Capitolo 1.

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Ormai Leila aveva diciassette anni e tra qualche settimana ne avrebbe compiuti diciotto. Il suo compleanno era alle porte. Diciotto anni... erano molti... e ancora di più le responsabilità che avrebbe avuto alle spalle... e poi c'era lui. Quel ragazzo che le offuscava sempre la mente: Matthew.
"Oh Mattew... da quanti anni lo conosco..."pensava tra se e se.

Il loro rapporto era mutato negli anni.
Ormai loro due si consideravano come fratello e sorella.
Però lei ben sapeva di volere che il rapporto con Matthew fosse più di una semplice amicizia. Negli anni aveva accettato l'idea che quel sentimento così forte, così profondo non si potesse sopprimere.
Ovviamente sarebbe stato un amore impossibile, lei era una principessa e lui un semplice uomo di corte.
E poi, gli anni che li dividevano? Oh, ma a lei non importava l'età che li divideva...
Eppure doveva togliersi dalla testa quell'idea.
Non sarebbe mai potuta diventare la sua fidanzata, o comunque essere ricambiata.

Leila e Matthew non sarebbero mai diventati qualcosa di più che semplici amici. Secondo la principessa tutto ciò era destinato a rimanere un amore platonico.
"Anche se fosse lui non proverebbe mai nulla per me" continuava a ripetersi tra se e se cercando di autoconvincersi.

Stava camminando per l'immenso giardino del palazzo, mentre pensava all'amato.
Aveva in mano un libro; il suo preferito, quello rilegato in oro. Adorava quella storia. Matthew gliela leggeva sempre quando lei aveva tredici anni.
Pensó a quando gliela leggeva.
Non che lei non sapesse leggere, ovvio, ma, adorava sentire la sua voce, la sua bella, unica, travolgente voce,
Si fermò e fissò la copertina del libro.

Riprese a camminare. Arrivò all'albero, quello enorme, il più grande del giardino. Quello dove quando all'età di sedici anni, si era arrampicata per poi cadere tra le braccia di Matthew.
Si ricordava ancora tutto come fosse ieri.
Il panico del cadere nel vuoto, la paura di morire, ma in cuor suo sapeva che Matthew l'avrebbe salvata.
Quando i loro occhi si incrociarono, per lei fu la fine del mondo.
Com'erano belli quegli occhi azzurri come il ghiaccio.

Aveva ragione quel giorno lui a dirle che era pericoloso, ma lei era testarda, lo era sempre stato.

Da quel giorno non fu salì su un albero.
La paura aveva preso possesso di lei. Però fremeva ancora in lei quel desiderio. Ogni volta che sentiva il fruscìo delle foglie mosse dal vento, le risovveniva alla mente quelle ore passate su uno di quei rami, osservando lo splendido panorama che c'era.

Una folata di vento le fece spostare i capelli lunghi e castani in faccia, scuotendola dai suoi pensieri.

Era da almeno mezz'ora se non di più a passeggiare in quel prato, solo ora si era accorta che doveva fare una cosa... ma... cosa?
Subito dopo le venne in mente.
DOVEVA ANDARE A PALAZZO PER LA LEZIONE DI LETTERE!
«SONO IN RITARDO DEVO SUBITO ANDARE AL PALAZZO!!! O mio padre e mia madre non me lo perdoneranno mai!» urló.
Doveva correre, correre velocissima se voleva arrivare in tempo al palazzo.

Si alzò leggermente la gonna per poter correre meglio, quanto odiava quei vestiti con quelle gonne lunghissime, se fosse stato per lei li avrebbe decisamente accorciati, o meglio, si sarebbe messa i pantaloni.

Una donna con i pantaloni non si era mai vista, ma potrebbe essere stata un'idea originale per correre meglio.
Anche quando si arrampicava sugli alberi faceva sempre fatica per colpa di quei vestiti tutti agghindati, e molte volte capitava che li sporcasse, allora sì le spettava una ramanzina da sua madre. Chi la sentiva più poi...

