Draco's Story

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Draco

Mi ricordo tutto quanto.

È così chiaro nella mia mente. Vorrei tanto poter dimenticare ma so che non è possibile.

Da dove potrei cominciare?

Forse dal giorno in cui mio papà venne da me con una proposta – no, un comando. Sapevo bene dall'espressione che aveva, che non voleva veramente farlo, ma non fu abbastanza per fermarlo.

È accaduto tutto durante le vacanze estive tra il quinto e il sesto anno. Ero sdraiato sul divano leggendo un libro della nostra biblioteca. Lo sentii entrare e alzai lo sguardo verso di lui. Era in piedi davanti a me con uno sguardo da malato; mia mamma a ruota con uno sguardo illeggibile.

"Draco..." Mi disse appoggiando una mano al lato del divano.

Rimasi lì a guardarlo senza avere la minima idea di quello che sarebbe uscito da quella situazione. Cominciò a spiegarmi delle cose, di come da lì a qualche giorno tutto sarebbe cambiato e di come il suo ritorno avrebbe reso il mondo un posto migliore per tutti noi.

Mia mamma non sembrava convinta della metà delle cose che stava dicendo ma non si sarebbe mai opposta a mio padre, il loro legame era troppo forte.

Quando mi spiegò del ruolo che avrei avuto in tutto quello, ricordo che il libro mi cadde dalle mani finendo a terra.

"No! Non lo farò!" Urlai contro di lui.

Non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo.

"Draco, questa e la nostra occasione per-" aveva provato a spiegarmi ma lo avevo subito interrotto.

"Non mi interessa! Non lo farò. Non ho firmato per niente io, tu lo hai fatto!" Tirai un pugno contro il lato del divano. Pensava veramente che le cose per noi sarebbero migliorate?

Aveva firmato la mia potenziale condanna a morte.

"Non hai scelta Draco."

Dopo quello la mia vacanza era finita; anche solo la minima possibilità di avere una vita semi-normale era finita. Iniziai il periodo di iniziazione nei ranghi dei Mangiamorte.

Il Marchio Nero era il primo passo. Quando la punta della sua bacchetta toccò la mia pelle per la prima volta, sentivo il freddo inchiostro nero penetrare nelle mie vene, avvelenandomi. Potevo sentirlo muoversi; in qualsiasi momento lui volesse che io lo sentissi. Non potevo controllarlo in alcun modo.

Quello però era solamente l'inizio.

Non potevo finire i miei studi perché dovevo aggiustare l'armadio svanitore; doveva essere pronto il prima possibile. Piton mi aiutò con quello; era uno dei pochi che sapeva che cosa stesse succedendo.

Suppongo tu sappia il resto. Sai quello che è successo a Silente e che lui rimase a casa nostra durante quello che sarebbe dovuto essere il mio settimo anno. Non riuscivo a dormire sapendo che era lui a controllare la mia casa. Improvvisamente tutto ciò che era stato mio, era diventato suo.

Non avevo nemmeno la possibilità di obiettare, ero semplicemente diventato una pedina del grande gioco a cui stava giocando. Se avessi superato la linea, si sarebbe liberato di me come niente. Perché per lui ero quello, un niente.

Sentivo di essere niente per tutto quanti. Solo una pedina in quel sadistico gioco degli scacchi dei maghi, dove lui era il re nero e Potter quello bianco.

Hermione and Draco, a Forbidden Fantasy (Dramione) - [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora