi la mia nuova stanza, con ancora l'odore di nuovo per aria; mi alzai lentamente. Per prima cosa mi issai sui gomiti e successivamente mi misi a sedere. Mi passai una mano tra i capelli portando il ciuffo da una parte, passandomi le mani sulla faccia emisi uno sbadiglio. La stanza me l'aveva indicata Zero appena mi aveva raggiunta alla fine del corridoio, brontolando e imprecando contro di me per non averlo aspettato e quindi lasciato solo. Mi guardai attorno notando molte più cose che la sera precedente non avevo visto; come il camino, il letto a baldacchino dalle tende color bordeaux, la scrivania immensa, una cabina armadio e il bagno, fischiai a tutti quei lussi che nella mia vecchia casa non avevo. - ci trattiamo bene - sussurrai posando i piedi per terra. Poi mi venne in mente un pensiero, la cena. Per un secondo mi venne il panico poi mi calmai, insomma potevano capire la mia assenza. Ero appena arrivata in una nuova casa, avevo conosciuto un padre che sapevo a malapena della sua esistenza, avevo abbandonato la famiglia che mi aveva cresciuto e tutto in meno di ventiquattr'ore; ero giustificata. Mi diressi al bagno e quando mi vidi allo specchio, quasi caddi a terra. Ero davvero orrenda. Iniziai ad osservarmi, capelli a nido di piccione, occhi rossi dal sonno e della bava che si era seccato durante la notte. Lavarsi e vestirsi mi sembrava un ottima idea, così mi legai i capelli e iniziai con il lavarmi la faccia assonnata. Mi lavai i denti con energia osservando la finestra proprio affianco al mio letto, verso destra. Era una stanza circolare, luminosa per via delle finestre e molto ma molto spaziosa. Spazzolarmi i capelli si rivelò un impresa ardua, erano annodati come non mai, emisi degli urli di dolore quando incontravo un nodo cocciuto. Alla fine ero abbastanza presentabile, mentre stavo scegliendo cosa mettermi qualcuno bussò alla porta entrando senza neanche ricevere una mia risposta. Zero si mise davanti a me sorridendomi.
- dormito bene? - alzai gli occhi al cielo e raccolsi una maglia e un paio di jeans.
- voi lupi non sapete cos'è lo spazio personale, giusto? - il mio sarcasmo alimentò l'anima irrequieta del lupo.
- voi bastardelli non chiudete mai la bocca giusto? - già ero un incrocio tra un lupo e un'umana o anche comunemente detto una bastardella. Filai in bagno a cambiarmi facendo finta di non aver sentito nulla, non ne valeva la pena, non si meritava neanche la mia rabbia.
- rose non volevo..- sentì dopo un po', sospirai uscendo e guardandolo male.
- a cosa devo questa gradita visita - posai la maglia che avevo usato per dormire sul letto, Zero era immobile che mi guadagnava stranito. - allora? - lo incalzai alzando entrambe le sopracciglia.
- tuo padre vuole vederti, mi ha chiesto di potarti da lui - sarà per la cena. Brava Rose, sei qui da ventiquattr'ore e sei già nella Merda, un record; complimenti. Mi riprese sarcastico il mio lupo. Annuì seguendolo fuori dalla porta. I vari corridoi, in cui passammo, erano molto luminosi e feci attenzione a ogni particolare di essi; così da ricordarmeli per tornare alla mia stanza. Nessuno dei due proferì parola, Zero continuava a farsi passare una moneta tra le dita guardando avanti a se; indossava una maglia color militare, dei pantaloni con molte tasche, degli anfibi ormai rovinati dal fango e neve. Sul collo una chiazza violacea, tradiva tutto il suo aspetto, così anche i lupi adulti si facevano fare i succhiotti? Risi divertita da quel fatto, dopo tutto neanche Zero era indifferente al sesso femminile. Arrivammo alla sala del giorno precedente, spalancò le porte e mi fece segno di entrare. Con passo incerto esaudì la sua richiesta, appena passato Zero mi ritrovai il bambino dai capelli scuri che litigava con l'altro bimbo biondo. Prima di rispondere all'offesa si voltò verso di me, si era piazzato davanti a me senza permettermi di passare, i suoi occhi color oceano mi scrutavano sospettosi. Alzai un sopracciglio, che voleva da me? Perché doveva starmi tra i piedi? Non mi erano mai piaciuti i bambini di quel tipo, troppo sfacciati con i più grandi, poco rispettosi.