Mentre stava correndo per entrare al palazzo, essendo soprappensiero, urtò contro una persona cadendo a terra.
Era Matthew.
Lei era esattamente sopra di lui, a pochi centimetri dal suo viso.
Le figuracce non avevano voglia di finire.
Era tutto così imbarazzante. Come voleva sotterrarsi in quel momento.
I loro occhi si incrociarono di nuovo, un brivido pervase il corpo della ragazza. Il servitore non riusciva a reagire, era perso nei suoi occhi color smeraldo.
Quanto volevano evitarlo, ma non potevano. Si amavano e non potevano dirlo. Situazione piuttosto difficile.

Leila era molto cambiata negli anni e Matthew l'aveva trovata sempre più bella. Ogni anno che passava lui se ne innamorava sempre di più, e per quanto ci provasse, non poteva e non voleva togliersela dalla testa, ma ovviamente, come Leila, non doveva darlo a vedere.
Lui adorava il suo sorriso. Anche quando era più piccola, Matthew ha sempre amato quel sorriso innocente, che le spuntava ogniqualvolta, anche senza motivo. La sua spensieratezza, il suo essere sé stessa, senza preoccuparsi di quello che pensavano gli altri, era ciò di cui il ragazzo era maggiormente attratto.
Lo faceva sentire bene quando la fanciulla rideva in sua presenza.
Aveva un sorriso bellissimo.
Quanto avrebbe voluto baciarla in quell'istante.
Ma doveva togliersi quell'idea dalla testa.

I loro volti erano a pochi centimetri di distanza.
I loro fiati si mescolarono.
I loro occhi erano uno fissi l'uno sull'altro.
"Com'è bella" pensó il servitore.
"Perché non posso fare a meno di stargli lontano?" pensó la principessa.

Subito dopo Leila si staccò da Matthew, risvegliandosi da quello stato di tranc ed alzandosi, era rossa dall'imbarazzo.
Matthew era piuttosto nervoso.
Lei iniziò a farfugliare :«Ss..cc...usa Matt. Io ecco ... stavo correndo per andare al Palazzo... e... insomma per la lezione...»

Matthew si alzò accarezzandosi la nuca per la botta. Ma era stata una botta piacevole visto che sopra di lui fino a pochi secondi fa c'era lei.
Era in evidente nervosismo, ma almeno le sue parole erano decise.
«Avevo notato il fatto che stavi correndo.» fece una risatina nervosa per poi proseguire. «Allora buona lezione.»

Voleva stare con lui ancora per molto tempo, ma il dovere non glielo permetteva.
«Grazie. Ora vado...arrivederci!» riuscì a dire.
La principessa era già sulla strada per andare al palazzo.

«Leila! Aspetta! Hai dimenticato questo!» Matthew in un ultimo momento si accorse del libro che era caduto durante il loro scontro.
La ragazza che ad un tratto si voltò e vide che Matthew aveva il suo libro in mano.
«Giusto. Mi è caduto dopo lo... sc...on...» Non riusciva ad enunciare l'ultima parola dall' evidente imbarazzo creatosi.

«Scontro?»concluse la frase Matthew con un sorrisetto divertito sulle labbra.
«Sì quello.» rispose lei alla correzione della parola liquidandolo con un gesto della mano.

Matthew esaminò rapidamente il libro.
Ma quello non era il libro che leggevano sempre insieme?
Quanto adorava leggerle quel libro.
Perché mai lo portava ancora con sé?
Quella storia era una storia per bambini, cioè non proprio per bambini, ma comunque per persone più piccole dell'età di Leila.

Non voleva però intrattenerla ulteriormente con le sue domande alquanto inadeguate.
Doveva andare a lezione.
Le porse il libro.
«Grazie »rispose lei.
«Prego, e ora vai a lezione. » disse rivolgendole il sorriso.
« Scusa ancora. Ciao!» si congedò lei.

«Ciao!» Rispose lui sorridendo.

Così la fanciulla corse verso il palazzo con il suo libro in mano e il cuore pieno di felicità.

Royal love {#WATTYS2019}Where stories live. Discover now