|| away from you ||

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Rimango immobile, schiacciata contro l'armadietto per qualche minuto.

Dopo un ragionamento minimo, prendo la mia roba ed esco da scuola, tornando nel retro dell'edificio scolastico. Mi siedo sul muretto affacciato alla strada e me ne infischio delle persone che passano e mi fissano dubbiosi.

Prendo dallo zaino il quaderno, quel quaderno.

Un quaderno molto importante per me.

È un semplice quaderno rilegato tutto nero e lucido. Ma l'importante non è ciò che sembra da fuori, ma quello che è dentro.

Uso questo quaderno per scrivere tutto quello che mi passa per la testa da quando mia madre se n'è andata di casa, scordandosi di me. Diciamo che la mia situazione in famiglia non è una delle migliori, ecco.

Così scrivo per sfogarmi e per dimenticare; non mi separo mai da esso, lo porto sempre con me.

Inizio a scrivere dettagliatamente quello che è appena successo con il ragazzo misterioso di cui non conosco il nome, in modo da rendere tutto più chiaro a me stessa. Poi ovviamente mi divulgo in cose che non c'entrano niente come il perchè stamattina ho messo le Superstar e non le solite Vans o sul perchè mi sono sentita di fare filone invece di cercare di fare la persona matura ed entrare in classe.

Prendo un'altra sigaretta dal pacchetto, ma mi ricordo sfortunatamente di non avere l'accendino con me. La ripongo nel pacchetto e tiro fuori le mia cuffiette rigorosamente nere e faccio partire una canzone.

Rimango sconcertata dal sentire Troye Sivan cantare le note di Suburbia, una melodia triste e depressa, adatta alla mia vita.

Prendo il diario e scrivo un piccolo appunto infondo alla pagina.

Devo chiedere a Troye si scrivere la colonna sonora della mia vita.

Continuo a fissare il vuoto, cullata dalle lenti note della canzone, quando del fumo denso e bianco offusca la mia vista. Mi volto di scatto e noto il ragazzo misterioso di prima, fumare dietro di me, appoggiato al muro. Non so da quanto tempo mi stia fissando e sinceramente non voglio nemmeno scoprirlo.

Scendo dal muretto, raccatando le mie cose, e lo supero, fingendo di non vederlo.

Mi afferra un braccio, bloccandomi a pochi centimetri da lui.

"Dove vai?"

Ecco, di nuovo quella voce spaventosa e così irritante. Cosa crede? Di avere il controllo sulla mia vita?!?

"Lontano da te" sbuffo, scuotendo il braccio, ma non riuscendo a fargli mollare la presa.

Mi guarda per qualche secondo e mi sembra di vedere una strana luce malinconica nei suoi occhi, ma accantono l'idea che un essere così spregevole e inquietante possa provare sentimenti diversi dalla rabbia e dalla pazzia.

"Non puoi scapparmi per sempre"

"Se fossi più gentile e meno inquietante forse avresti una possibilità con chiunque... O almeno con me..."

Mi molla il braccio, lasciando cadere il suo lungo il fianco, così ne approfitto per incamminarmi nuovamente verso la scuola, rintanandomi nella mia classe.

SPAZIO AUTRICE:

Ehilá, sono tornata! Non ho pubblicato per un po' perché ci tenevo a raggiungere un risultato discreto prima di pubblicare, ma ho deciso che pubblicherò comunque, sperando di ricevere un riscontro positivo col tempo.
Detto questo, buona lettura !

narratricediamori

MadWhere stories live. Discover now