- papà credevo fosse meglio - urlò dun tratto girandosi verso mio padre che stava a pochi metri da noi, abbracciato ad una donna dai capelli rossi. A quella vista mi mancò l'aria, sentì di nuovo il mio lupo spingere  per attaccare ma lo repressi facendo un respiro profondo.mi imposi di concentrarmi sul bambino che volevo strozzare. Ammazziamolo. Dissi al mio lupo interiore che però non mi diede il via libera.
- Denny non essere maleducato, dopo tutto è tua sorella maggiore - la voce della donna mi fece venire la pelle d'oca, troppo bassa e troppo soave.
- ma mamma! - piagnucolò la bestiolina.
- Rosalin perché non sei venuta a cena ieri sera? Ti stavamo aspettando. - questa volta la donna si riferì direttamente a me, il nostri sguardi si incontrarono caricando l'aria di rabbia e tensione.
- mi sono addormentata. - risposi secca, parlare con quella donna era l'ultimo dei miei desideri.
- e non ti hanno svegliata? - perché voleva parlare con me? Cosa gliene importava di una stupida cena? Scossi la testa stanca.
- evidentemente no. - sentì tutti i muscoli irrigidirsi, perché anche quelli della donna erano tesi come corde di violino. I suoi occhi assunsero un colore giallo brillante e mio padre la strinse a se come per proteggerla. Guardai lui e non so cosa succede ma tutti quelli dentro la sala, iniziarono a bisbigliare e a guardare solo me.
- Rose, calmati - Mi sussurrò all'orecchio Zero stringendomi il braccio sinistro. - i tuoi occhi. Falli tornare come prima. - chiusi per un secondo tutto fuori dal mio mondo, concentrandomi sul mio lupo che stava dando in escandescenza. Quella puttana. Ringhiò fuori di se, anche a lui dava fastidio come a me quella vista e sinceramente avrei voluto farlo uscire e uccidere la stronza.
- George cosa succede? - una voce roca attirò l'attenzione dei mio lupo che si calmò e si mise seduto drizzando le orecchie.
- Oh, Nathan sei qui. - la Lyn di mio padre salutò quel che doveva essere un ragazzo. Aprì gli occhi e il mio lupo ululò con tutto il fiato che aveva nei polmoni e ne aveva tanto. Quello che vidi fu qualcosa di indescrivibile, come Natale tutti i giorni o il gelato ogni giorni senza ingrassare. Qualcosa di bello, molto bello. Il ragazzo che capitanava il branco, quelle dai capelli scuri e occhi scuri con un po' di barba, quello che mi guardava male. Era lui che il mio lupo scelse come compagno. Il problema e che ero io che non lo volevo.
- stai meglio? - Zero mollò il mio braccio facendomi voltare verso di lui. - si sto bene. - sorrisi incerta tornando a mio padre che stava parlando con Nathan. Si voltarono verso di me e mio padre sorrise:- Rosalin questo è l'Alpha dell'altro branco nostro ospite, Nathan Korug Darkblood. - spostai lo sguardo verso di lui e maledissi il mio lupo per il fatto che il mio cuore aveva preso a battere all'impazzata, come se volesse uscire e corriere da lui. - ciao Roxy - Roxy? Iniziavamo già male. Sbuffai stralunando gli occhi, Zero continuava a guardarmi e a sorridermi sornione. Che idee di stava facendo quello?
- cosa vuoi? - sussurrai facendomi sentire solo sa lui che in risposta alzò le spalle e guardò altrove tenendo sempre quel sorriso odioso.
- Ti senti meglio? - la voce della donna fece di nuovo infuriare il mio lupo. Così lentamente mi voltai verso di lei alzando il mento in segno di sfida.
- Si. - i miei denti erano così stretti che la voce era uscita più tagliente e dura di quanto credessi. Gli stavo stringendo troppo, per un secondo ebbi paura di romperli.
Odiavo già stare là.

Dynasty. (revisione) Where stories live. Discover now