Capitolo 15.

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Il sangue le si gelò nelle vene.
Una sensazione di terrore le attraversò l'anima.
Adesso cosa avrebbe dovuto rispondere?
Matthew era infastidito, e anche molto.
La guardava, doveva avere una risposta al più presto altrimenti sarebbe impazzito.

Leila prese coraggio.
«Ecco vedi... me lo aveva domandato e io come sai non potevo dire di no cioè perché non perché ma perché sono....» cercò di giustificarsi.

Matthew si irritò ancora di più.
«Fandonie! Ti piace non è così?»
Leila scosse il capo contrariata. Come poteva solo pensare una cosa del genere?
Adesso era lei che si stava innervosendo.
«Come solo puoi pensare che mi piaccia!»

«SEI COSÌ INGENUA! NON VEDI COME TI GUARDA?» Matthew alzò la voce.

«MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE MI PIACCIA!! TU STAI DUBITANDO DI QUELLO CHE PROVO PER TE!»
Aveva ragione.
Stava esagerando, ma questo non voleva dire che quel principe da quattro soldi non si prendeva gioco di lei.
Matthew diventò rosso in viso.
Strinse i pugni tanto che le nocche divennero bianche.
Si stava lasciando trasportare un po' troppo dalla rabbia.
Non era mai stato un tipo violento, non alzava mai la voce.
Ma quando si trattava di Leila, non lo sopportava. Non sopportava di vedere che la gente si prendeva gioco di lei. Era ancora troppo giovane per capirlo.
Quel cialtrone gliela stava facendo sotto il naso e lei non se ne rendeva conto.
Era questo che lo faceva imbestialire.

Rigirò il discorso.
«SCOMMETTO CHE TI STAVA PER BACIARE NON È COSÌ?»
Come aveva fatto ad indovinare?
Leila mentì.
«NO!MATTHEW AMMETTILO SEI SOLO GELOSO!!!!»
Geloso? GELOSO? Stava solo cercando di proteggerla. Da lui.
Non ci vedeva più dalla rabbia.
«Tu...tu... non capisci Leila! LUI NON È QUELLO CHE PENSI!!! IO NON SONO GELOSO!!! MALEDIZIONE LEILA! APRI GLI OCCHI! NON LASCIARTI INFLUENZARE DAL SUO BELL'ASPETTO! IO STO CERCANDO DI PROTEGGERTI!!!»

«MA IO NON NE HO BISOGNO MATTHEW!!»

«Tu credi di non avere il bisogno di essere protetta! Sei ancora giovane per capirlo!APRI GLI OCCHI!»

Tutti e due erano talmente arrabbiati che non sapevano più cosa si stessero dicendo.
La principessa non voleva più ascoltare nulla.

La fanciulla mormorò a bassa voce: «Vattene dalla mia stanza...»

Matthew non capì.
«Cos'hai detto?»

Leila abbassò lo sguardo.

«Vattene dalla mia stanza!!!»

Il servitore incredulo la guardò un istante.
Anche Leila fu sbalordita da quello che era uscito poco prima dalla sua bocca.
Non era mai stata così.
Nemmeno Matthew se era per quello.
Ma la paura di perdere l'altro suscitava in tutti e due un certo nervosismo.
Matthew se ne andò con la coda tra le gambe mentre Leila sbatté la porta non appena l'amato se ne era andato.
Si appoggiò a quest'ultima e scese a terra, in lacrime.

Per un momento pensò alle parole del padre che le aveva rivolto proprio quello stesso giorno.
"Devi crescere Leila" in fondo quello, anche se non esplicitamente lo aveva detto anche Matthew, o comunque lo aveva fatto trasalire quando le aveva detto che era ingenua.

Quel giorno era stato straziante.
Non vedeva l'ora di coricarsi a letto.

