Capitolo 9.

272 22 10
                                    

Quella sera Leila era pronta a risolvere tutte le questioni che dividevano lei e i suoi genitori. Una volta per tutte.

Era l'ora di cena.

Come era consuetudine da una settimana Leila si sedette a tavola senza rivolgere la parola ai genitori.
Aveva lo sguardo puntato verso il pavimento.
Arrivò la prima portata e non volò una mosca.

Dentro di Leila c'era una vocina che diceva "devi  riconciliarti con loro. Lo avevi promesso a Matthew."

Si pulì l'angolo della bocca con il tovagliolo.
Guardò i genitori, prese coraggio e iniziò a parlare.

«È inutile continuare a ignorarci. Penso che io vi debba delle spiegazioni...»

Negli occhi dei genitori comparve un briciolo di  speranza.
Il padre comunque rispose freddo, sempre con lo sguardo rivolto verso il piatto:« Dicci allora.»

La fanciulla disse tutto d'un fiato: «Forse sono stata troppo infantile con voi.
Sto per compiere diciotto anni e devo comportarmi da persona matura, e di certo non lo sono stata in questi giorni.
Mi dispiace di avervi fatto stare in pensiero per me, sono stata una incosciente.
Però vi ribadisco che non sono felice di sposarmi con Andrew, ma lo farò.
Devo assumermi le mie responsabilità.
Però sappiate che vi voglio bene....»

Negli occhi della regina scese una lacrima che non esitò ad asciugare immediatamente e il padre sorrise.
«Mi vorrete mai perdonare?»
La ragazza aveva lo sguardo rivolto verso il basso.
Il re e la regina si alzarono e si avvicinarono alla figlia.
Il sovrano era serio, impassibile.
«Sei stata infantile, incosciente, ci hai fatto stare male... nonostante tutto sei nostra figlia, ti perdoniamo, sei la cosa più preziosa che abbiamo, ricordalo...»

La principessa si alzò dalla sedia e in lacrime abbracciò i genitori.
Singhiozzò tra le loro braccia:«Mi dispiace.»

Matthew era nascosto dietro la porta ed aveva ascoltato tutto.
Voleva dare un avviso al re, ma aveva sentito Leila che si scusava  con i suoi genitori e di conseguenza rimase nascosto ad origliare.

Disse a bassa voce con il sorriso stampato sul volto: «Brava la mia Leila. Sapevo ce l'avresti fatta.»

***
Passarono i giorni e il compleanno di Leila si avvicinava.
Lei e i genitori si erano completamente riconciliati.
Con Matthew non parlava molto visto che erano entrambi occupati e se avevano un secondo libero, avevano il timore di essere scoperti.
Però una cosa era certa, ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, un'esplosione di sentimenti scoppiava in tutti e due.
I loro occhi si cercavano, si baciavano, facevano tutto quello che loro non potevano fare in quel determinato momento.

Quel pomeriggio Leila era nel suo immenso letto intenta a leggere un libro, come tutte le domeniche dopo la messa e il pranzo.

Qualcuno bussò alla porta e credendo fosse Marie per chiederle qualcosa di inutile tipo se volesse qualcosa da mangiare o altro disse: «Entra pure Marie.»

Leila non diede molta importanza e rimase con la testa nascosta dal libro e gli occhi immersi nella lettura.

Alla porta c'era Matthew con una rosa in mano.

Di soppiatto entrò e imitò la voce della cameriera anche se con pessimo risultato : « Sì sono venuta a chiederle se voleva mangiare carciofi a merenda.»
Poi scoppiò a ridere.
La voce con cui lo diceva era divertente, sembrava quella di una donna con la voce rauca, in realtà era ancora peggio di quello.

Royal love {#WATTYS2019}Where stories live. Discover now