27-Scoperte.

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Una doccia fresca, dei vestiti che profumano di pulito e una cena sostanziosa per colmare le mancanze del loro stomaco fu come toccare il paradiso e godere dei benefici più lussuosi che potessero esistere, quando in realtà era semplice quotidianità, quella che gli avevano portato via per motivi ancora non ben chiari. Sembrava che non mangiassero da mesi nel modo in cui tutti e quattro finirono la loro porzione, ed effettivamente per alcuni era proprio così. Zayn si nutriva con le flebo da troppo tempo, così tanto che il primo boccone di cibo sul palato gli fece esplodere le papille gustative. Maximilian se l'era cavata con l'aiuto di Gaya, una serva molto gentile fatta amica solo in caso di bisogno. Un atto crudele alla vista di molti ma, quando non si ha nessun'altra scelta, l'unica soluzione è adeguarsi e fare del tuo peggio per sopravvivere. Cassia ed Harry sembravano quelli che se l'erano passata meglio durante quei giorni, in compagnia uno dell'altro facevano sembrare il peggio non proprio brutto ed il meglio eccellenza.

Cassia si rese conto di quanto gli fosse mancata la sua quotidianità, solo quando dopo pranzo si sedette sul divano. Non si adagiava ad una superficie tanto morbida da tempi troppo lontani. Presto Harry la seguì, e anche lui sembrò apprezzare la morbidezza di quel sofà, quando rilasciò un gemito di piacere e poi sbadigliò, portando il suo braccio dietro la spalla di Cassia, avvolgendola saldamente. La ragazza non poté non ripensare a quando era il padre a farlo, mentre restavano seduti sul loro divano a raccontarsi della giornata trascorsa. E quante storia gli aveva raccontato, messi lì su un divano vecchio di una casa dalle pareti che sapevano della loro storia. Quanto le mancava suo padre, quanto le sarebbe mancato. Forse Harry, aveva visto quel suo ghigno di tristezza calare sugli occhi di Cassia, e l'aveva stretta più forte.

«Magari un giorno potremo avere tutto questo solo per noi» le aveva sussurrato, e Cassia annuì semplicemente, perché voleva crederci, voleva credergli. Un giorno sarebbe andato di sicuro meglio e sarebbe tornata ad avere una casa tutta sua, ma non aveva capito che Harry alludesse a qualcos'altro.

Adesso si trovavano seduti di nuovo in cerchio sul piccolo tavolo in legno, e Cassia nuotava tra pensieri tristi e felici, mentre Max spiegava ciò che avevano passato all'anziano uomo, nonno di Zayn. Jack, che così sembrava chiamarsi, ascoltava con interesse mentre tutti lo guardavano con occhi pieni di speranza in un suo possibile aiuto, per trovare risposte ed una strada da seguire.

Ormai erano quattro ragazzi a cui era stato portato via una parte fondamentale del loro stesso essere, e bramavano vendetta, che se pur fosse considerata cattiveria, loro avevano bisogno di riscatto e di serenità che sarebbe a loro arrivato solo con la conoscenza della verità.

«È lei.» Max la stava indicando, e gli occhi di tutti erano puntati su Cassia, ma la ragazza non sapeva di cosa tutti stessero parlando e si ritrovò priva di una risposta da dare poiché non aveva seguito il discorso.

Jack le si avvicinò, poggiò i gomiti sul tavolo, la guardò dritto negli occhi e disse: «Tu sei la ragione dell'odio ed il motivo per la pace.» Quasi si impaurì, la ragazza. «Perché il fuoco è il sangue che ti scorre nelle vene, ma c'è ben altro dentro di te.» Cassia non rispose, ricambiò semplicemente lo sguardo serio. «Perciò dimmi, ti senti responsabile del male altrui, ed è per questo che vuoi forse vendetta?»

La ragazza annuì senza rifletterci un attimo. Era così e basta, la morte di suo padre, e di tutte le persone che erano morte per rendere lei ciò che era adesso, le gravava sulle spalle costantemente.

«Posso aiutarvi.» L'uomo tornò dritto con la schiena e distolse lo sguardo da quello della ragazza confusa.

«Vi racconterò una storia, che hanno udito le mie orecchie quando ero ancora giovane.» L'anziano si fermò un attimo, mentre i suoi ricordi lo riportavano indietro nel tempo e gli facevano percorrere le memorie della sua giovinezza. «Circa trent'anni fa, si raccontava tra le terre dell'Australia e della Nuova Zelanda che la Dea senza cuore fosse invece innamorata, e con cuore battente amava un uomo. Lui era un semplice umano, nessun potere che lo distinguesse, ma dalla bellezza disarmante che, alla fine, disarmò anche Demetra, denudandola delle sue cattiverie e vestendola d'amore.» Jack, trascinò una sedia vicino a lui e poi si ci sedette sopra piano, per via delle sue gambe fragili che avevano sopportato il peso del suo corpo per una vita intera. «Quell'uomo l'amava davvero, le donava la sua intera libertà solo per stare con lei, ogni giorno ed ad ogni ora, o almeno così dimostrava. Christopher fu l'unico umano di cui Demetria si sia mai fatta vedere, perciò presto, tra passione e amore, concepirono un figlio. Fu lì che nacquero i problemi.» Jack si fermò per un attimo, passò una mano sul viso, ma quando aprì la bocca per continuare la storia qualcuno lo interruppe.

