Helen.

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per essere bella all'esterno basta un po' di trucco, fare qualche esercizio per il fisico e mettersi addosso una bel vestito ma per essere belli all'interno, cosa serve? e molte persone sono belle naturalmente dentro? sono pure? e altre artificialmente? nel senso che non sono belle dentro ma che si costringono a diventarlo come ad ingannare, non solo le altre persone ma pure se stesse. ed è cosi facile ingannare se stessi?credo proprio di no. Insomma noi ci conosciamo molto bene anche. Sappiamo cosa proviamo, cosa vogliamo e cosa pretendiamo. Capitava spesso di farmi queste domande e di rispondermi mentre mi sistemavo davanti allo specchio della camera che condividevo, con George; il mio Lyn, seduta alla scrivania. Mentre mi spazzolavo i capelli color rame, lunghi fin sotto le spalle. più mi guardavo allo specchio più mi chiedevo chi fossi davvero. Solo li mostravo la mia vera me, la parte insicura, la parte debole. era li, costantemente, riflessa nello specchio che mi osservava con gli occhi di quel verde spento ma oltretutto rimanevano magnetici. Sospirai cercando di mandare via quei pensieri dalla mia povera mente ma sapevo che sarebbero ricomparsi molto presto. - Hel tutto bene? - guardai il riflesso di mio marito nello specchio, neanche lui mi aveva mai visto insicura. - certo caro. - legai i capelli in una crocchia morbida, lasciando alcuni ciuffi liberi. mi misi la crema sulle mani e le osservai. - non credo tu stia bene, cosa c'è che non va? - sorrisi dolcemente mentre rimettevo in ordine quello che avevo usato. - Hel - ripeté ancora e ancora finché non persi la pazienza. - George sto bene, credimi, ora smettila di chiamarmi. mi mandi in bestia. - sbuffai. - scusa ma mi preoccupo. - si avvicinò cingendomi i fianchi e tirandomi verso di lui, facendomi affogare nei suoi occhi come succedeva un tempo. - allora dovresti preoccuparti di meno, tesoro. non fa bene alla salute. - gli lisciai una piega invisibile delle camicia facendolo sorridere. - tu fai bene alla mia salute, Hel. - gli diedi un piccolo bacio, un bacio casto che però trasmetteva la mia tenerezza nei suoi confronti. ricambiò per poi lasciarmi e andarsi a stendere sul letto matrimoniale. - Go, invece tu stai bene? - mi sedetti al suo fianco guardandolo. delle piccole rughe si erano formate sulla fronte e mi suggerivano che aveva qualche problema, e il problema era un lupa un po' ribelle. - fammi indovinare, Rosalin ha fatto qualcosa che non doveva fare. - mi guardò sorridendo. - è una ragazza impossibile, mi fa uscire di testa; ci fa uscire fuori di testa. prima l'ho vista litigare con Nathan e i suoi fratelli. ci credi? abbiamo insegnato hai nostri figli a non litigare davanti agli altri e adesso si urlano delle offese incredibili. - si passò una mano davanti alla faccia con fare esasperato.
- mi ricorda qualcuno, sai? - ammisi posandolo una mano sulla spalla e rivolgendogli un sorriso sarcastico. - molto divertente Hel ma lei assomiglia a Evie in tutto e per tutto. - quel nome mi fece ribollire il sangue e credo che Go l'avesse notato perché mi afferrò il polso tirandomi dolcemente verso di lui, persi l'equilibrio e finì per appoggiarmi al suo petto. - ti amo Hel, lo sai vero? - mi colpì in pieno e non riuscì a fare altro che sorridere e dargli un bacio che ricambiò prontamente. - si lo so ma sai che quel nome per me, è come un morso di un cobra mai curato. - mi alzai facendogli un occhiolino. - ma dopo tutto, mi piace Rose - ammisi ridacchiando. - peccato che a lei tu non piaci. Non se te ne sei resa conto. - feci la linguaccia alla sua stupida affermazione ma sapevo benissimo che non le piacevo, avrei dovuto fare la mamma anche con lei anche se non le sarebbe piaciuto. - Go chiedile scusa - lui mi guardò sconcertato e si alzò di scatto. - come prego? -
- Amore tre parole - alzai il l'indice, il medio e l'anulare mentre sorridevo:- devi chiederle scusa. - sbuffò e non riuscì a convincerlo, neanche minacciandolo di non farlo per un po'. - George perché fai così? È tua figlia, santo cielo. - sbottai infastidita dal suo comportamento.
- perché ti ha trattato male, nessuno può trattarti male. - lui diceva così ma sapevo che ci stava almeno un po' male, dopo tutto era la sua unica figlia femmina. Posai delicatamente le mani sui fianchi chinando la testa, esausta di provarci. - bene fai quello che vuoi, ma è la tua unica figlia femmina, l'unica occasione di avere quei momenti padre e figlia. Sono importanti. - gli puntai il dito contro:- sai che sono importanti. Lei è parte di te, forse quella migliore. - questa volta feci breccia in qualche modo e vidi la luce negli occhi di mio marito, cambiare.
- amore tu sei la parte migliore di me. - ammise sottovoce. - lo so lo so, ma tesoro, lei è la parte biologica migliore di te. Non dico che Aron, Harry, Nicholas e Dimitri, i miei figli, non siano parte di te ma sono la parte maschile, quella che crede di essere superiore, quella odiosa qualche volta. Invece Rose è la parte semplice, quella più modesta, quella con cui puoi sempre parlare e coccolare addirittura. Non pensi sia una cosa bella? - mi avvicinai a lui posandogli le mie piccole mani sul suo torace, mi strinse i fianchi avvicinando le nostre due fronti facendole toccare. Sospirò chiudendo gli occhi. - Rose ha bisogno di te, lei ha sempre avuto bisogno di te. Sei suo padre. - sussurrai.
- chissà cosa gli ha detto Evie su di me. - gli accarezzai la guancia sorridendo. - qualunque cosa gli abbia detto, sicuramente a Rose non è importato. Vedo come ti guarda e so cosa prova, te lo ricordi no? - annuì guardandomi. - Rose ha bisogno del suo papà e il suo papà ha bisogno di Rose. Lo so io. Lo sai tu e la sa anche lei. - gli bacia il fronte con dolcezza.
- non mi varrà vedere, gli ho fatto troppo male. Tu non hai visto i suoi occhi, era spaventata e mi odiava. - stava per allontanarsi ma gli presi la mano contro entrambe le mie. - si ho visto, forse hai esagerato ma anche io. Gli ho detto la regola che aveva infranto e penso mi abbia odiato ma possiamo farci perdonare. Portale dei cioccolatini e insegnale tu stesso come essere una lupa e prova a farle da padre. - mi baciò di colpo stringendomi a lui con dolcezza ma anche con un po' di forza. Prima di passare al passo successivo, Harry entrò senza bussare è un ringhio partì sia da me che da George. - Ehi scusate piccioncini. - alzò le mani in alto come a segno di resa. - ma abbiamo un problema, tra la nuova e Nate. Credo si stiano per scontrare ma non ho capito per cosa. - io guardai George e vidi la preoccupazione che venne poi coperta dalla sua solita maschera di ghiaccio. - arrivo, dove sono. - uscirono spalla a spalla dalla stanza e io notai la loro somiglianza nelle movenze. Poi pensai alla piccola Rose mentre uscivo per avviarmi verso lo scontro. Credo che qui non ci sarà più da annoiarsi.
Ridacchiai continuando a camminare per il corridoio.

Dynasty. (revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora