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Non so come ci sia arrivata, ma mi trovo sotto minuscole foglie fruscianti, che vanno a comporre un luminoso e verde soffitto. Le foglie si muovono grazie ad una leggera brezza che mi scompiglia i capelli, mandandomeli sul viso, ma non mi danno fastidio... È tutto così pacifico mentre sono distesa in quel silenzioso angolo di boschetto. -Kevan?- mormoro. Ho la bocca impastata dal sonno e anche da qualcos'altro, un sapore che non riesco ad identificare.

-Buongiorno- dice Kevan. Le nostre teste si toccano, è steso dalla parte opposta alla mia.

-Buongiorno- rispondo, un po' esitante.

-È una bella giornata, non trovi?

-Sì, il cielo è così verde e frusciante.

-Lo penso anch'io- commenta. Entrambi ridiamo, poi ritorniamo a guardare il soffitto di foglie, perché è proprio bello. Nessun televisore potrebbe mai competere con ciò che sto guardando in questo momento, nessuna 'alta definizione' potrà mai regalarmi le sensazioni che provo quando osservo un raggio solare giocare con migliaia di foglie che danzano nel vento, attaccate tenacemente ai rami. È buffo che me ne accorga solo adesso, ma hei, meglio tardi che mai. -Cassie non si starà preoccupando a morte?

-Sì- rispondo semplicemente.

-Meglio se torniamo a casa, ora che siamo lucidi.- Kevan fa per alzarsi, ma io mi giro a pancia in giù e lo guardo male. -Sì, sarà preoccupata, ma sa anche che ci sei tu con me. Anche se la cosa non ha senso, credo la... hei, che è successo ai tuoi capelli?

-Qualcuno di ignobile me li ha tagliati.- Sbuffa, coprendosi gli occhi con le mani. Io scoppio a ridere.

-Non ridere!- esclama.

-Hai ragione, chi lo ha fatto è stato davvero...- Non ce la faccio e mi accascio a terra: non riesco a smettere di ridere!
Kevan sbuffa sonoramente e si alza in piedi. -Non rimarrò un momento di più a farmi prendere in giro da te!

-Andiamo, dài! Non ti offendere!- Gli afferro una caviglia ma lui imperterrito continua a camminare, trascinandomi per il boschetto come se fosse un condannato e io la sua pesante palla al piede. -Mollami!- sbotta.

-E tu fermati!

-Giammai!

-E allora giammai pure io! Uffa, su, Kevan! Non ho detto che sei tremendo, non dovresti offenderti così tanto...

Allora Kevan si siede per terra, furioso. -È oltraggioso che un manipolo di inutili umani abbia osato farmi una cosa simile! Io sono una fata!- urla e una folata di gelido vento agita le fronde degli alberi e mi penetra nelle ossa, facendomi rabbrividire. Dal punto in cui è seduto lui si alza una specie di turbine di sterpaglie, che si muove vorticante verso il cielo. -Sono una creatura che merita ed esige rispetto!- Batte i palmi contro la terra umida e robuste radici gli lambiscono i polsi, avviluppandosi poi agli avambracci, alle braccia, alle spalle, al collo... e poi altre radici esplodono dal sottosuolo, agganciandosi alle sue gambe incrociate. Cerco di avvicinarmi, ma il turbine di aria mi scaraventa a qualche metro di lontananza. Non ci capisco più niente per qualche secondo, ma quando ritorno a guardare Kevan lo spettacolo mi fa rimanere senza parole: i Blocchi gli stanno facendo sanguinare tutto il viso, Fenice svolazza nel panico sulla sua pelle spargendo penne infuocate e Serpente vortica attorno al suo torace. Kevan piega la testa verso l'alto, gli occhi rovesciati... poi arriva Nereus, che si getta contro l'amico e comincia a scuoterlo dalle spalle. -Smettila, idiota, o ti ammazzerai!- strilla. Kevan toglie le mani dal terreno e il vento cessa di colpo, dopodiché guarda l'amico, sorride beatamente e sviene.

Cerco di avvicinarmi, ma Nereus lo prende in braccio e mi ringhia contro: -Sai farlo solo soffrire.

Il mondo mi si schianta addosso con la delicatezza di un elefante. Mi alzo a fatica, appoggiandomi al tronco di un albero. -Non gli ho fatto niente, io!

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Where stories live. Discover now