Capitolo 30

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Abbiamo appena finito di mangiare la millefoglie con crema chantilly e scaglie di cioccolato, posso solamente dire che per una volta sono sazio. Finalmente un ristorante che ti fa mangiare e non che ti mette a dieta. Il filetto di maiale soprattutto era una cosa deliziosa, proprio da leccarsi i baffi.
<<Sono sazio.>> dico cercando di trovare una posizione comoda sulla sedia più comoda cosi da non farmi sentire pieno come una botte piena fino all'orlo, perché ormai a me manca poco dal far scoppiare i bottoni sia della camicia e sia dei pantaloni. <<Anche io. Si mangia proprio bene qui comunque.>> mi dice Taylor mentre si pulisce la bocca con un tavogliolo per poi sorridermi <<È vero. Le portate sono ottime e anche abbondanti, ma anche l'accoglienza e il servizio erano buoni.>> le dico mentre prendo il bicchiere di spumante e bevo l'ultimo goccio che era rimasto.
Posato il bicchiere sul tavolo mi alzo, mi metto la giacca e allungo la mano a Taylor <<Vieni andiamo sulla riva.>> le dico. Taylor prende la mia mano e con calma camminiamo fino ad arrivare sulla riva. Mentre camminavamo ho sentito un peso nella giacca che mi ha fatto ricordare del regalo che ho comprato per Taylor. <<Questo posto è bellissimo, non mi stancherei mai di guardare questo panorama.>> dice Taylor e anche io ammiro la bellezza del lago sorvolato da alcune lucciole, che rendono l'atmosfera ancora più magica. Lascio la mano di Taylor e la infilo nella tasca intera della giacca per prendere il cofanetto. Sfilato dalla tasca lo porgo a Taylor. <<Amore questo è il mio regalo per te.>> le dico. Lei lo prende con dita tremanti e lo apre. Guarda la collanina come se fosse il bene più prezioso al mondo. <<Grazie Noah. Grazie per tutto.>> mi dice per poi darmi un bacio. <<Vuoi una mano?>> le dico <<Sì. Grazie mille.>> mi dice mentre si gira per darmi la schiena. Prendo la collanina dal cofanetto e la metto attorno al collo di Taylor per poi agganciarla. Non mi muovo, anzi l'abbraccio da dietro appoggiando la testa sulla sua spalla <<Questa collana mi ricorda molto te. Molti crederanno che quella piccola pietra non valga niente, invece quella piccola pietra così bella e lucente è uno dei beni più preziosi al mondo, come te, mio piccolo angelo, anche se alcuni credono che tu non valga niente non ascoltarli, perché tu vali amore mio, vali più di tutto l'oro al mondo. Ti amo mio angelo, dal nostro primo incontro fino all'eternità.>> le dico per poi darle un bacio sulla guancia. Quando le mie labbra entrano in contatto con la sua guancia però la trovano bagnata, così la lascio e la giro rivolta verso di me. Sul suo volto scendendo delle lacrime, però non sono di tristezza perché le sue labbra sono aperte nel più bel sorriso che abbia mai visto. <<Ti amo anche io Noah.>> mi dice per poi afferrarmi la nuca e far scontrare le mie labbra con le sue, subito spinge la sua lingua nella mia bocca e inizia a farla giocare con la mia, però riprendo subito il controllo e il comando di quel bacio, infilo le dita di una mano nei sui capelli mentre l'altra la metto attorno alla sua vita e la spingo contro me cercando sempre di più contatto con lei.
Ci baciamo per non so quanto tempo, però alla fine decido di staccarmi perché c'è l'altra regalo. <<C'è un'altra cosa.>> le dico allontanandomi di un passo, sempre continuando a guardarla negli occhi <<Quando avremo un po' di tempo io e te partiremo per Parigi. Ho già comprato i biglietti dobbiamo solo decidere quando.>> le dico sorridendo perché non vedo l'ora di partire con lei. Lei mi guarda, sorride e scuote la testa <<Che c'è?>> le chiedo preoccupato <<Abbiamo avuto la stessa idea. Ho già comprato i biglietti per Bora Bora. Dobbiamo solo decidere quando partire.>> mi dice per poi sorridere mentre io scoppio a ridere. Quando riesco a riprendermi dico <<Quindi abbiamo due viaggi in pogramma?>> <<Sembra proprio di si.>> mi dice per poi rifugiarsi tra le mie braccia. La tengo stretta a me e le accarezzo i capelli.
Rimaniamo così fermi immobili ognuno nelle braccia dell'altro, nel posto che amiamo di più.
<<Dai torniamo a casa, così mi posso perdere dentro di te.>> le sussurro all'orecchio, lei scoppia a ridere e mi tira uno schiaffo sulla nuca <<Che ho fatto?>> chiedo <<Sei sempre il solito porco. Stasera niente per punizione.>> mi dice incrociando le braccia sotto al seno <<Non puoi farmi questo.>> le dico puntandole un dito addosso <<Altro che se posso farlo.>> mi dice mentre inizia a camminare verso il ristorante <<Vedremo chi avrà l'ultima parola. Ti farò implorare questa notte.>> le urlo contro per poi correrle dietro.
