Rose.

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Continuavo a guardarmi i piedi scalzi appoggiati al parquet caldo. Non so quanti minuti passarono da quella frase che mi rese inquieta e mi aprì uno squarcio nel petto così profondo, così perfettamente liscio da provocarmi un dolore acuto. 3 giorni. Avevo ancora da vivere tre giorni, mi rimenavano solo quelle quarantott'ore di vita. Cosa potevo fare? sarei scappata? Ma dove sarei andata e come avrei fatto? Mi presi la testa fra le mani mettendola poi in messo alle gambe nude; mi dondolai a destra e a sinistra cercando di calmarmi, cercando di riprendere lucidità e mettere via le mie paure. Volevo andarmene ma prima che potessi muovermi la porta della camera si spalancò facendomi sussultare e le mie mani corsero automaticamente alla chiusura, sul petto, dell'asciugamano. - sei ancora qui. - la lentezza studiata nella sua voce mi fece rabbrividire. Lo guardai con occhi velati di lacrime, lacrime di paura, di orrore che provavo nel vedere il mio assassino; la persona che avrebbe messo fine alla mia esistenza. - tutto bene? - mi si sedette affianco è tutto quello che riuscì a fare, fu solo scuotere la testa e chiudere gli occhi cercando di rimandare le lacrime al mittente. - ancora scossa dalla fuga? - aprì la sua calda mano sulla mia schiena, non mi dava alcun confronto. Annuì lentamente portando una delle due mani alla bocca, tappando i singulti. -dovrai imparare ad essere più forte, così fai solo pena. - mi diedi una bacio sulla testa e si allontanò. Mi bloccai all'istante e con molta calma girai la mia testa verso di lui, non riuscì a trattenere le parole che mi uscirono successivamente. - voglio andarmene, non posso restare qui. I miei potrebbero trovarmi, io..-
- io, io, io. Sei un po' egocentrica sai? Non pensi a me? Il tuo Lyn? - scossi la testa e mi alzai prendendo i vestiti puliti insieme alla biancheria. Stava per toccarmi o fare qualcosa riguardante il mio corpo ma un ringhio cupo e minaccioso uscì dalla mia gola, facendolo arretrare. Il mio lupo era della mia stessa idea di non voler assolutamente, star con lui o il suo stupido branco. Non era il mio Lyn. - Ehi e questo verso, da dove lo tiri fuori? - mi strinsi la roba al petto passandogli accanto, mentre passavo mi afferrò con violenza una ciocca di capelli. Abbandonai i vestiti a terra e mi afferrai la testa, il dolore si stava espandendo a macchia d'olio. - che cazzo fai! Lasciami. - strillai graffiandoli il braccio.
- è inutile, cretina. Non mi fai nulla. - lasciò la preso di colpo. - impara l'educazione oppure non potremmo stare insieme. -
- allora preferisco rimanere maleducata, grazie. - sibilai, lo schiaffo mi arrivò talmente veloce che non ero riuscita nemmeno a vederlo. Per poco non mi mandò al tappeto, ero riuscita a stare in piedi, avevo voltato solo la faccia di lato chiudendo gli occhi con forza. Strinsi i pugni e rimasi in silenzio senza dire una parola. Era davvero un mostro. Mi girai piano e con il dito indice mi spostai una ciocca da viso, toccando la guancia arrossata rabbrividì per il dolore ma non volli fargli capire che stavo male; così lo guardai fisso negli occhi. - allora imparerai l'educazione, piccola. - quasi risposi ma prima che potessi il mio lupo guai, provocandomi un nodo alla gola e sentì il naso iniziare a pizzicare segno delle lacrime in arrivo. Abbassai lo sguardo furente. - hai capito, vestiti ci vediamo giù. - e se ne andò sbattendo la porta dietro di se. Scivolai al suolo, appoggiando il peso sulle braccia iniziando a piangere in silenzio. Le lacrime che scendevano velocemente dai miei occhi, scivolavano sulla guancia ferita dandomi piccoli formicolii. Il nodo alla gola scemava poco a poco, il