Rose. (fine.)

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Molte persone dicono che dopo la tua prima volta, sei diversa in un modo che tu non percepisci ma gli altri si. Quella mattina mi alzai guardandomi attorno, io e Nate ci eravamo addormentati nel letto abbracciati come koala. Sorrisi passandomi una mano tra i capelli scompigliati, continuai a guardarmi attorno. Tutti i vestiti a terra, il tavolino e le valigie messe in un angolo. Mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo, decisi di lavarmi. La doccia non era grandissima, conteneva si e no una persona ma mi andava bene. Mi svestì lentamente guardandomi, tra le gambe il sangue secco rimasto impresso. Distolsi lo sguardo concentrandomi sullo specchio sopra il lavandino, i miei capelli erano scompigliati e la mia pelle era così bianca ma liscia che mi colse di sorpresa. Mi misi una ciocca dietro l'orecchio entrando nel cunicolo. Aprì l'acqua e il caldo mi scivolò sul corpo rigenerandolo. Mi passai le mani sulla testa, togliendo l'acqua che ci si posava sopra. Chiusi gli occhi concentrandomi sulla sensazione di benessere che mi pervadeva. Mi lavai bene: togliendo tutti i residui di sangue, di sudore e di lacrime. Presi un po' di shampoo iniziando a massaggiare la cute. Rimasi all'interno della doccia per non so quanto tempo, finché Nate non aprì la porta osservandoli da dietro il vetro.
- stai bene? - mi voltai di scatto sorridendogli.
- certo, te? - tornai a sciacquarmi i capelli dandogli le spalle. La porta si aprì di scatto, mi si buttò addosso chiudendomi i polsi nelle sue mani, sollevati sulla testa. La sua bocca si impossessò della mia, iniziando così una lotta tra le nostre lingue. Mi piaceva davvero tanto quella sensazione, la passione che c'era tra noi, la chimica che avevamo era una cosa unica. Sorrise a contatto con le mie labbra e io feci lo stesso, sentendo i nostri respiri irregolari. Mi lasciò i polsi e lentamente passò la mani sul mio corpo. Dei brividi mi percorsero per tutto il corpo e quello fu il via dell'accoppiamento.
Quando uscimmo dalla stanza, mano nella mano, con un sorriso ebete sul volto; tutti gli altri ci stavano osservando. Potei quasi vedere il fumo che usciva dalle orecchie dei miei fratelli, sapendo cosa avevamo fatto. Alzai le spalle cercando di non farmi rovinare il momento.
- oggi tocca a te cercare le tracce del bastardo, Rose. - Aron mi guardò furibondo, così mi limitai ad annuire. Diedi un bacio casto a Nate che mi prese i fianco avvicinandomi a lui.
- ci vediamo dopo. - mi sussurrò lasciandomi andare. Le macchine partirono e con me rimasero, Julia e Dimitri. Loro si trasformarono. Io chiusi gli occhi e sentì il mio spirito lupo crescere dentro di me. Le ossa iniziarono a scricchiolare e rompersi. Non sentivo dolore anzi solo adrenalina, dopo pochi secondi ero il lupo grigio dagli occhi rossi. Guardai Julia, dal pelo rossiccio e occhi neri come la pece e Dimitri anche lui rossiccio ma dagli occhi smeraldo. Ringhiai come segnale di partenza e iniziammo a correre.
Fu una corsa incredibile, correvamo a per di fianco per il bosco; seguendo l'odore di Lakus che non era molto distante. Tenevo sempre aggiornato Nate per via mentale, era molto preoccupato. Saltai su una radice che sporgeva dal terreno, atterrando proprio in mezzo ai miei due compagni di corsa.
Dopo due ore buone ci fermammo, eravamo vicini, troppo vicini al nemico.
Dimitri, Julia..andiamocene, non è sicuro. I due lupi mi guardarono abbassando la testa. Prima che potessimo fare qualcosa, il resto della nostra squadra ci raggiunse. Guardai il lupo nero dagli occhi azzurri affiancarmi e capì subito che era Nate.
Cosa ci fate qui? Mi guardai attorno notando che tutti avevano le zanne ben esposte.
È giunto il momento, Roxy non puoi più tirarti indietro. Mi sedetti un secondo, potevo davvero farcela? Sarei riuscita ad ucciderlo definitivamente? Scossi il capo per poi abbassarlo.
Ti sei allenata per questo? Il mio lupo iniziò a farmi domande per calmarmi. Allora? Si.
Sai dove trovarlo? Si.
Dove colpirlo? Si.
Sei da sola? No.
