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Ritorno sui miei passi e mi dirigo verso scuola, ovviamente in ritardo. Supero il cancello poco prima che si chiuda, continuamente fissata dagli studenti raccolti davanti all'edificio.

Diciamo che mi faccio notare facilmente con i miei capelli biondo platino, la mia pelle lattea e i miei vestiti sempre scuri in contrasto con la mia carnagione.

Decido di fumarmi l'ultima sigaretta prima di entrare in aula, ma non trovo l'accendino nello zaino. Sbuffo e mi giro, cercando qualcuno che abbia da accendere.

Chiedo a varie persone che mi guardano in modi diversi, chi indifferente, chi scocciato, chi spaventato dalla mia presenza.

"Non sono mica un mostro, non ti mangio mica!" urlo in faccia al ragazzo a cui ho appena chiesto d'accendere.

Mi volto infastidita e mi ritrovo davanti un ragazzo alto e imponente che non riesco a riconoscere perchè in controluce.

"Ho io d'accendere se vuoi..." dice con voce profonda e grave.

Gli avvicino la sigaretta e lui l'accende con il suo accendino scuro. Lo ringrazio con un cenno e mi allontano.

Mi vengono i brividi quando noto una strana scintilla negli occhi del ragazzo.

Mi allontano ancora più velocemente dal cortile anteriore e mi nascondo dietro l'edificio grigio e in rovina. Mi appoggio al muro con la schiena e inizio a fumare la sigaretta tanto attesa. Il fumo entra nei miei polmoni, portando con sé una sensazione di benessere e quando lo caccio fuori dalla mia bocca porta con sé tutto lo stress e i problemi di questi giorni.

Finisco la sigaretta e la butto a terra, schiacciandola con la punta delle mie Superstar. Riprendo lo zaino da terra e raggiungo l'ingresso della scuola. Arrivo di fronte al mio armadietto, completamente personalizzato da adesivi neri e disegni fatti da me, e lo apro, cercando qualcosa su cui scrivere la prossima ora.

Suona la campanella, ma io non mi muovo dal mio armadietto, aspettando che tutti se ne vadano. Non mi piace mischiarmi alla gente, preferisco stare da sola, con i miei pensieri e i miei problemi.

Mi stacco dall'armadietto e lo chiudo. Mi volto e faccio per andarmene in classe, quando una figura appare dal nulla e mi incastra tra essa e l'armadietto.

Tengo lo sguardo basso, tentando di riprendere a respirare regolarmente, prima di affrontare il deficiente che si è messo contro di me.

Mi calmo e conto fino a tre, per poi alzare il capo. Incontro un paio di occhi scuri e un sorriso sbilenco abbastanza divertito.

"Cosa ci fai qui, stronzo?" dico mantenendo un tono di voce saldo e guardando duramente negli occhi il ragazzo di stamattina.

"Sono venuto a prendermi ciò che mi spetta" dice tenebroso.

Non riesco nemmeno a dare un senso a questa frase che mi ritrovo con le sue labbra sulle mie e le sue mani sui miei fianchi. Non esito a cogliere l'occasione mettendo le mani nei suoi capelli e tirandoli lievemente. Mentre mi bacia voglioso emette dei versi di approvazione mentre ripeto il gesto sulla sua chioma e faccio scontrare i nostri bacini.

Inizio a far fatica a respirare, così mi allontano, mantenendo però vicini i nostri visi. Il suo respiro affannato si scontra con il mio, creando un miscuglio caldo e piacevole.

Suona la seconda campanella, destando entrambi da questo momento strano ma piacevole.

"Devi andare piccola" dice, rimanendo però incollato a me.

"Sì, lo so"

Rimaniamo qualche attimo in silenzio, poi lui si stacca da me, prende il suo zaino e corre su per le scale.

MadWhere stories live. Discover now