dolore alla guancia calava di intensità e i miei occhi finivano di lacrimare. Alla fine mi ritrovai seduta, ancora avvolta nell'asciugamano, con lo sguardo perso e la sola consapevolezza che ormai ero persa. Morta. Tornata nell'inferno da cui ero scappata dopo la morte di Lucius. Mi vestì come se fossi un'automa, dentro di me sentivo così tante cose mischiarsi che non avevo le forze di farle uscire; così le tenevo li, chiuse nel guscio. Mi infilai il maglione e mi legai i capelli in uno chignon disordinato. Sospirai passandomi una mano sulla faccia per poi dirigermi alla porta che con grande sforzo aprì. Percorsi senza neanche farci tanto caso, il corridoio che portava subito a due scale che scendevano al pian terreno. Appoggiai una mano sul corrimano e scesi tranquilla o almeno è quello che cercavo di far capire agli altri. Lakus passò in quel momento seguito da tre o quattro donne, munite di penna e gonne che lasciavano poco all'immaginazione. - ah ciao. - mi disse alzando un sopracciglio mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni scuri. Lo guardai alzando il capo, non mi avrebbe schiacciata sapevo cosa credeva quel l'essere. Credeva che ogni anima potesse essere schiacciata ma la mia aveva capito che prima di essere schiacciata, avrebbe combattuto. - Lakus. - pronunciai solo il suo nome continuando poi a scendere.
- tutto bene? - mi stavo dirigendo verso una porta a caso quando mi bloccò, stringendomi con molta forza il braccio. - se non mi tocchi, si. - divincolai il braccio guardando poi dietro di lui, quelle donne avevano dei segni sul volto e sulle gambe. I loro occhi erano velati e alcune avevano smesso di piangere da poco. Tornai su di lui. - sei un mostro. Stammi lontano. - sibilai allontanandomi ma prima che potessi scappare, qualcosa mi colpì alla testa e il buio mi accolse a braccia aperte.
- rose..- era ancora tutto buio, vedevo solo distese di oscurità  ma quella voce mi fece girare verso destra come se fossi certa che provenisse da lì. - Rose..- chiamò ancora e allora decisi di muovermi nella direzione. Man mano che camminavo il paesaggio cambiava, ad ogni mio passo qualcosa nasceva o cambiava. - Rose dove sei? - insistette. Mi bloccai di colpo rendermi conto che mi trovavo su una scogliera e sotto di me c'era solo una distesa di acqua nera. - sono qui! - gridai. - Rose, perché te ne sei andata? - piagnucolò la voce. - io non potevo restare lì, erano dei mostri. Io..-
- sei andata da l'unico mostro. Tuo padre lo è stato non ha scusanti ma ha cercato di cambiare. - il mare iniziò ad alzarsi.
- lui sta continuando ad uccidere branchi. - una luce apparse dal mare, ed era così luminosa che dovetti portarmi una mano davanti alla faccia per ripararmi. - Li sta unendo. Tanti branchi insieme. Per combattere un unico nemico comune. Tu sai chi è quel nemico? - La vecchia del bosco di quel giorno, apparì camminando nella mia direzione sull'acqua. - Lakus. - dissi piano osservandola. - lui è un mostro, non ti puoi fidare di lui. Lui ti ucciderà appena non gli servirai più. Rose devi scappare, devi andartene; devi tornare dal tuo branco. Dal tuo Lyn. - arrivata davanti a me mi posò una mano sulla spalla. - io non so chi sia il mio Lyn. - lei mi guardò in modo strano e rise dolcemente. - si che lo sai piccola. Lo sai benissimo. - e sparì. Il mare iniziò ad inghiottirmi e l'unica faccia che vidi prima di annegare, fu quella di Nate che provava a salvarmi.
- buongiorno piccola. - lo sentì e per un attimo ebbi il terrore che in quel momento sarei morta. Solo che appena aprì gli occhi mi sorrise e se ne andò, provai ad alzarmi ma delle catene mi tenevano stretta.
Ero in trappola.

Dynasty. (revisione) Where stories live. Discover now