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Segue un altro degli innumerevoli silenzi che caratterizzano i nostri incontri. Sono confusa più che mai e tutto ciò mi provoca un'emicrania fastidiosa, mista a un senso di imbarazzo assurdo. Non ho la più pallida idea di cosa fare e lui non sembra intenzionato ad agire in alcun modo.

Quindi agisco nel modo più sbagliato possibile: scappo.

Mi volto e comincio a correre il più lontano possibile da lui. Corro il più lontano possibile da lui e non mi volto indietro. Forse è la cosa più stupida da fare, ma non sarei resistita un secondo di più.

Corro sempre più veloce mentre la pioggia inizia a cadere insistente, mischiandosi alle mie lacrime, inzuppandomi i vestiti. Centro in pieno qualche pozzanghera, infradiciando le scarpe. Non riesco a ragionare a causa dell'affanno e dell'emicrania che non ha intenzione di lasciarmi stare.

Mi fermo esausta accorgendomi solo ora dell'impetuosità della tempesta e mi guardo in giro cercando disperatamente un posto dove ripararmi. Scorgo un passaggio a livello poco lontano e lo raggiungo lentamente, tanto un po' di pioggia in più non farà la differenza.

Mi siedo per terra appoggiando la testa al muro e continuando a piangere. Il senso di colpa mi assale e una morsa allo stomaco mi impedisce di parlare e di pensare. Per una volta avrei potuto affrontare la situazione da persona matura, dirgli che non mi sento pronta, che non sono sicura di ciò che provo o addirittura che non provo proprio niente. No. Sono scappata come una stupida ragazza spaventata e probabilmente adesso non gli interesserò più.

In realtà mi importa, se no non mi farei tutti questi problemi, ma innanzitutto devo chiudere tutti i conti con me stessa. Non posso permettermi di amare qualcuno se non amo prima me stessa!

Scoppio per la millesima volta in lacrime, avvicinando le ginocchia al petto. Chiudo gli occhi, sperando che sia tutto uno stupido e orribile incubo.
Sento il rombo di una moto in lontananza e lo scroscio dell'acqua al suo passaggio. Stringo ancora di più gli occhi e tento di allontanare le scene di poco prima che si ripetono continuamente nella mia testa.
Il rombo si fa sempre più assordante e più vicino tanto che mi tappo le orecchie nella speranza che si fermi il prima possibile.
Riflettendoci bene è la seconda volta che scappo da Simone... Penserà che sono una bambina e quindi non sono abastanza per lui... Perfetto, problema risolto. Se non fosse che io non sono sicura di quello che provo... Quando mi ha baciato ho sentito brividi scorrermi per tutta la schiena e non ho mai opposto resistenza, fino ad ora. E ho rovinato tutto.

Il rombo si ferma improvvisamente e sento il cavaletto di quella che penso sia una moto graffiare l'asfalto.

" Rachele! "

SPAZIO AUTRICE: 

BOOM! Sono tornata! Piaciuto il capitolo? Scusate se sono sempre meno presente negli spazio autrice, ma sono veramente impegnata. Mi manca chiaccherare con voi nei commenti, quindi scrivete quello che volete: come è andata la giornata, chiedetemi qualcosa di personale, parlate di voi... Fate quello che volete, io sono disposta a leggere tutti i commenti e a rispondervi perché ci tengo molto a voi. 

Per ristabilire un po' la comunicazione, inizio io. Oggi sono andata a casa di mia nonna per festeggiare il compleanno di mio papà. Come regalo ho cucinato io! Non sono una grande cuoca però mi sono sbrizzarrita con un antipasto di affettati e formaggi misti e poi ho preparato hamburger, piselli e carote lesse come secondo. Infine sono andata a comprare il gelato per tutti awwww adoro!

Ci sentiamo, al prossimo capitolo. 

narratricediamori.  











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