Allora uccidilo per mamma e per tutti gli altri. Uccidilo come hai ucciso Lucius. Sollevai di scatto la testa e un ringhio mi partì dalla gola fini ad uscire dalla mia bocca. Un ringhio cupo e bestiale. Nate ululò seguito dagli altri. Partimmo verso il nostro destino. Uccidi o vieni ucciso. Era questo quello che si tramandava nelle battaglie. Vincitori o morti. Mi ripetevo quelle frasi nella testa per caricarmi, avrei data tutta me stessa.
Siamo delle guerriere, lo siamo sempre state. Nate iniziò a correre seguito dagli altri, gli guardai per alcuni secondi poi mi unì anche io. Non perderemo, non adesso.
E se non ci riusciamo? Chiesi nel momento stesso in cui vidi il gruppo di dieci persone attorno a delle macchina, poco distanti da noi.
Ci riusciremo. Gli altri si buttarono addosso ai lupi delle macchine mentre io, con il mio fiuto, cercavo Lakus.
Lo trovai.
Trovai il suo rivoltante odore che era poco distante da me, solo qualche passo. Mi voltai e lo vidi.
Vidi i suoi occhi glaciali e il suo pelo nero come la notte. Lo fissai per una manciata di secondi prima di rendermi conto che stava per attaccarmi. Prima che potessi attaccare io, il mio Lyn mi si parò davanti, ringhiando contro il nemico.
Tutto accadde troppo velocemente.
I due lupi neri si scontrarono con una forza tale da lasciare impronte profonde sul terreno e ad ogni scontro un boato, si espandeva per il bosco.
Guardavo le due figure affrontarsi, tra morsi, calci, prese alla gola e ringhi non mi accorsi che un lupo dalla parte di Lakus, mi stava puntando. Un colpo secco mi buttò per terra, ringhiai lanciandogli un'occhiataccia. Era una lupa, più grande di me di poco; occhi neri e pelo color ambra. Mi mossi contro di lei, riuscì a morderle la gola e sentì il suo sangue scoppiarmi in bocca; quel sapore di metallo mi fece staccare la presa. L'avevo ferita gravemente ma ancora stava in piedi.
Maledetta.
Fu un scontro lungo e violento. Io combattevo contro la lupo e Nate contro Lakus. Tutti e due eravamo feriti ma combattevamo, senza mai fermarci. Nate era più meccanico come se l'avesse fatto talmente tante volte che ormai il suo corpo reagiva, come se danzasse una vecchia coreografia imparata a memoria. Io invece ero più istintiva, colpivo i posti scoperti anziché quelli vitali. Dentro di me non era ancora inciso il lupo assassino, come molti lupi avevano. Eppure non volevo morire, speravo che si arrendesse a me.
Basta, sottomettiti. Ringhiò il mio lupo interno a suo.
Mai sporca cagna. Rispose di conseguenza, il suo sguardo era carico di morte e violenza. I suoi occhi neri trasmettevano odio puro.
Lakus è solo un traditore e un assassino, non aiutarlo. Cercò ancora di convincerlo. Lui vi sta solo usando, lui vi terrorizza; se ci aiuterete, potrete  scappare da quel limbo di paura, posso prometterlo.
Lui è il mio Lyn, morirò per lui se è necessario. A quelle parole mi bloccai.
Il suo Lyn.
Allora Lakus aveva un Lyn ed era lei. Quella giovane lupa ambrata. Ringhiò continuando a fissarmi truce.
Hai scelto il tuo destino allora. Non controllai più me stessa, il mio lupo prese il sopravvento. Balzò sopra di lei e con un morso secco le recise la carotide, come a Lucius. Tutti quei ricordi mi passarono davanti agli occhi, mentre guardavo la lupa esalare l'ultimo respiro.
Sentì anche la sua mente spegnersi, ho uccisa una persona? Mi chiesi nel momento stesso in cui il senso di nausea misto a consapevolezza dell'accaduto mi raggiungeva. Mi tolsi di scatto dal corpo e mi per poco non svenni, chiusi gli occhi di scatto cercando di ritrovare me stessa.
Gli spalancai notando Lakus e Nate combattere ancora, il mio Lyn stava male molto male. Dalle fauci li colava del sangue e aveva ferite ovunque. Mentre Lakus, anche lui ferito, grondava sangue dalle zampe e quasi non si reggeva in piedi.
Lakus arrenditi! Mi misi al fianco di Nate fissandolo con la testa alzata.
Mai! Ringhiò avanzando di un passo.
I miei amici apparirono da dietro gli alberi, sporchi di sangue ma salvi. Si misero dietro di noi, osservando la scena.
Non hai scampo, sei fottuto. Nate prese posizione nelle nostre menti.
Ho detto mai! Io sono Lakus, non un lupo qualunque! Io ho sterminato branchi! Sono Alpha del più temuto branco! Rosalin tu sarai mia oppure di nessun'altro.
Non sarò mai tua. Affermai con freddezza.
