11 ¤BLUE¤

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L'asfalto sotto i miei piedi è rotto in piccole crepe e manca poco che mi metta a contarle. Ho caldo e freddo allo stesso tempo e provo un'ansia pazzesca al solo pensiero che Hector sia qui vicino a me, che mi stia accompagnando a casa, che si stia di nuovo preoccupando per me dopo tutto questo tempo passato ad evitarci oppure a salutarci con imbarazzo. Le prime labbra che ho baciato sono state le sue, che ansia.

-Tutto ok?- mi chiede per l'ennesima volta. -Cioè, so che stai bene perché hai questo aspetto da dura perfino quando sembra che tu non stia bene, ma comunque...- La voce gli scende gradualmente di intensità. -... insomma, vorrei solo sapere se... perché... non vorrei che fossi ancora triste, anche se non so il motivo della tua tristezza. Odio vedere la gente triste. È così... così triste.

-Ho capito.- Ridacchio e anche il suo viso viene rischiarato da un sorriso. -No, non sono più triste.

-Bene, davvero. Hai freddo?

-Anche, ma non è un problema.- Faccio spallucce, osservando il sole che tramonta oltre le chiome degli alberi sotto le quali stiamo camminando. Sono stati piantati ai lati della strada e creerebbero un magnifico tetto frondoso se solo non tagliassero i rami ogni mese. È tutto dannatamente perfetto ad Ancestor's Hill, tutto calcolato fin nei minimi dettagli... a parte le piccole crepe dell'asfalto.

-Senti... chi era quel tizio con i capelli blu? Dorothy non me ne vuole parlare.

Un brivido caldo mi percuote. Rallento il passo, accorgendomi che più ne faccio più mi avvicino a casa mia e quindi a lui. -È un amico di famiglia.

-Che amici bizzarri.

-Non dirlo a me. Piuttosto, come va con Dorothy?- Faccio una smorfia quando dico il nome della ragazza. Non la sopportavo già da prima, adesso... adesso la odio.
Hector si passa una mano tra i capelli biondi e prende fiato, ma quando sta per dire qualcosa si ferma improvvisamente e scuote la testa. -Lei è...

Silenzio.

-Ti piace, almeno?

Il ragazzo si ferma, allarga le braccia ed esclama: -Sì!

Io annuisco. Non le piace, ne sono sicura. Il ragazzo riprende a camminare, evitando il mio sguardo. -E tu invece? Ti piace Dorothy?

-Assolutamente sì!- Sorrido. Mi guarda ed annuisce: ha capito tutto anche lui.

-Mi sei mancata...- mormora. Ha lo sguardo basso, i capelli schiariti dal tramonto sugli occhi e le mani infilate nelle tasche dei jeans. Mi vengono in mente tutte le passeggiate che facevamo mano nella mano e provo un sacco di tenerezza e nostalgia. So che nessuno dei due ha sofferto più di tanto quando ci siamo lasciati, eravamo entrambi... stanchi. Volevamo cambiare. Ci siamo ripromessi di rimanere amici, ma non è mai successo, non abbiamo mai mantenuto la promessa.

-Anche tu- replico, posando la testa sulla sua spalla. Lui mi cinge la vita con un braccio, sospirando. La sua stretta è così calda e familiare, mi fa sentire al sicuro. -I tuoi genitori sono sempre delle teste di cazzo?- chiedo a bassa voce. Hector ridacchia e io con lui. -Non lo so nemmeno io, Blue. Non ho nemmeno il tempo di giudicarli che subito partono per andare da qualche altra parte.- Esita. -A volte mi domando se li abbia davvero, i genitori. Comunque... i tuoi mi sono sempre piaciuti, soprattutto tua madre.

-Perché?

Fa un sorriso sghembo. -Non saprei dirtelo, era così gentile e disponibile. E tuo padre era davvero simpatico.

-Ne parli al passato...

-Perché ormai non ho più a che fare con loro e... non so...- Si passa una mano sulla nuca, nervoso. -Scusa, non voglio intendere che per me siano, tipo, morti, ma...

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora