22 ¤HECTOR¤

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Il ragazzo è sdraiato sul letto sfatto di Dorothy. Guarda in silenzio il soffitto, con un braccio a fargli da cuscino ed una mano abbandonata mollemente sul petto nudo. C'è silenzio, c'è sempre silenzio da Dorothy. Hector non ha mai visto i genitori di lei e lei non gliene ha mai parlato... in effetti, non hanno mai parlato di niente di così serio. Alle altre persone sembrano una coppia perfetta, tipo Ken e Barbie, una coppia unita e fedele, ma Hector sa che non è vero. Vanno d'accordo solo quando non devono parlare, solo quando serve un altro genere di contatto.
Con movimenti lenti e metodici la ragazza si spazzola i capelli castani. Odia che siano arruffati. Sta dritta sulla delicata sedia in legno, di fronte ai tre specchi della toeletta, e si osserva da tutte le angolazioni per essere sicura della sua perfezione; indossa una canottiera rosa e dei pantaloncini bianchi, che si è infilata subito dopo essere scesa dal letto. -Stasera c'è una festa a casa di Melanie- dice, poi prende il mascara e comincia a metterselo. -Vuoi venire?

Hector fa spallucce, poi si sporge fuori dal letto, apre un cassetto del comodino a fianco e, fra mutandine sexy e reggiseni, trova quello che sta cercando: accendino e sigarette. -Non so- risponde, accendendosene una. Dorothy lo guarda di sottecchi mentre lui aspira, chiudendo gli occhi e, lentamente, rigettando il fumo nell'aria. La luce che filtra attraverso le tendine viola e azzurre conferisce al ragazzo e ai suoi movimenti un che di malato, sofferente, una specie di agitazione interiore che non sembra voler condividere. Dorothy fa per chiedere quale sia il problema, quando lui improvvisamente domanda: -Cosa sai di Blue Jones?

Dorothy posa il mascara sul bianco ripiano laccato e fa spallucce. -Che era una sfigata.

-Wow, il tuo spirito di osservazione è impeccabile.

-So che prima di entrare a far parte del mio gruppo lei ed un'altra troietta erano inseparabili. Poi la troietta numero due si è trasferita e Blue è rimasta da sola. Poverina- sussurra con falso dispiacere. -Un giorno però mi ha fatto i complimenti per qualcosa ed è entrata nelle mie grazie. Fine.

Hector riprende a fissare il soffitto, pensieroso. Ora è tutto più opaco a causa del fumo. -Sai qualcosa anche del tizio dai capelli blu?

-No- mormora lei con voce un po' tremante. Hector sbuffa nervoso, stringe le labbra in una linea dritta e insulta silenziosamente il ragazzo: la sua macchina aveva ancora il segno del calcio.

-Allora, hai intenzione di venire o no, stasera?- domanda ancora lei. A Hector, Dorothy sembra una persona così vuota, inutile, un bell'involucro dai capelli castani. Fa per gettarle addosso una serie di insulti più che meritati, ma appena prima di prendere fiato si ferma, cambiando idea. Non è quello il momento per mollare Dorothy, deve ancora indagare su Blue e quell'idiota gli serve. Posa la sigaretta sul comodino e si gira su un fianco. -Fermati un secondo.- Tira a sé la ragazza mentre passa per prendere le scarpe. Dorothy ridacchia e si china su di lui per baciarlo. -Sì?- gli chiede con un sorriso malizioso.

-Riusciresti a farti dire qualcos'altro su Blue? Hai tirapiedi praticamente ovunque, non dovrebbe essere difficile. Voglio sapere qualcosa anche sul suo amico. O parente. Quel cazzo che è.

-Perché vuoi...?

-Fai le domande agli altri, non a me.- capendo di essere stato troppo brusco, Hector si costringe a sorridere e a baciare la ragazza ancora una volta. -È importante, Dot. Lo farai per me?

-Ma certo, farei tutto per te- sorride radiosa. -Ti amo.

-Aha.- il ragazzo si allontana dal letto, stiracchiandosi ed infilandosi velocemente i jeans. -Chi viene alla festa?

-Tutti... tranne il volgo.

-Tipo?- Hector si infila velocemente la maglietta.

-Tipo Kelly e la sua amica schizzata, quella con la tenda avvolta attorno al collo- fa una smorfia disgustata.

-Aspetta, intendi Oliver Kelly? Quel tizio con dei fantas...- si corregge all'ultimo momento, tossicchiando. -... con i capelli fucsia?

-Esatto. Che frocetto!- alza gli occhi al cielo.
E probabilmente la ragazza di cui parla è Vanalika, riflette lui. La conosce di vista, le è sempre sembrata strana, particolare, ma non "schizzata". Se ne sta sempre tranquilla, evitando di attaccare bottone con la gente. Una persona più invisibile di lei non esiste, a scuola. -Sono il volgo- mormora Hector, sentendosi in colpa subito dopo.

-Esatto- sbotta Dorothy, afferrando la sigaretta lasciata da lui e portandosela alla bocca. -Gente che non vale assolutamente niente, i reietti della società. I perdenti. Non come noi, giusto?

Hector si ferma sulla soglia. Guarda la ragazza, la sua Barbie, e vede solo lo schifo della società borghese concentrato in un corpo da sballo. -A dopo- ghigna.

Dorothy ricambia il sorriso, ignara del fatto che Hector stia ridendo di lei.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Where stories live. Discover now