Arrivati al ristorante vado verso la cassa e pago, poco al contrario del ristorante dove siamo andati a San Valentino. <<Andiamo. Torniamo a casa.>> le dico porgendole il braccio che lei subito afferra. Camminiamo fino alla macchina dove le apro la portiera e aspetto che salga per poi chiuderla. Vado dal mio lato, entro, metto in moto e parto.
Sulla strada di ritorno mi ricordo una cosa <<Questa notte non c'è nessuno a casa mia, quindi potrai urlare quando vuoi.>> le dico sorridendo maliziosamente. Mi arriva uno schiaffo sul braccio <<Ma la vuoi finire.>> dice diventando rossa come un pomodoro <<Dai amore lo sai, quando facciamo l'amore non ti sai trattenere.>> le dico <<Ok. Basta. Ti metto in castigo. Per un mese non potrai in nessuna maniera trarre piacere dal mio corpo.>> mi dice <<Lo vedremo. Lo vedremo. Sarai tu la prima a cadere.>> dico mentre inizio a ridere. <<Mio caro Noah quello che lo vorrebbe fare tutti i giorni come conigli sei tu non io.>> mi dice e appena sento quelle parole inizio a ridere.
Il resto della strada la passiamo a ridere e scherzare.
Arrivati davanti casa parcheggio sul vialetto e scendo, per poi correre ad aprire la portiera di Taylor. <<Non concluderai niente a fare il gentiluomo. Non ci casco. Sei in punizione.>> mi dice per poi iniziare a camminare verso casa, io le vado dietro e l'attiro contro di me facendole sentire l'erezione che spinge per uscire. <<Ti farò supplicare piccola.>> le dico per poi passare la lingua sul suo collo e quasi gemo quando vedo un brivido che attraversa la pelle di Taylor. Torniamo a camminare fino alla porta di casa <<Noah, vado un attimo a casa mia, avviso i miei torno subito.>> mi dice Taylor <<Vabbene io intanto entro.>> le dico <<D'accordo.>> mi dice per poi voltarsi ed andare verso casa sua.
Una volta aperta la porta cammino nel buoi fino al salotto, dove accendo la luce e quello che vedo mi fa rimanere senza parole.
<<Ciao stronzo.>> il sangue mi si congela nella vene nel vedere il bastardo seduto comodamente sulla poltrona che usava sempre quando viveva qui. <<Che cazzo vuoi?>> gli ringhio contro e ringraziando il cielo che Taylor non sia qui. <<Questo è il benvenuto che mi dai. Mi aspettavo una festa in mio onore.>> mi dice sorridendo, io faccio un passo verso di lui e vedo la sua espressione seria vacillare per qualche secondo <<Ti ho chiesto per che cazzo sei venuto.>> gli dico un'altra volta alzando di più la voce <<Ho piccolo stronzo, pensavi che avevo dimenticato quello che mi avevi fatto.>> mi dice <<Senti sei solo un bastardo. Eri tu a picchiare me e mia madre. Quindi non venire in casa mia a dire queste cose di merda perché hai meritato ogni mio fottuto pugno.>> gli dico <<Tu sei solo un moccioso e tua madre doveva imparare a rimanere al suo posto e fare quello che le dicevo.>> urla. <<Come osi parlare di lei in questo modo. Tu che cazzo facevi quando vivevi qua? Te lo dico io. Un cazzo. Appena hai trovato mia madre hai lasciato il lavoro,vivevi sulle sue spalle, ti facevi servire come se non fossimo i tuoi schiavi, rimanevi su quella fottuta poltrona a bere e a mangiare come un porco. Ecco cosa facevi. Aspetto ho dimenticato una cosa.>> dico facendo un altro passo avanti <<Cosa credevi che in non mi accorgevo che spendevi i nostri fottuti soldi per comprarti la cocaina? Quante volte ti ho visto inalare quella roba, mentre mia madre era troppo cieca da vedere quello che facevi. Lo ripeto ancora, hai meritato ogni mio fottuto pugno.>> gli dico. Rimaniamo in silenzio fino a quando non sento dei passi venire verso il salotto <<Noah che sta.....>> mi giro e vedo Taylor sulla soglia del salotto con gli occhi sgranati e puntati verso il bastardo <<Taylor vattene e chiama la polizia.>> le dico <<No. Lei non va da nessuna parte. Anzi dopo che ti avrò sistemato forse mi divertirò un po' con lei.>> dice il bastardo guardando con occhi languidi per poi leccarsi le labbra <<Non ci pensare nemmeno a toccarla, ti farò a pezzi se solo osi sfiorarla con un dito.>> dico per poi voltarmi verso Taylor che sembra paralizzata <<Taylor ho detto che te ne devi andare.>> però lei sembra paralizzata. <<VATTENE.>> le urlo contro e finalmente sembra riprendersi <<Ho detto che lei non va da nessuna parte.>> dice il bastardo e appena mi volto verso di lui rimango paralizzato da quello che vedo.

