Rose.

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Stavano tornando indietro dopo aver preso il caffè, tra chiacchiere allegre e risate sommesse mentre sfottevano Nate. stranamente non reagiva anzi rideva e ribatteva come un ragazzo comune. Ero indietro nel gruppo, nessuno mi stava affianco e osservavo ció che mi stava attorno. Ormai era sera o quasi. Il cielo chiaro stava cedendo il posto all'oscurità. Sentì dei passi velocissimi affianco a noi, mi voltai per guardare ma il rumore era sparito. Alzai le spalle pensando che fosse stato qualche tasso o altro, non da darci molta importanza ma più camminavo più mi sentivo osservata e più mi agitavo. Così allungai il passo mettendomi ancora di più in testa, guardando perennemente attorno. Sentivo sussurri e passi, mi fecero accapponare la pelle. Li sentivo ovunque; alle spalle, alla mia destra, alla mia sinistra, davanti a me. Erano come spiritelli che non mi lasciavano un secondo. - Roxy. - sobbalzai concentrandomi su Nate che mi stava guardando preoccupato. - stai bene? - annuì per poi tornare a guardare atterra. Forse stavo davvero impazzendo. Continuavo a sentirli ma prima che potessi urlare una donna mi venne addosso, mi fermai e quando cercai di scusarmi lei mi sorrise e scomparve nel nulla. Lasciandomi a fissare il punto in cui era scomparsa. Mi voltai di nuovo verso i miei compagni e notai che erano molto avanti, così mi voltai un'ultima volta e poi corsi da loro. Pensando che l'accaduto fosse molto strano ma decisi comunque di non parlarne.

In macchina non avevo aperto neanche bocca, pensavo e ripensavo a quella scena. Misi le mani in tasca e mi colpì il fatto che nella tasca destra, che prima era completamente vuota, c'era un pezzo di carta. Lo estrassi lentamente e lo aprì nello stesso modo. Una calligrafia splendida riempiva il piccolo spazio e leggevo perfettamente quello che c'era scritto. " non hai ancora scoperto nulla? Perché non cerchi di capire per quale motivo tutti temono tuo padre o Nathan e perché i tuoi non ti volevano. L." Non ci crederai mica, vero? Obbiettò il mio lupo nervoso. Cosa ho da perdere? Chiesi mentre voltavo la testa verso il finestrino guardando gli alberi passarci accanto veloci. Un branco, degli amici, una famiglia e il nostro compagno. Tutto. Ribatté sempre più nervosa. Non apparteniamo a loro, lo sai. Non perderemmo nulla. Sospirai stremata. Io mi sento parte di loro, mi sento parte del branco e noi apparteniamo a qualcuno. Dovresti sentirti anche tu così, Rose. Mi rimproverò. E allora perché non mi sento così? Perché sento che c'è qualcosa in loro che non mi piace, che non mi convince. Non sappiamo nulla di loro, Kye.
Non c'è nulla che non vada, Rose. Sei paranoica. Sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Io non credo, vedo come molti guardano George e i miei fratelli, vedo come si comportano. Hanno paura, paura di loro. Gli alberi passavano veloci e con lì occhi cercavo di seguirli ma era inutile, mi sfuggivano come quel piccolo elemento che mi avrebbe fatto capire chi sono, cos'è il mio branco. Perché sono i più temuti, cos'hanno fatto per meritarsi quel titolo? Caricai ancora.
Non lo so.. Ammise pensierosa.
Kye, dobbiamo scoprirlo. Ognuno deve sapere sulla propria famiglia.
Hai ragione, spero solo di non perdere nessuno. Il suo tono triste mi strinse il cuore.
Non perderai nessuno, Kye, te lo prometto. Mentì spudoratamente e forse anche lui l'aveva intuito, si mise a cuccia facendo le orecchie in avanti.
- sei silenziosa. - sospirai ancora, decisi di rimanere in silenzio non avevo voglia di parlare. - perché sei così silenziosa?- insistette.
- sono solo stanca, mi stavo addormentando. - sussurrai irritata, mi appoggiai al finestrino e socchiudendo gli occhi. - abbiamo girato poco. - puntualizzò ironico. - mi stanco molto, non sono come voi. -
- questo lo so. - lo guardai di sfuggita e potei notare il sorriso divertito sulle sue labbra.

