3 ¤BLUE¤

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È da tutta la notte che cerco di chiudere occhio senza risultato. È come se la presenza di quel tipo mi impedisse di addormentarmi, mi sento così euforica ed elettrica e su di giri, come se mi fossi scolata dieci tazze di caffè. Voglio scendere al piano di sotto e dargliele di santa ragione, buttandolo poi fuori da casa mia perché... perché sì.
Però non posso nemmeno fare a meno di pensare a quegli occhi di un giallo felino, o a quei puntini sotto di essi, o agli affascinanti simboli tatuati sulla sua pelle... i capelli blu... il colore del mio nome, per giunta... vacci piano, Blue: si è impossessato della tua casa amicandosi i tuoi genitori. È un montato.

La sveglia suona e io allungo la mano e la spengo con una botta che la fa cadere a terra. Almeno adesso sta zitta.
Mi dirigo al bagno, camminando in pigiama e con i capelli arruffati dai numerosi rigiramenti nel letto; faccio per girare il pomello della porta, ma questa si apre prima che l'abbia toccata: dal bagno esce Kevan. Indossa solo dei jeans scoloriti e sbottonati... sembra non indossi nulla sotto; i miei occhi percorrono gli addominali costellati da tatuaggi tribali. Vengo attratta da un guizzo scuro sul suo braccio e per un momento il serpente che ha tatuato sembra che si muova, tentando di raggiungere un tatuaggio tribale rotondo sulla spalla del ragazzo.
Allucinazioni. Scuoto la testa e lo guardo dritto negli occhi, scoprendo che mi fissa a sua volta. Mi irrigidisco ed incrocio le braccia, aspettando che dica qualcosa o magari che faccia qualche commento idiota, così ho la scusa per urlargli contro. Ma lui appoggia la testa allo stipite in legno e continua a guardarmi con quegli indecifrabili occhi gialli, socchiudendo le palpebre dalle lunghe ciglia. Non è uno sguardo lascivo o malizioso, eppure sarebbe meglio se lo fosse: almeno saprei le sue intenzioni. Così non lo capisco, sta barando, accidenti!

E poi quei dannati occhi...

-Blue- pronuncia il mio nome lentamente e con voce profonda. Forse la sua voce era così anche prima, intendo così roca... ma io non l'avevo notato. Ovvio, sono stata troppo occupata dai miei sentimenti rabbiosi per accorgermene. Meglio così, in ogni caso.

-Kevan- sbotto. Lui inclina la testa di lato e questo movimento mi fa scorgere altre piume tatuate. Mi assale una curiosità quasi divorante. Vorrei toccarlo, c'è così tanta elettricità... un così buon profumo...

-Non sono ancora le sette.

-...Cosa?

-Hai detto che dalle sette alle sette e un quarto il bagno è tuo.- Alza gli occhi all'orologio sulla parete, poi ritorna a puntarlo su di me. -Sono le cinque e mezza.

Sbuffando, mi stropiccio gli occhi con i palmi delle mani. -Sì, io... dovevo ripassare storia. Ho una verifica importante, non vorrei andasse di merda come al solito...- Lo guardo e faccio una smorfia. -Ma perché ti sto dicendo queste cose? Io non ti voglio qui, è casa mia e della mia famiglia. Quindi levati dal bagno, sconosciuto.- Faccio per passare, ma lui mi si para davanti. Io mi appiattisco contro il muro, trattenendo il fiato e guardandolo ad occhi sgranati. Ha un profumo che non c'entra niente con il sapone. Odora di cose dolci, ho l'insana voglia di leccare la sua pelle e di... di morderlo, e... da questa distanza mi accorgo che i puntini che ha appena sotto gli occhi sono anch'essi tatuaggi, ma fatti in modo diverso... come se si trattasse di marchiature a fuoco. Mi accorgo anche che ha un minuscolo brillante all'orecchio ed una serie di buchi quasi invisibili che partono dal lobo ed arrivano alla punta e... cos'è stato quel brillare fra i suoi capelli?
Prima che possa chiederglielo, il ragazzo si allontana da me. -Allora in bocca al lupo per la verifica.

Pare si stia augurando che finisca in pasto al lupo, dal tono che usa. Sto per dirgli qualcosa di estremamente spiacevole quando Kevan mi da le spalle, mozzandomi le parole in gola. Il resto del tatuaggio. È una fenice dalle ali spalancate. Si contorce tra le fiamme che le lambiscono la coda in una spirale, mentre le maestose penne bruciano e si inceneriscono. Ovviamente anche lei è circondata da piccoli tatuaggi tribali, che spariscono maliziosi dietro il bordo dei jeans.
È un ragazzo di cui conosco solo il nome. Non basta per desiderarlo, mi dico, ti scombussolerà solo la vita... ma l'hai visto?
Ancora senza fiato, entro in bagno e mi ci chiudo dentro, cercando di ricompormi al meglio davanti allo specchio.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Where stories live. Discover now