Allora non sai di nessuno! Mi si buttò addosso ma Nate lo intercettò, spingendolo lontano e facendolo andare a sbattere contro un albero. Si accasciò al suolo e li rimase.
Aveva battuto la testa così violentemente che si era spaccata e tutto il sangue si espandeva attorno al corpo senza vita.
È finita, è davvero finita.

Due anni dopo..
- oh mio dio ci siamo! Ci siamo! - Helen saltellava per la camera. Erano passati due anni dalla morte di Lakus, quindi la fine dell'inferno. In quei due anni erano successe tante cose che ancora mi sembravano così spaventose. Julia ed io avevamo scoperto di essere rimaste incinta, ci credete; incinta? Ero quasi svenuto quando me lo dissero, invece Nate aveva ululato per ben venti minuti.
Che scena divertente.
- sei bellissima, Rose. - Julia che teneva il piccolo Greg tra le braccia e indossava un abito rosa pallido, con fieri sulla fascia messa alla vita. I capelli rossi raccolti in una treccia lunghissima. Il piccolo indossava un piccolo smoking.
- grazie. - feci un giro su me stessa e il vestito da sposa bianco si alzò di poco. Sospirai, l'abitazione stava crescendo. Avevo accettato di sposare Nate solo due mesi prima. Eravamo usciti lasciando Damian con i miei fratelli. Eravamo andati alla radura, visto che non ci potevamo allontanare troppo, stavamo parlando e ci stavamo facendo le coccole. Quando mi alzò e fece finta di farsi male al ginocchio, prima che potessi dire qualcosa tirò fuori la scatoletta e io divenni un fiume di lacrime.
- devi metterti a posto i capelli! - squittì Rebecca, la Lyn di Aron. Dallo scontro avevamo iniziato a conoscerci meglio e da lì eravamo diventate amiche. Mi fece sedere stando attenta a non rovinare il vestito o il trucco. Mi legò la parte superiore dentro la testa e lasciò ma perte inferiore libera sulle spalle. Iniziò a farmi le punte ondulate e mi mise il velo dietro. - puoi guardarti allo specchio. - batté le mani contenta. Il vestito che avevo scelto era semplice, con del pizzo sulle spalle ma che lasciava la schiena libera. La scollatura a cuore e uno strascico lungo. Mente mi guardavo mi venne in mente il funerale di Lucius, l'inizio della mia avventura. Ero vestita di nera e in quel momento ero vestita di bianco. Come cambiano le cose. Com'ero cambiata.
Avevo iniziato la mia avventura a diciassette anni e l'avevo finita a diciannove.
Com'era corso il tempo.
Quanto dolore.
Quanta felicità.
Quanto amore.
Sorrisi allo specchio notando il mio trucco leggero, solo dell'eye-liner nero, dell'ombretto argento glitterato e il mascara, con un tocco di rossetto rosso non troppo accesso.
- ci siamo! - le mie damigelle mi aiutarono ad alzarmi e scendemmo le scale. Tutta la casa era tappezzata di nastri bianchi. Era così bella e viva. Le finestre spalancate lasciando che la luce del primo pomeriggio entrasse insieme a quel venticello tanto comune alla primavera. Prima di camminare fino alla navata mi fermai e mi guardai attorno.
Mio padre che mi aspettava all'inizio della passerella bianca. Con un completo blu scuro e  la cravatta nera. Sorrisi dolcemente. Il nostro rapporto era cambiato in meglio. Ora sentivo che ero sua figlia, ed era meraviglioso.
Dimitri che mi sorrideva trattenendo le lacrime, si era lasciato con Jackie perché non era il suo Lyn ma non stava male anzi. Mi mandò un bacio che ricambiai.
Harry che teneva stretta Julia che aveva in braccio Greg, che bella famiglia.
Rebecca e Aron che mi sorridevano, si erano sposati un'anno prima di me e Nate.
Tutto il branco che mi osservava, la mia nuova famiglia.
Ho lasciato dolore e solitudine quando avevo diciassette anni e ho trovato amore e felicità a vent'anni.
Avevo lasciato una famiglia per acquistarne un'altra.
Ero così cambiata e mi piaceva, non odiavo più il mondo ma adesso lo accettavo per quello che è.
Afferrai la mano di mio padre e successivamente allacciai il mio braccio al suo. Il velo mi copriva la faccia, così facendo copriva il mio volto che cercava di trattenere le lacrime.
- pronta? - mi chiese a pochi passi da Nate che teneva Damian in braccio. Il mio bambino. La mia luce. Il terzo ometto che amavo più di me stessa. Il mio principino. Una lacrima di felicità scese solitaria ma con un gesto della mano la asciugai.
- mai stata così pronta. - sorrisi camminando verso il mio destino.

FINE.

Dynasty. (revisione) Where stories live. Discover now