Eravamo tornati da un paio d'ore, mi ero cambiata e avevo deciso di iniziare a cercare informazioni sul branco. Così dopo essere uscita silenziosamente dalla stanza, presi il primo corridoio a sinistra che portava alla biblioteca. Nessun lupo era per i corridoi, cosa che mi sorprese visto che molto spesso brulicavano in essi; non potevi fare due passi che dovevi appiattirti alla parete per farli passare. Mi mossi per il corridoio con passo svelto, prima arrivavo prima potevo fare le mie ricerche e scoprire cosa stesse succedendo. Eppure tutte quelle domande che pretendevano una risposta, mi facevano paura; avevo paura di scoprire la verità anche se sentivo di doverlo scoprire, per me stessa. Mi guardai attorno, non stavo facendo nulla di male, dopo tutto stavo solo andando in biblioteca. Proseguì arrivando finalmente al posto che stavo cercando. Spalancai la grande porta d'acero ed entrai a passo svelto. Neanche un lupo, il silenzio regnava padrone e io pensai che fosse tutto perfetto; che finalmente avrei potuto saperne di più. Mi precipitai sui libri che parlavano del branco di mio padre poi sarei passata a quelli di Nate. Un libro rosso sangue delle scritte nere mi colpì appena ci passai davanti; rimasi una manciata di secondi a guardarlo poi con una mano titubante lo afferrai tirandolo via dal suo posto. Guardai la copertina e subito un brivido mi percorse in tutto il corpo. La copertina rappresentava un lupo che mostrava i denti al terreno, colorato in nero pece. Deglutì e mi sedette atterra, iniziando a sfogliare il libro. All'inizio erano tutte descrizioni dei vari gradi di comando e dei vari compiti di un alpha. Roba abbastanza noiosa. Mi bloccai di scatto quando iniziarono le pagine scritte a mano, con alcune macchie rosse. Ci pensai bene prima di iniziare a leggere ma ormai ero lì, non potevo tornare indietro; così mi immersi nella lettura.
" giorno 30,
Ormai è passato un mese da quando ho assunto il potere. All'inizio è stato difficile, molti si sono opposti e per questo il branco si è dimezzato. Non volevo che accadesse ma dovevo farmi rispettare. Le stanze, i corridoi e il giardino sono ancora pieni di sangue; non mi sono dato pace finchè non li ho sterminati tutti. Helen non mi parla, quando mi vede scappa. Credo di farle schifo, credo di aver rovinato tutto. Ma come potrebbe mai capire lei, è solo una lupa lei non salirà mai al trono; non dovrà mai provare la sua forza come faccio io. Credo che mi odi. Ormai ho la testa piena di scene sanguinolenti e non collego più le parole, le frasi. Salto da una cosa all'altra, senza pensarci. Non collego quello che sto facendo, credo di aver perso il controllo. "
Sollevai gli occhi, mio padre aveva ucciso, nella casa? Mio padre era un mostro? Ero figlia di un mostro. Continuai a leggere le pagine ma parlavano solo di morte, solo di come mantenere il potere e di Helen che si rifiutava di darli altri figli e di quanto le mancasse. Poi ci fu una pagina che mi fece piangere; una pagina che non mi sarei mai aspettata di trovare.
" giorno 138,
Ho tradito Hel con Evie, un'umana imprigionata all'interno della casa. Di una bellezza fatata ma dalla lingua biforcuta. Non so cosa mi sia preso ma ho perso di nuovo il controllo e l'ho fatta mia. L'ho presa tempo fa ma ora lei è tornata e mi ha detto che è incinta. Sono fregato. Un bastardo non ci voleva. Abbiamo optato per l'aborto, non lo vogliamo né io né lei. È solo un errore, un errore orribile. "
Mi premetti la mano alla bocca trattenendo i singhiozzi che mi scappavano. Girai pagina e questa è molto vecchia.
" giorno 400,
Evie ha avuto una bambina, non è riuscita ad ucciderla e neanche io. Hel lo sa, sa che è mia. Ha detto che se ne prenderà cura lei, ha detto che sarà nostra figlia ma Evie non vuole. Vuole portarla via da qui, vuole crescerla lei ma so che lo fa solo per ripicca nei confronti di Hel. "
Hel mi voleva con lei, mi avrebbe cresciuta; la donna che odiavo si era offerta di crescermi come sua figlia all'interno del branco. Lessi ancora.
" ormai sono passati cinque anni da quando è nata, è così bella. Ha i miei occhi e i miei capelli, è identica a me. Ride adesso, la sto guardando dalla finestra. È così piccola, Aron la fa girare in aria, è così spensierata. I suoi riccioli la rendono ancora più dolce. L'altro giorno ha pianto, non ho voluto aiutarla; non è mia figlia. Domani Evie la porterà via. Non sentirò più quel dolore nel vederla ma anche quella gioia, è solo un'errore devo ricordarmene. "
Chiusi di scatto il libro e lo tirai lontano, contro un muro. Un figlio cadde da esso e scivolò verso di me. Sospirai ancora immersa nelle mie lacrime ma lo afferrai. Sopra di esso c'era un elenco. Un elenco di branchi sterminati.

Dynasty. (revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora