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Quello che vedo scappare non può essere davvero chi penso. Il misterioso, affascinante Kevan rincorso da una vecchietta in bigodini che impugna minacciosamente una scopa: da segnarselo sul calendario! A quanto pare ha fatto qualcosa ai suoi nani da giardino, dal momento che sono tutti sparsi sull'erba.

-Vieni qui, disgraziato!- urla la nonnetta. Kevan si nasconde dietro un auto parcheggiata, scattando prontamente a destra e a sinistra quando lei tenta di raggiungerlo e di colpirlo con la scopa. Lui sembra divertirsi un sacco.

-Tornate ai vostri posti!- tuona la nostra professoressa, battendo una mano sulla cattedra. Siccome nessuno la ascolta perché a nessuno frega niente dell'algebra, diventa ancora più rossa e tremendamente vicina all'esplosione. Due volte in un giorno rischio di trovarmi coperta di viscidume cerebrale, che cosa meravigliosa.

-Ragazzi, TORNATE AL VOSTRO POSTO!- strilla la prof, avvicinandosi alla finestra. -Cosa state guardando di così interessante, eh? Cosa c'è di più interessante dell'algebra?

-Ehm, tutto?- dice qualcuno.

-Zitto, tu!- La prof si guarda intorno, indecisa su chi puntare il dito. La classe si mette a ridere ancora più forte, mentre io guardo Kevan schivare la vecchietta e correre via e... che cosa? Dove accidenti è finito?

È fottutamente scomparso nel nulla!

-Hei, ma dov'è quel tipo?- chiede qualcuno: in classe si alza un mormorio confuso, ma mai confuso quanto la mia mente. Io ho visto la scena, l'ho visto scomparire nel nulla... oppure si è solo nascosto dietro un'altra macchina ed è sgattaiolato dentro qualche strada secondaria? Magari io non l'ho visto, magari la luce del sole mi ha abbagliata per un secondo, oppure il riflesso sul vetro della finestra...

Perché non può essersi volatilizzato in quel modo.

Ben presto tutti tornano al proprio posto, tutti tranne me ed un'altra ragazza. La riconosco: è Vanalika. Subito mi balenano in mente le cupe affermazioni fatte da lei sull'autobus ed impallidisco, scuotendo lievemente la testa. Sono solo idiozie paranormali, non ci ho mai creduto né mai ci crederò. Eppure l'espressione di Vanalika è mortalmente seria, mentre mi restituisce lo sguardo e si gira per tornare al suo posto.

-Allora, com'è andato il tour?- Chiedo a Dorothy quando usciamo da scuola. Lei ha un aspetto strano... e pare molto frettolosa, come se non aspettasse altro che arrivare a casa. Tuttavia non mi sembra abbia detto qualcosa a proposito dei suoi piani per la giornata, quindi tecnicamente non ha niente da fare. Conclusione: è successo qualcosa con Kevan.

Questo ragionamento fa acqua da tutte le parti, ma ssh.

-Oh, ehm...- La ragazza si fa volare una ciocca di capelli castani dietro la spalla, sistemandosi il colletto della camicia. È la prima volta che la vedo esitare in questo modo e... mi piace vederla in difficoltà.

-Kevan non è stato educato con te?

Dorothy fece spallucce. -Niente di che. Avevi ragione, non... non mi interessano i tipi come lui. E poi ho già Hector, che mi basta, e...

Proprio in quel momento intravediamo il ragazzo. Indossa la camicia fuori dai pantaloni e tiene le mani in tasca, i capelli biondi scompigliati e che creano quasi un'aureola attorno al suo viso. Quando mi vede sorride dolcemente e... diavolo, penso che quelle che sento nello stomaco siano farfalle. Poi raggiunge Dorothy, baciandola e recitando il solito copione melenso che a lei piace tanto.

Mi autoconvinco che quella che sento è solo tanta, tanta fame.

Un brivido mi percorre la schiena e mi volto. Mi ritrovo Kevan a qualche centimetro di distanza, che mi fissa con i suoi magnetici occhi gialli. Quello che provo è inspiegabile, so solo che non mi dispiacerebbe fargli alcune cosette. Non mi sento più le ginocchia. Ginocchia? Ginocchia, ci siete?

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Where stories live. Discover now