>> dice il bastardo e appena mi volto verso di lui rimango paralizzato da quello che vedo

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Ha una pistola e la tiene puntata contro Taylor che inizia a tremare per la paura. Rimango fermo e muto per qualche secondo fino a quando le miei funzioni mentali non riprendono <<Lei non c'entra niente con questo. È una cosa tra noi due.>> gli dico mentre penso a cosa devo fare. <<Che c'è inizi ad aver paura?>> mi chiede il bastardo e finalmente mi viene un'idea. Dietro di me sul mobiletto c'è un telefono così faccio un passo indietro fino a toccare con le gambe il mobiletto <<Posso sapere cosa vuoi?>> dico mentre lui continua a tenere la pistola puntata contro Taylor <<Voglio vendetta. Voglio farti provare tutto il dolore del mondo.>> e mentre lo dice guardando Taylor io tolgo la cornetta e compongono il 911, appena sento dall'altro lato <<911 mi dica.>> inizio ad urlare <<Tu sei solo un pazzo. Picchiavi me e mia madre. Ti drogavi. Bevevi birre tutto il fottuto giorno. Non sei finito finito in prigione, anzi ci sono andato io. E ora stai puntando quella fottuta pistola contro di lei. Se vuoi risolvere la cosa dovresti puntarla contro di me e lasciare lei andare visto che non c'entra niente.>> e appena finisco di urlare sento provenire una voce dalla cornetta <<Non si preoccupi stiamo arrivando.>> <<Hai ragione. Però prima ucciderò lei perché così soffrirai un po'.>> dice continuando a tenere puntata l'arma contro Taylor che ormai piange.
Dopo un po' capisco cosa devo fare anche se questo comporterà rischiare il tutto per tutto, ma almeno salverò lei <<Vuoi sapere una cosa? Quel giorno non ti dovevo solo rompere il naso, ma dovevo romperti ogni fottuto osso che hai nel corpo, anzi li dovevo polverizzare. Ti dovevo obbligare a passare il resto della tua inutile vita come un fottuto vegetale. Sul un letto, senza più riuscire a fare niente. Il mondo sarebbe stato un posto migliore senza una merda vivente come te. Non meriti neanche di respirare. Dovresti solo scomparire dalla faccia della Terra.>> gli urlo contro e vedo la sua mascella serrarsi per poi spostare lo sguardo e la pistola da Taylor a me. Finalmente ritorno a respirare sapendo che lei per il momento non è più in pericolo. <<Stronzo di le tue ultime parole.>> mi dice. Mi volto verso Taylor e guardandola negli occhi dico <<Ti amo.>> mi giro un'altra volta verso il bastardo <<E tu vai a farti fottere.>> gli dico e poi lo vedo caricare la pistola. Il resto è tutto confuso sento solo uno sparo, le sirene della polizia e la porta che viene sfondata.

Ciao a tutti. Come va? Nuovo capitolo e quello che molti di voi avevano pensato si è avverato. Il bastardo è tornato e non a mani vuote.
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Il prossimo dovrebbe iniziare con il pov's di Taylor per la felicità di molti di voi.
Lasciate un commento e votate.
XOXO
MASSIMO

Sei la luce nella mia oscurità Where stories live. Discover now