8-L'allenamento.

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La flebile luce entrava poggiandosi su una ristretta superficie della stanza. Le stesse mura, la stessa puzza, la stessa umidità appiccicosa. Se mai fosse uscita da lì, sarebbero passati anni prima che avesse dimenticato quell'incubo.

Harry si era assicurato ogni giorno di far arrivare a Cassia qualche busta di ghiaccio e qualche crema per far velocizzare la guarigione dei muscoli. Dopo tre giorni il suo fianco sembrava fare piccoli progressi e con il livido pian piano spariva anche il dolore.

Oggi Cassia sembrava essersi svegliata con più forza in circolo e seduta aspettava Harry che venisse per iniziare l'allenamento.

La ragazza non conosceva ancora nel profondo il ragazzo, e si chiedeva se dietro quegli occhi verdi d'angelo ci fosse un'anima buona come mostrava, o tutto il contrario. Aveva visto regalarle segni di adorazione e poi urlarle addosso con tanta indifferenza e menefreghismo, cosa che la confondeva profondamente.

Avrebbe tanto voluto scoprire quale fosse la parte che, più di ogni altra, componeva il suo carattere. Era attratta dalla conoscenza di quella verità che misteriosa fluttuava sul ragazzo dagli occhi verdi.

«Buongiorno.» Una voce risuonò da dietro le spalle di Cassia. Lo riconobbe subito. Harry era venuto anche oggi.

«Buongiorno» lo salutò Cassia, sollevata.

«Seguimi» disse Harry velocemente, senza perdere tempo. Così Cassia fece. Restò dietro il ragazzo che la superava di un paio di centimetri. Le sue spalle larghe si muovevano ondeggiando ad un ritmo costante, e la ragazza restava ad osservare come i suoi muscoli lavorassero sotto la camicia che, come solito ormai, portava: bianca di raso. I capelli lunghi ricadevano in piccoli riccioli castani, posandosi sulle spalle.

Cassia non si era neanche accorta di essere uscita da quelle mura che tanto detestava, finchè i raggi del sole, caldi, si poggiarono dolcemente sulla sua pelle. Quando la ragazza si guardò in torno, credette di star sognando.

Non aveva mai visto tanto verde in una volta. Si trovava dentro un tunnel di rami, foglie verdi e rampicanti, che riempivano il pavimento su cui Cassia adesso camminava, per crescere in alto e formare un meraviglioso tunnel interamente verde. Tra qualche fessura sbucava qualche ramo di luce che illuminava l'intera area. Harry davanti a lei percorreva il tunnel senza mai voltarsi, sicuro della presenza dietro di lui.

Quando Cassia vide l'immenso prato verde avvolgere le colline e diramarsi fin sotto le montagne, le mancò quasi l'aria alla vista di quel panorama mozzafiato.

L'odore di erba e di fresco le invase le narici. A qualche centinaio di metri vi era un albero possente, i suoi lunghi rami ricadevano verso il basso, ed ondeggiavano al ritmo di ogni movimento dell'aria. Attorno ad esso, e sparsi qua e là, vi erano raggruppamenti dei fiori dai petali bianchi e dal capolino dorato, lo stelo che lo sorreggeva era piccolo ed anch'esso verde, come tutto ciò che lo circondava. Nel complesso sembrava tutto ben organizzato, come se ogni singolo elemento del panorama fosse stato messo di proposito. Anche le montagne sembravano abbracciare le colline.

La ragazza si fermò e si inginocchiò per far sfiorare la fredda erba sul palmo della sua mano. Qualche ciuffo verde fece cadere alcune gocce di rugiada del mattina, sulla sua mano, bagnandola.

Cassia non resistette e raggiante di felicità si distese sull'immenso prato colorato. Un sorriso le scappò dalla bocca, e per un attimo, mentre il sole le colpiva il viso impedendole di aprire completamente gli occhi, non le importò più nulla.

Voltò il viso, raggiante. Esattamente alla sua sinistra vide il tunnel creato da piante rampicanti che poco prima aveva attraversato, estremamente perfetto per essere naturale. Percorse con gli occhi il suo perimetro finchè esso non la guidò lungo una costruzione imponente.

Cassia |h.s.|Where stories live. Discover now