Rose&Nate.

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Aprì gli occhi, sopra di me non c'era più il tetto come la sera prima, era stato sostituito da un cielo stellato. La luna splendente proprio sopra di me. Mi alzai sui gomiti guardandomi attorno spaesata. Era tutto come l'avevo lasciato eppure, a parte il tetto, era tutto così diverso. Così cupo, spaventoso e freddo. Sentivo la pelle d'oca avvolgermi. Dei passi attirarono la mia attenzione, poi un viso squadrato munito di due occhi scuri come un buco nero e dalla pelle cinerea apparirono dal buio che avvolgeva la porta, della camera. I miei occhi si spalancarono per la sorpresa, era così diverso. - Lucius..- mi scappò dalle labbra prima che potessi fermarla. Piegò la testa di lato, sorridendomi maligno; allungò una mano e la coperta volò via. Iniziò ad avanzare e io cercai di alzarmi ma delle braccia bianche mi tenevano per i polsi. Iniziai a strattonare cercando di liberarmi, di correre il più lontano possibile. Non ci riuscivo. Aprì la bocca ma questa volta, uscì solo un debole soffio e poi nient'altro. Riprovai ma niente. Solo il silenzio. Alzai gli occhi nei suoi, un senso di perdita mi invase il petto facendomi gocciolare gli occhi. Strattonai di nuovo pregando che mi lasciassero andare e fu così. Appena mi divincolai, mi catapultai alla porta aprendola e scappando in corridoio, seguita ovviamente dal mio aggressore. Tutto intorno a me iniziò a vorticare e per darmi la forza di avanzare mi spingevo dalle pareti.
- rose..rose..- sentì piano dietro di me, inciampai cadendo sul suolo. Mi voltai di scatto e mi abbassai di nuovo riuscendo a schivare una mano bianca, che puntava dritta alla mia testa: - perché scappi da me? Rose? Non ti ricordi chi sono? Eh, Rose? - la sua voce era così profonda da far paura, non me la ricordavo così. Allungò di nuovo la mano, in un secondo fu dai miei piedi. Mi afferrò una caviglia tirandomi verso di lui, scivolai sul pavimento cercando di aggrapparmi a qualsiasi cosa ma quando le toccavo, le mie mani ci passavano attraverso :- eh? Te lo ricordi? Sono quello che hai ucciso. Perché l'hai fatto? Dimmi, non ti piacevo? Non mi amavi, come io amavo te? - cantilenava continuando a tirarmi verso la mia camera. Sentivo un dolore acuto alla caviglia, cercai di staccare la mano; calciavo, mordevo, graffiavo ma niente, era impossibile: - rose sei cresciuta, sei diventata una donna..oh..come sarebbe stato bello vederti..- si voltò, un urlo mi scappò dal profondo della gola quando vidi la sua faccia mezza putrefatta e bruciata.
- lasciami..Lucius..- urlai isterica.
- oh no, non posso. Lakus ti vuole.. - quando sentì quel nome un me scattò la furia cieca. Con un calcio gli feci staccare la mano, mi alzai affrontandolo. Barcollava da una parte all'altra, tenendo la tua testa piegata verso destra. Le mie gambe iniziarono a tremare, come se una scossa di terremoto mi scorresse nelle ossa. Una vena, che sfociava nel suo occhio destro rendeva la pupilla tutta nera. Era una scena raccapricciante.
- Lucius ..fermati..- riuscì a dire prima che la sua mano si chiudesse sul mio polso, tirando verso di lui. Posai una mia mano sul petto e con orrore notai che la risucchiava, facendo colare del sangue.
- come avevi detto? Vai all'inferno? - ridacchiò scrutandomi con i suoi occhi vetrati: - beh tesoro, tu ci verrai con me..- il suo ghigno si allargò, tutto attorno a noi si creò un cerchio di fiamme. Si alzavano sempre di più, ebbi il terrore di morirci dentro. Anzi sapevo che ci sarei morta. L'unica cosa che mi veniva da fare era urlare un solo nome. Nate. Iniziai ad urlare sempre più forte, sempre di più. Sentivo la gola bruciare e le corde vocali cedere, però continuavo lo stesso finchè il suolo non finì di inghiottirci. Da lì fu solo buio.

Mi svegliai sentendo il mio nome chiamare sempre più forte, Rose affianco a me scottava e si dimenava. Piangeva e urlava. Ormai era mia abitudine dormire con lei durante la notte, aveva incubi quasi ogni notte e quasi ogni notte io la consolavo. Lo facevo con piacere, mi sentivo utile in quelle occasioni.
Mi misi a sedere di scatto fissando il corpo della mia Lyn, che si contorceva:- Roxy! - provai a chiamarla ma non mi sentiva, il panico iniziava a crescere dentro di me. Cosa potevo fare? Ascoltai meglio, diceva solo una parola, un nome "Lucius", quindi capii di chi si trattava, Baba me l'aveva detto. Lucius era suo cugino, più grande di lei. Quando abitava ancora in quella casa lui si approfittava di lei, credendo che fosse la sua Lyn. La picchiava, la toccava e le faceva delle proposte indecenti. Aveva vissuto così finché una notte, quando stava per violarla del tutto, il lupo dentro di lei reagì. Tranciandogli di netto la vena del collo con un solo graffio.
La scossi con più forza, chiamandola ancora e ancora. Dopo qualche minuto spalancò gli occhi e gli posò su di me. Gli vidi diventare lucidi e poco a poco lasciarono cadere della lacrime che tracciarono i contorni del suo viso. La presi tra le braccia senza dire una parola, iniziai a cullarla sperando che un po' si calmasse. Continuava a stare in silenzio, stringeva con forza il mio braccio guardando il vuoto davanti a se. Volevo sapere cosa avesse sognato ma mi sembrava abbastanza scossa, quindi mi limitai a baciarle la testa. Se avesse voluta voglia di parlarne con me, l'avrebbe fatto. Restammo per non so quanto tempo prima che chiudesse di nuovo gli occhi, respirando regolarmente e addormentandosi. Sembrava un angelo. Un dolce angelo caduto dal cielo solo per me. Sorrisi sprofondando poi anche io nei miei sogni.
La mattina seguente mi svegliai tenendo ancora tra le braccia il suo corpo esile. Mi alzai lentamente scivolando fuori dal letto, prima di alzarmi però la sua mano si serrò sul mio polso.
- non andare, non adesso. Resta ancora un po' qui. - i suoi occhi assonnati mi fecero tenerezza, così mi rimisi al suo fianco. Mi osservò in tutti i miei movimenti.
- ciao..- sussurrai accarezzandoli i capelli morbidi come seta.
- scusa per sta notte. - socchiuse gli occhi stirandosi.
- non ti preoccupare. - le sorrisi dolcemente cercando di rassicurarla.
- ho sognato Lucius, voleva prendermi e portarmi da Lakus. - i suoi occhi si velarono e la sua voce iniziò a tramare. Le posai una mano sulla guancia facendo così, i suoi occhi e tutto il resto tornò come prima. Sospirai stringendola a me.
- non ti preoccupare, ci sono io adesso. -

Dynasty. (revisione) Where stories live. Discover now