                                    ***

Era sul suo enorme letto intenta a leggere un libro.
Non riusciva a farlo, ogni volta che leggeva una riga i suoi pensieri si incentravano su altro.
Su Matthew e sul loro diverbio.
Chissà dov'era finito dopo essere uscito da quella porta.
Se l'era cercata dopotutto... si era presentato in camera sua e pretendeva anche spiegazioni?
Aveva riletto la stessa riga almeno una decina di volte.
Nulla. Non riusciva a concentrarsi.
Decise di chiudere il libro.
Guardò per un attimo il drappeggio del letto a baldacchino.

Bussarono alla porta.
Per un momento ebbe la speranza che fosse stato Matthew a bussarle, ma non fu così.
Era Andrew.

«Sono venuto a darti la buonanotte...» ci doveva riprovare in qualche modo.

Le diede un inaspettato bacio sulla fronte.
«Senti Andrew... quello che è successo oggi...»

Lui la zittì posandole un dito sul labbro inferiore.
Lei arrossì.
«Shhh... non ti preoccupare. Capisco che non mi conosci bene. Ti darò tutto il tempo per farlo. Manca ancora abbastanza al tuo compleanno.»

Leila annuì. Lui riusciva a comprenderla perfettamente.

                               ***

Dei rumori stavano provenendo dalla porta del terrazzo.
Erano piuttosto percettibili.
Qualcuno stava parlando li giù.
Qualcuno stava lanciando qualcosa alla porta.
Questo la fece svegliare.
Chi stava disturbando a quest'ora di notte?
Quella giornata sembrava non finire mai.
Erano all'incirca le undici.

Leila si alzò stropicciandosi gli occhi verdi e alzandosi piuttosto goffamente.
Ora riusciva a sentire anche la voce.
«Leila!!psss!! Leila!»
La persona continuava a lanciare delle palline di carta alla finestra.

Infastidita aprì la porta del terrazzo e parlando ad alta voce scandendo le parole.
«Insomma chi è che disturba a quest'ora?»

Poi guardò giù.
Non era altri che...
Matthew?
Cosa ci faceva lì a quell'ora sotto la portafinestra della sua stanza e perlopiù con un sorriso da ebete stampato in volto dopo la loro litigata?

«Siamo un po' nervosette principessina.» ridacchiò lui.
Leila era ancora più confusa.
Prima faceva il geloso e poi scherzava?
"Questo è un sogno." Pensò.
Si diede un pizzicotto.
No, non era un sogno.

«Che ci fai qui? Sai che ti possono vedere?» enunciò a semi sussurro la ragazza.

«Lo so. Ma volevo portarti in un posto.»
Leila era confusa.
Era tutto il giorno che la dovevano portare in "posti".
«Dai scendi» la incitò Matthew.

«Come faccio? Se esco dalla porta del palazzo mi vedono! E poi sono in camicia da notte!»
La fanciulla si guardò velocemente la camicia da notte di color giallo che le arrivava ai talloni.

«Ho una corda! Per la camicia, puoi venire anche così.»
L'amato le lanciò una corda.
«E io dovrei scendere con...questa?» domandò la ragazza guardando l'interlocutore.

Lui annuì.
«Nel caso cadessi ti prendo io...» la guardò con un sorrisetto.

Leila lo fulminò con lo sguardo.
Legò la corda alla ringhiera del terrazzo e scese.

Per l'ultimo tratto mancava un pezzo di corda e fece un piccolo salto.
«Dove vuoi portarmi?» aggiunse la ragazza una volta scesa.

«Segreto.»

Matthew la fece salire sul cavallo.
«Ah dimenticavo...» esclamò lui«Bendati.»
«Perché?»
«Non fare domande. Fallo e basta.» le porse una bandana nera ed ella se la mise.
Si aggrappò alla vita di lui e partirono.
Per tutto il tragitto non si parlarono.
***

Matthew la aiutò a scendere.
Le tolse la benda.
«Ecco ti ho portato...» disse.
La fanciulla si portò le mani alla bocca.
Per un momento lo sospettava.
«...Nella baia...»

Royal love {#WATTYS2019}Where stories live. Discover now