9-Di chi fidarsi?

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Il sole batteva persistente sulla sua pelle, accompagnandola lungo il suo ultimo giro prima della fine dell'allenamento. Il suo petto si calava ed abbassava velocemente, mentre il ritmo del suo cuore non era più normale da qualche ora ormai.

Quando uscì per l'ultima volta dall'acqua, percorse più lentamente la strada che l'avrebbe riportata vicino ad Harry, sfinita dalla stanchezza, le restavano quegli ultimi metri che presto avrebbero segnato anche la fine di quella giornata di libertà.

Camminò sull'erba, guardò il cielo limpido ed assaporò l'aria calda che le sfiorava il viso.

Presto si trovò davanti ad Harry, che sta volta la guardò. Il ragazzo a torso nudo, i tatuaggi scoperti, la vita stretta dai jeans scuri e dalla sua cintura di cuoio. Poteva vedere delle gocce di sudore sulla sua fronte, il rossore per il caldo sulle sue guance, i suoi capelli lunghi attaccarsi dietro al collo.

Quegli occhi brillavano al sole come diamanti, dei meravigliosi smeraldi.

La guardava con così tanta intensità che Cassia dovette distogliere lo sguardo, ma nonostante non lo guardasse più e l'imbarazzo evidente che la ragazza mostrava, poteva ancora sentire quello sguardo serio percorrerle il corpo vestito ancora dalla sola camicia che non le apparteneva.

Cassia cercò di restare disinvolta, come se lo sguardo di Harry non le bruciasse la pelle e non le restasse attaccato come la resina del mare.

Si distese finalmente sul prato. Portò la testa indietro e fece crollare naturalmente le sue gambe sfinite e doloranti. La circolazione le causava un prurito fastidioso lungo entrambi gli arti inferiori. Il fianco le doleva di nuovo.

La ragazza si fece cullare per qualche decina di minuti dal silenzio che riempiva l'aria e dell'ombra che l'albero regalava. Le foglie che piano si muovevano rinfrescavano l'area.
Harry era accanto a lei e fu proprio lui che spezzò il silenzio.

«La tua pelle è così chiara... da dove vieni?»

Cassia girò il viso verso di lui, che adesso si trovava seduto con la schiena poggiata sul tronco scuro. Il suo sguardo era perso nel paesaggio mentre lei lo guardava dal basso.

«Dall'isola di Ross» rispose Cassia. «E tu ?» domandò la ragazza curiosa.

Cassia restava ad osservare i riccioli di quel colore che le sembrava tanto strano, così scuro e...meraviglioso. Amava quel colore, non lo aveva visto mai sui capelli di nessuno, così abituata ai colori chiari della sua isola. Da lì poteva anche vedere i numerosi tatuaggi che riempivano il braccio sinistro, poteva distinguere il contorno di ogni figura e dargli un senso.

Le rondini sul petto, la farfalla posta più in basso, al centro dei suoi addominali. Sul braccio poteva distinguere un grande veliero che gli prendeva gran parte del braccio, più in basso, sull'avambraccio, una rosa e vicino al polso, un'ancora.

«Questa è casa mia» disse Harry. Cassia spostò l'attenzione dal braccio alle sue labbra, smettendo di ammirare i tatuaggi. «Non sono mai stato in nessun'altro posto.»

La ragazza sentì comprendere lo smarrimento del giovane nel non sapere cosa si possa trovare oltre le mura della propria dimora.

Cassia mostrò il suo dispiacere con un tacito silenzio, anche se avesse voluto rivelare che lei poteva capirlo.

«Se tu avessi un desiderio, uno ed uno soltanto da esprimere, dove desidereresti essere in questo momento?» domandò Harry, curioso di scoprire qualcosa in più di quella ragazza dai capelli rossi.

«A casa mia.» Cassia si voltò verso Harry aspettando una risposta anche da parte sua.

«Al mare» confessò il ragazzo con voce nostalgica.

Cassia |h.s.|Where stories live. Discover now