Rose.

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- Roxy vai al reparto sedici, prendi quello che c'è scritto sulla lista e solo quello. - mi mise la lista in mano per poi spingermi delicatamente verso le corsie, come se fossi una bambina da tenere buona mentre i grandi lavorano. Sbuffai infastidita percorrendo svariati reparti, in cerca del "mio". Quando finalmente lo trovai e mi immisi in esso, una figura più alta e slanciata di me mi bloccò la strada. Alzai la testa per chiudere di farmi passare ma mi ritrovai la metà schiena di Nate proprio ad un palmo dal naso. Sbuffai roteando gli occhi, era sempre in mezzo ai piedi. Mi spostai passandoli accanto, mi bloccò di colpo allargando il braccio. - Ehi bambolina. - mi fece l'occhiolino. - Ehi togli quel braccio. - replicai il suo tono e gli feci un occhiolino monco, così da farli abbassare il braccio. - non riesci a starmi lontana. - mi seguì mentre individuavo i vari prodotti da acquistare. Mi abbassai per prenderne uno e intanto osservavano la fila. - se mai sei tu che non riesci a starmi lontano. - dopo essermi rialzata gli appoggiai violentemente il prodotto sul petto, facendoli un sorriso ironico. Notai solo dopo che aveva il carrello con se, almeno una cosa giusta l'aveva fatta. Stavo leggendo quello che mi mancava, con il viso rivolto verso gli scaffali, quando sentì la presenza di Nate sopra alla mia spalla. Il suo corpo copriva completamente il mio, lo guardai di sottecchi. Stava leggendo anche lui quello che mi mancava da sopra la mia piccola spalla. Sentivo il calore del suo corpo attraverso il tessuto della giacca, il suo respiro sul collo e il suo profumo di montagna tutto attorno a me. Il mio lupo iniziò a girare su se stesso e a ululare come un forsennato. Si alzò persino su due zampe, era impazzito non conteneva la gioia. il lupo di Nate gli rispose con un forte latrato come a dire "ti sento, sono qui" e fu come una scossa. Respirai profondamente ma non aiutò, anzi peggiorò la situazione; il suo profumo mi entrò tutto nelle narici rendendomi nervosa. Cercai di spostarmi, di togliermi da quella situazione ma finì solo per appoggiarmi al suo petto. Le sue mani si posarono delicatamente sulle mie bracci spostandomi dolcemente in avanti e poi scomparendo. Mi voltai e vidi solo la sua figura girare l'angolo e sparire. Tornai a respirare nello stesso momento in cui non lo vidi più.
Presi le ultime cose e andai verso i miei compagni di viaggio, misi tutto nel carrello sotto l'occhio vigile di una lupa che voleva solo fare a modo suo. Mi appoggiai ad una colonna bianca li di fianco aspettando in silenzio, l'arrivo di tutti mentre la lupa e un'altro ragazzo parlavano animatamente attirando l'attenzione dei passanti. Gli guardai annoiata, la ragazza spostava una cosa e lui la rimetteva apposto sbuffando. - se la metti così poi non ci sta! - disse la ragazza mentre spostava di nuovo l'oggetto conteso. - invece si. Dammi retta. - era una ribatto di parole continuo, spostavano quel coso e poi lo rimettevano dov'era. - basta Lea. - sbottò il ragazzo afferrando con rabbia il prodotto e mettendolo nel posto che voleva lui. - basta tu Rick. Tu non vai mai a fare la spesa, questa è la prima volta; lascia fare all'esperta.- si toccò il petto e spostò di nuovo l'oggetto, dando non solo i nervi al povero lupo ma anche a me. Continuarono a battibeccare per qualche minuto, prima che Athos e Nate apparissero da dietro un angolo proprio davanti a noi. Athos scosse la testa alla vista della scena pietosa dei due lupi. Nate si limitò ad avanzare tenendo la schiena dritta e gli occhi puntati sui due. Qualcosa in me si mosse e non era il mio lupo, ero io. Io provavo una certa attrazione per lui, io lo trovavo bello. Finalmente, stavo diventando vecchio. Commentò il mio lupo in festa. Sbuffai e scossi la testa esasperata. Nate afferrò l'oggetto conteso e lo mise in un angolo del carrello, lontano dai due punti scelti dai duellanti. - nelle vostre posizioni si sarebbe sicuramente rotto. Usate la testa, c'è l'avete no? - gli sorpassò zittendoli, quando mi fu abbastanza in una mossa felina mi prese il gomito spingendomi in avanti, al suo fianco.

- direi che abbiamo preso tutto. Vi va un caffè? - chiese la donna appena fummo fuori dal Market. Tutti annuirono tranne io che ero concentrata sul telefono. Mia cugina mi aveva scritto, chiedendomi come stessi e che in famiglia erano successe delle cose. Stavo per inviare il messaggio quando Nate me lo sequestrò; alzai la testa di scatto afferrandoli la maglietta. - sei scemo? Ridammi il telefono! - strillai facendolo fermate. - no. - rispose secco e con gesto secco mi strappò la sua maglia dalla mano. Tutti iniziarono a ridere, tranne naturalmente Athos che come sua abitudine mi osservava silenzioso, mi sentì umiliata e non potevo accettarlo; non per colpa sua. Così senza pensarci due volte, lasciai le buste per terra e quando Nate si fermò a mettere il telefono in tasca, gli saltai addosso con tutto il mio peso; non aspettandoselo perse l'equilibrio e finimmo a terra tutti e due sotto gli occhi sconcertati e divertiti dei passanti. Prima che potesse rendersi conto di quello che era successo, afferrai il telefono e con forza lo tirai fuori. Cercò di riprenderselo ma ormai mi ero già alzata e con grande abilità avevo schivato il colpo. Sorrisi trionfante e come gesto di gentilezza lo aiutai ad alzarsi. Allungai la mano ma con un gesto rabbioso me la schiaffeggiò via. Non dissi nulla, anzi ci sorvolai sopra e continuai a mandare messaggi a mia cugina che si era preoccupata nel frattempo. Le dissi che un lupo mi aveva preso il telefono e che avevo dovuto atterrarlo di brutto per riprenderlo. Athos mi appoggiò una mano sulla schiena conducendomi alla tavola calda più vicina. Mi sentì in colpa dopo un po', vedendo Nate scuro in volto e con le spalle ricurve; così alzai la testa e sussurrando chiesi a Athos:- secondo te, devo chiedere scusa? - lui si voltò verso di me e con uno sguardo mi fece capire che sarebbe stato meglio. Sbuffai e velocizzai il passo mettendomi al fianco di Nate. - Ehi...ehm..come stai? - mi guardò per un secondo sbuffando. - bene, te? - rispose secco alzando gli occhi al cielo. - allora, scusa per prima. Forse ho un po' esagerato. - sorrisi mostrando la mia faccia da scuse. Mi guardò ancora e invece di sbuffare alzò un sopracciglio mettendosi a ridere. - tu che chiedi scusa? Mi è nuova questa. - alzai gli occhi al cielo quando stavo per allontanarmi mi fermò. - va bene, scuse accettate. - mi fece l'occhiolino e le mie guance si tinsero di rosso.
Ero veramente fregata.

Dynasty. (revisione) Where stories live. Discover now