|| ex best friends ||

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Affretto il passo. La professoressa di chimica mi ha costretta a rimanere in classe per discutere del mio rendimento scolastico. Però devo ammettere che è stato piuttosto divertente la sua reazione quando le dissi che non erano affari suoi se non ho voglia ed energie per studiare la sua materia del cazzo.
Sì, ho detto proprio "del cazzo".

Raggiungo l'uscita della scuola e cerco Paciello con gli occhi. Ha detto che sarebbe tornato a scuola per fare il tragitto insieme.

Lo scorgo appoggiato ad un palo appena fuori dal cancello della scuola.
Ci fissiamo per qualche secondo da lontano finché io mi decido ad incamminarmi verso di lui, mentre lui porta il suo sguardo sui suoi anfibi che ammiro tanto.
" Ciao Rachele " mi saluta semplicemente, accompagnando il saluto con uno scambio di baci sulle guance.

Rimango allibita dal suo comportamento "normale". Sembra calzargli stretto.
Simone è un tipo che afferma invece di chiedere, che obbliga invece di proporre, che manipola invece di discutere.
E ora, lo scorbutico Paciello, sta cercando di cambiare per...

Uscire con me...?
Oh cazzo.

" Ciao Simo " rispondo un po' scossa.

Ci incaminiamo verso casa sua, discutendo di svariati argomenti. Sono nuovamente sorpresa da lui che mi lascia parlare e non cerca di sminuire quello che dico ne cerca di intromettersi quando non glielo chiedo.
Annuisce e fa piccoli cenni, risponde solo quando lo interpello direttamente.
Tutto ciò mi scalda il cuore perché è evidente, ora più che mai, che lo sta facendo per me.

Per raggiungere casa sua, passiamo accanto alla fermata dell'autobus.
Cerco involontariamente con gli occhi i miei due migliori amici, come era mio solito fare.
Non trovandoli immediatamente mi rendo conto di averli persi entrambi. Probabilmente hanno preso il primo autobus e se ne sono andati per non incontrarmi.
Lorenzo mi ha lasciata e Greta, a quanto pare, si è schierata dalla sua parte perché non è d'accordo con la mia scelta.
Non lo è mai stata, anche se non lo ha mai ammesso.
Pazienza.

Smetto di cercarli tra la folla di studenti accalcati sotto la pensilina dell'autobus. Rivolgo lo sguardo a Simone, ma mi colpisce un'immagine alle sua spalle.
Dall'altro lato della strada, un ragazzo e una ragazza si stanno baciando animatamente e in modo poco casto nonostante siamo in pubblico.
Mi si stringe il cuore pensando che fino a ieri ero io a baciare il ragazzo che amavo, sempre se lo amavo davvero, ed oggi la vista di una coppietta mi disgusta.

" Ah che schifo! Paciello guarda quei due! Guarda quella come si fa infilare la lingua in gola " dico indicandoli.

Lui si gira e ride alla mia battuta, ma quando si ferma per scrutarli bene, assume un'espressione rammaricata.
Sposto lo sguardo da loro a lui, confusa, finché mi accorgo anch'io del motivo per cui Paciello li fissa con aria contrariata.

Li fisso mentre continuano a scambiarsi effusioni piuttosto volgari, mentre un conato di vomito mi sale fino alla bocca dello stomaco, cercando di risalire la gola e fuoriuscire dalla mia bocca.

Le mani del moro si spostano sula schiena di lei continuamente, fino a posarsi volgarmente sul suo sedere e stringerlo con forza, mentre lei lo lascia fare.
Le mani di lei sono allacciate dietro il collo di lui e ogni tanto tirano qualche ciocca scura del ragazzo. Lui poi fa lo stesso con la chioma rosa della ragazza.

" Rachele, mi dispiace... " sussurra Paciello a bassa voce.

Mi poggia una mano sulla spalla, poi l'altra e fa un gesto che mette ancor di più in subbuglio il mio cuore: mi abbraccia.
Il suo corpo caldo e imponente nasconde completamente il mio, ma non mi sento minacciata, tutt'altro. Mi sento sicura, protetta.
Sento che lui è l'unica persona che vorrei abbracciare in questo momento, l'unico che voglio accanto ora.
Il suo calore scioglie il gelo che mi ha congelata dentro.
L'immagine del mio migliore amico e della mia migliore amica che si baciano mi ha provocato una sensazione di freddo, come se fossi stata rinchiusa in una cella frigorifera.
Non sono triste per aver perso il mio ragazzo, ma per aver avuto la conferma che neanche lui è mai stato innamorato di me.
Per non parlare della mia migliore amica...
Forse non sono mai stati veramente miei amici, ma dopotutto, io sono abituata a stare sola.

Simone smette di stringermi e mi sospinge dolcemente verso casa sua, senza dire niente.
Mi fa strada nel suo appartamento, nonostante lo conoscessi già, e mi indica il divano.
Poi sparisce in cucina e torna poco dopo con una ciotola piena di pop-corn, una di patatine, due bicchieri e una Coca-Cola.
Adagia il tutto sul tavolino di fronte al divano, recupera il telecomando e poi mi si siede accanto.

" Come facevi a sapere che le patatine rustiche sono le mie preferite? " dico, per smorzare la tensione.

Lui mi guarda e poi, sorprendentemente, arrossisce.

" Io ti ho visto mangiarle in ricreazione... " dice guardandosi i piedi.

Rido della sua timidezza e lui arrossisce ancora.

" Sei veramente uno stalker... " dico ridendo e tenendomi la pancia con le mani per le risa.

" Non prendermi per pazzo, è stata solo una coincidenza... " dice, cercando di giustificarsi.

Annuisco per poi smettere di ridere.

" Ti va di vedere qualcosa su Netflix? " propone, indicando il cibo e la Coca-Cola sul tavolino.

Annuisco convinta.

" È proprio quello che ci vuole " affermo soddisfatta, facendogli l'occhiolino.

MadWhere stories live. Discover now