Capitolo 32

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Ormai sono più di due settimane che il mio piccolo angelo sta dormendo.
Non da segni ne di miglioramento ne di peggioramento.
Io passo tutti i giorni a trovarla, torno a casa solo per fare la doccia e cambiarmi, alcune volte anche per dormire visto che rimane qualcun'altro a farle compagnia.
Ora mentre sono davanti la porta della sua stanza vedo passare Leila, che appena mi vede viene verso di me. <<Noah, da quanto tempo. Cosa ci fai qui?>> mi chiede Leila. Tornando a guardare la porta dico <<Vieni.>> ed apro.
Appena metto piede nella stanza alcune lacrime mi sfuggono, come sempre. Come può una persona non piangere vedendo la proprio luce su un letto che combatte tra la vita e la morta? Io non lo so. È lì, sul quel letto sempre troppo grande per lei, collegata a non so quante macchine e con il respiratore attaccato. Lì immobile come ogni giorno.
Mi tolgo dalla porta e faccio spazio a Leila, che appena vede Taylor sul letto sgrana gli occhi e sussulta. <<Oddio! Che cos'ha?>> mi chiede continuando a guardare il mio angelo. <<È in coma da più di due settimane. Non si sa niente.>> dico mentre cammina verso il letto. Una volta vicino al letto mi abbasso e lascio un bacio sulla fronte di Taylor <<Buongiorno amore mio.>> sussurro. Leila si avvicina <<Cosa le è successo?>> mi chiede ed è così che le inizio a parlare di quella fatidica sera.
<<Doveva sparare a me. Se lei non si fosse messa davanti ora starebbe bene.>> dico una volta finito di raccontare tutto l'accaduto. Mi giro e vedo il viso di Leila rigato dalle lacrime. <<Noah non ti devi prendere delle colpe che non sono tue. Taylor ha deciso così. Ha preferito salvare te anche se significava rischiare la vita. Ti ama così tanto che non ha pensato a lei, ma ha pensato unicamente a te e alla tua felicità. Ora l'unica cosa che puoi fare e stare qui ed aspettare che si svegli. Parlarle. Raccontale quello che vuoi, ma non abbandonarla.>> mi dice mentre mi accarezza la guancia con la sua mano. Leila si alza <<Ora devo andare. Passo più tardi.>> mi dice per poi stingermi una spalla ed uscire.
Rimango così solo con il mio angelo. Prendo una sedia che c'era vicino al tavolo e la metto accanto al letto.
Mi siedo sulla sedie e le prendo una mano tra le mie. <<Amore come va oggi? Tutto bene?>> le chiedo mentre le accarezzo la mano <<Io non sto bene. Mi manchi troppo, non so più come fare senza di te.>> le dico mentre sento delle lacrime scendere <<Sai ti stiamo aspettando tutti. Non vediamo l'ora che torni da noi. Appena ti risvegli ci prendiamo un anno di riposo. Così possiamo andare sia a Parigi che a Bora Bora. Possiamo rilassarci e divertirci, poi l'anno prossimo andremo al college. Anche ad Alex e a Blaire va bene questa idea. Ci immagini tutti e quattro a Parigi? Ci divertiremo da morire.>> le dico e quando vedo che non da segni abbasso la testa per poter continua a piangere.
Rimango in silenzio per non so quanto tempo prima che mi venga un'idea.
Rialzo la testa e ritorno a guardare il mio angelo <<Ora ti racconto una storia. La storia di come mi sono innamorato di te.>> le dico sorridendo anche se lei non mi può vedere.
<<Iniziamo dal principio. Dal nostro primo incontro, era un anno fa. Ricordo ancora quel giorno come se fosse stato ieri. Stavo tornando a casa insieme ad Alex dopo il nostro anno di prigione. Stavo davanti la porta quando ho sentito una risata, era come il canto delle sirene, mi attirava, mi chiamava e così mi sono girato a guardare da dove veniva. Inzialmente credevo veramente che fossi un angelo. I tuoi capelli biondi che volavano col vento e i tuoi occhi, quegli occhi che ho sempre amato, ogni volta che li guardavo vedevo degli universi. Poi appena ci ha visto hai chiesto a mia madre se aveva bisogno di aiuto e io ti risposi male. Ricordo ancora la tua risposta.

"<<Uno. La prossima volta che mi parli così ti spezzo le gambe. Due. Vedo due tizi grandi come montagne, che non ho mai visto, fuori la porta di Elena. Credevo che eravate malintenzionati, scusami se volevo difendere tua madre.>>"

Oddio quanto abbiamo riso dopo io e Alex. Era la prima volta che qualcuno mi rispondeva e già allora avevo capito che dovevo farti mia. Ti svelo anche un segreto la notte stessa mi sono masturbato pensando a te.>> dico e inizio a ridere immaginando Taylor che a questo punto mi tirava uno schiaffo. <<Ricordo ancora gli Oreo ripieni di dentifricio che mi hai offerto per vendicati per come ti avevo risposto. Poi c'è stato il primo giorno di scuola, il giorno in cui io e Alex ti abbiamo difeso da Gary, come ero arrabbiato, gli volevo rompere tutti i denti solo perché aveva osato toccarti e poi è stato anche il giorno in cui Alex ha incontrato la sua anima gemella, Blaire. Quella stessa sera io e Alex decidemmo di conquistarvi, usando tutte le nostre armi.>> le dico mentre delle lacrime inziano a scendere pensando a quei giorni felici <<Poi non ci dimentichiamo la nostra uscita a quattro. Io e Alex sudavamo freddo, non sapevamo cosa fare. Però ringrazierò per sempre Dio di avermi dato il coraggio di uscire quel giorno. Eravamo al cinema a guardare un film che piaceva a voi ragazze e quando ti ho vista piangere volevo consolarti, tenerti tra le braccia... baciarti ed è stato li che ti ho baciato per la prima volta.

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