«È sempre lì che iniziano i problemi.» Max rise, ma nessuno parve unirsi a lui, troppo curiosi di saperne di più.

«Demetria non accettava che suo figlio fosse umano, perciò disse un giorno all'uomo che amava di andare via da lei e portare via quel bambino che non le apparteneva davvero, perché sarebbe stato un disonore per lei mostrarlo come suo figlio. Christopher non obbiettò, prese le sue cose e tornò a casa, in Australia.»

«Si trova in Australia?» domandarono all'unisono Max e Cassia che si guardarono brevemente prima di puntare nuovamente gli occhi su l'uomo.

«Sì. Ne parlano tutti come un uomo gentile, penso che potrebbe darvi molte altre spiegazioni, cose di cui io non sono a conoscenza, se solo gli spiegaste tutto.» Jack prese un bicchiere d'acqua, versato poco prima dalla moglie, e lo portò alla bocca per rinfrescarsi. «La sua abitazione si trova a qualche decina di chilometri da qui.»

«È perfetto!» esordì Cassia, alzandosi dalla sedia. L'uomo avrebbe potuto fornire molto informazioni per Demetria, cose che solo lui, l'unico uomo che l'abbia mai vista, può sapere.

«Non possiamo andarci tutti» disse saggiamente Zayn. Cassia lo guardò, pensando che avesse ragione, sarebbe stato inopportuno presentarsi in quattro, per ascoltare spiegazione che anche un solo paio d'orecchie potevano udire.

«Potremmo andare io e Max, lui dovrebbe conoscere la strada ed io ho bisogno di sapere» spiegò Cassia.

«Tu non vai da nessuno parte» Harry la ammutolì. «Non lo conosciamo, magari potrebbe essere pericoloso, io potrei essere molto più d'aiuto visto e considerato che conosco Demetra da sempre.»

«Allora vengo con te» si impuntò Cassia, incrociando al petto le sue braccia e rivelare la sua frustrazione.

«Ma tu non conosci la strada» la fece riflettere Max. «Io si» continuò lui. «Perciò andremo io e Harry» concluse.

Cassia notò il modo in cui Harry ruotò i suoi occhi al cielo, forse, a causa dei precedenti bisticci con Max, il ragazzo non gli stava proprio a genio, ma Harry dimostrava quanto ci tenesse ad andare con lui quando non disse nulla ed acconsentì in silenzio.

«Ho dei cavalli nella stalla, potreste usare quelli» disse Jack.

Max si girò verso Harry, ridacchiando. «Sai andare a cavallo, femminuccia?» scherzò, ma presto la risata di Zayn si unì a quella del cugino.

Harry lo guardò di traverso «Spero che tu ti rompa una gamba» gli rispose, e forse lo sperava davvero.
Cassia rise alla visione di quella scena buffa, e lo sguardo di Harry si addolcì solo quando posò i suoi occhi sul sorriso della ragazza che si era appropriata del suo cuore.

«Sarà proprio una lunga giornata» disse Harry facendosi scappare un piccolo sorriso. Poi si avvicinò a Cassia e poggiò una mano sul suo fianco. La ragazza non era ancora abituata a tutto quel contatto fisico che, se pur piacevole, non apprezzava in pubblico. «Ed io penserò solamente a te» le sussurrò Harry vicino al suo orecchio, in modo da fare sentire quelle parole solo e soltanto a lei. Poi le lasciò un bacio in fronte e si allontanò, mentre Cassia gli regalava un sorriso che valse per Harry mille risposte.

Sarebbe stata una lunga giornata, ed Harry avrebbe pensato solo a lei mentre si trovava in compagnia di una persona poco desiderata. Cassia sarebbe, invece, rimasta a casa in presenza di Zayn e dei suoi nonni, ma non avrebbe saputo dire quanto dei suoi pensieri sarebbero rimasti dedicati ad Harry.

***

Salve cari lettori! Scusate per il leggero ritardo, ma ultimamente ho avuto qualche problema con il computer e la linea internet, in più si è aggiunto l'inizio della scuola che porterà via molto del mio tempo, per questo vi avviso dicendo che non so quanto gli aggiornamenti saranno regolari. Spero di riuscire a pubblicare almeno due capitoli a settimana, nel peggiore dei casi ne avrete uno, ma vi prometto che non vi farò aspettare per più di sette giorni! Stavo inoltre pensando ad una possibile revisione, dove correggerei le incoerenza create quando ancora non avevo un idea precisa della storia. Mi sento piuttosto confusa ultimamente e so che una revisione sarebbe la cosa migliore per me e per il seguito della storia, ma questo richiederebbe parecchio lavoro perciò non so quando troverò il tempo e se lo troverò. In ogni caso sono decisa a prendere la decisione migliore per 'Cassia'. Perora la revisione resta un'ipotesi, ma sarei felice di sapere se qualcuno fosse disposto ad appoggiarmi! Lasciate pure una stellina e fatemi sentire che ci siete.
Un grande bacio,
M.

Cassia |h.s.|Where stories live. Discover now