|| ghosts ||

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" Qual è la procedura per risolvere un sistema di diseguazioni? "

Il prof. scruta i volti di tutti gli alunni presenti in classe fino a fermarsi su di me. Tento di guardare da qualche altra parte, ma ormai il danno è fatto...

" Rachele..."

" Porto tutto al primo membro, trovo la forma normale e trovo i segni forse... " dico a bassa voce.

" I 'forse' in matematica non esistono, signorina. E comunque hai enunciato il teorema sbagliato! Si merita un quattro! "

Sbuffo sonoramente e riporto l'attenzione sul foglio completamente bianco, fingendo di scrivere.

Ci mancava solo questa...

Nonostante sia suonata la campanella, l'insegnante non sembra voglia andarsene e così continua ad assegnare espressioni su espressioni per casa.
Senza chiedere il permesso al professore, esco dalla classe seguita dai suoi rimproveri.

Svoltato l'angolo, incrocio lo sguardo di Paciello, il solito sguardo triste e vuoto. Sono settimane che non ci parliamo, ma il suo sguardo rimane invariato.
Sposto lo sguardo su un punto indefinito e raggiungo il bagno delle ragazze più velocemente, ma allo stesso tempo senza scompormi troppo: la situazione non cambierà se lui continuerà con questo suo atteggiamento da cane bastonato.

Appena chiudo alle mie spalle la porta del bagno mi assalgono i sensi di colpa e mi sento terribilmente stronza. Potrei mettere da parte l'orgoglio per una volta e perdonalo, dopotutto lui non ha fatto niente di male, non è colpa sua se prova qualcosa per me.

Mi avvicino al lavandino e mi sciacquo la faccia con acqua gelida, tentando di cancellare le tracce di debolezza dal mio viso. Respingo le lacrime sull'orlo di uscire e mi guardo allo specchio.

" Su le spalle, Rachele. Questa è l'ultima volta che piangi per un uomo, okay? " dico a me stessa, lisciandomi i jeans.

Mi volto verso l'uscita quando Paciello entra chiudendo la porta silenziosamente. Per un minuto buono ci fissiamo a vicenda, non sapendo cosa fare. Sono la prima a rompere il silenzio.

" Guarda che hai sbagliato bagno, idiota! "

Che finezza! 

" Lo so, ma devo parlarti " .

Gli faccio segno con la mano di continuare.

" Vorrei capire perchè mi eviti in continuazione... Lo so, ho fatto una grande cazzata, ma non potevo tenermi tutto dentro, capisci? Non sono tipo da smancerie e vorrei che apprezzasti il mio sforzo. Non ti sto obbligando a prendere nessuna decisione, ma vorrei che ci pensassi. Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma ti giuro, che non avrei fatto tutto questo per una qualunque!"
Scruto il suo sguardo e vedo solo sincerità dei suoi occhi, nessuna bugia. Ed ho l'impressione che stia tremando.

" Paciello, senti, non sono una ragazza fatta per queste cose. Non mi piace stare con altre persone e soprattutto non mi piacciono i problemi che ne derivano. E non sono certamente pronta per una relazione..."

Un'ombra compare sul suo viso per l'ennesima volta. I suoi occhi sono diventati improvvisamente più scuri e le sue labbra si sono piegate in un sorriso sghembo.
Inquietante direi.
Questo non è il mio Simone.

" Beh se è così, mi prenderò quello che mi spetta..." .

Emette una risata gelida e avanza di qualche passo nella mia direzione.
Nonostante la paura si stia facendo strada in me, decido di agire. E faccio l'ultima cosa che avrei pensato di fare.

Lo bacio.

Un bacio breve e leggero, le labbra si sfiorano appena. Uno di quei baci che ti lasciano senza fiato per l'innocenza, la purezza con cui vengono dati.
Uno di quei baci che ti sconbussolano lo stomaco e il cuore.
Uno di quei baci che arrivano sempre all'improvviso, in silenzio, in punta di piedi, senza far rumore.
Uno di quei baci che ti provocano un sorriso involontario, spontaneo.
Come questo.

Mi stacco velocemente da lui ed esco il prima possibile dal bagno.
Non so precisamente perché ho agito in quel modo, ma mi sembrava la cosa migliore da fare.
Ho un po' questo istinto, di aiutare chi è in difficoltà, ma a modo mio.
Odio le persone, ma sono i problemi, le paure, gli incubi la notte che ci rendono quello che siamo, cioè insopportabili.
Ognuno è tormentato dai suoi fantasmi e io sono disposta ad aiutare chiunque, se ammette di averne, di fantasmi.
Ovvio, aiutare a modo mio.
Anche se dovrei essere io la prima ad essere aiutata, ma probabilmente a nessuno interessa.

Apparte a Simone.

MadWhere stories live. Discover now