|| goodbye dad ||

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Raggiungiamo casa mia in poco tempo e inizio ad arrampicarmi per raggiungere la finestra della mia camera, facendo leva sulla grondaia e sul davanzale di un'altra finestra. Simone mi guarda stupito per qualche secondo per poi imitarmi. Saltiamo letteralmente dentro la mia camera. I miei occhi potrebbero benissimo uscire dalle orbite e scoppiare a causa della scena a cui sto assistendo.

La porta della stanza è stata abbattuta e giace a terra per metà sfregiata; tutti gli oggetti sulla scrivania sono stati buttati a terra; i vestiti sono sparsi sul pavimento, completamente stropicciati; l'abajour è infranta in millepezzi sul pavimento, accanto ad alcune foto di famiglia con le cornici spezzate.

Cado sulle ginocchia e appoggio rumorosamente le mani sul pavimento, conficcandomi alcuni vetri nelle mani. Inizio a piangere disperatamente e a sentire un freddo pazzesco, ma non un freddo dovuto alla temperatura, tipo quel freddo che provi dentro quando ti rendi di quanto faccia schifo la tua vita.

Questa orrenda sensazione scompare quando Simone si inginocchia e mi abbraccia stretta,accarezzandomi i capelli. Continuo a singhiozzare finchè non lo sento sussurrare, quasi a sé stesso che a me.

" Ti prego, smettila, non piangere, mi fai stare male..."

Ripete questa frase per 5 o 6 volte e finalmente smetto di piangere.

" Scusa, non so cosa mi sia preso..." cerco di giustificarmi, ma lui mi fa segno di tacere e lo faccio.

Cala il silenzio e si sentono dei passi un po' irregolari provenienti dal corridoio. Inizio a tremare e sembra che Simone se ne accorga perchè mi stringe più forte, ma sento il suo cuore battere più velocemente e quindi deduco che anche lui abbia paura.

Entra barcollando mio padre e non provo nessuna emozione in particolare, se non disgusto. Disgusto per la persona che mi ha rovinato la vita e che sta continuando a farlo.

Mi guarda per un tempo a me infinito, senza degnare Simone di uno sguardo, nonostante siamo maledettamente vicini, altro problema al momento.

" Rachele, mi dispiace, non volevo..." dice, avanzando verso di me.

A quel punto interviene Simone che mi aiuta ad alzarmi e si mette davanti a me, quasi per proteggermi. Solo ora, mio padre si accorge della sua presenza e storce il naso.

" Paciello, ancora qui?"
Il suo tono di voce è sprezzante e poco rassicurante.

" In persona" .

C'è parecchia tensione dai due così decido di uscire dal perfetto nascondiglio che è il corpo di Simone e guardo mio padre negli occhi.

" Non voglio sapere il motivo ne altro, so solo che eri ubriaco... Sappi che non ci vedremo mai più, alcolizzato!" sibilo con così tanta cattiveria l'ultima parola che vedo la sua voglia irrefrenabile di uccidermi all'istante, se non fosse per la presenza di Paciello.

Prendo un borsone nero, probabilmente quello che usavo quando andavo a pallavolo, e lo riempio di tutto ciò che è ancora integro nella mia stanza: vestiti, quaderni, libri, il PC, caricatori vari, il mio fedele diario, alcune foto, i miei CD preferiti, la mia Canon e la mia Polaroid azzurrina.

Simone mi prende il borsone da mano e mi fa un cenno elegante, indicandomi di uscire dalla finestra. Lo ringrazio con un piccolo inchino. Un po' di ironia ci vuole in un momento del genere.

" Addio papà" e scavalco la finestra.

Mi sembra di aver visto Simone lanciare un'occhiataccia a mio padre prima di seguirmi in questa folle avventura.

SPAZIO AUTRICE:

Sorry per la mia assenza ma ho avuto degli impegni in preparazione alla scuola 🙈 !
Spero che il capitolo vi piaccia e lasciate una stellina!
Baci,
narratricediamori

MadWhere stories live. Discover now