Capitolo 3.

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Leila quella mattina fu svegliata dal sole del crepuscolo che entrava dalla finestra.
Era seduta su una sedia,con la testa sulle spalle di Matthew.

Un momento... AVEVA LA TESTA SULLE SPALLE DI MATTHEW E LUI LA STAVA CINGENDO IN VITA O SI SBAGLIAVA?
Cercò di togliersi dalla presa del suo amico senza svegliarlo per quanto le risultasse impegnativo.

In un momento rammentò tutto quanto.
Ieri sera stavano parlando e guardando le stelle dalla finestra si erano addormentati.
Pensò a quanto fosse stato bello quella notte.
Stavano parlando delle due loro vite, di quanto fosse difficile per tutti e due condurle.
Matthew era nato da una famiglia povera e quando suo padre e sua madre morirono lui dovette cercarsi un lavoro e capitò lì, al palazzo.

Invece Leila era diversa. La sua vita perlopiù era diversa da quanto ella voleva.
Lei voleva essere libera. Aveva sempre odiato l'etichetta, quei balli, le cerimonie e tutte le altre cose futili(almeno per lei).
Non le era mai mancato nulla dalla vita.
Aveva la vita agiata che tutti avrebbero desiderato. Ma le mancava qualcosa.
Qualcosa che nessuno avrebbe potuto comprare...

Si ricordò pure quello che le aveva detto Matthew quella sera...

Lei continuava ad autocommiserarsi.
«Lo sai benissimo Matt. I miei vorrebbero che io fossi un'ottima regina,una futura madre,una guida per tutti.... io non sono in grado di sopportare tutto ciò.
Io non sono nessuno se non una povera diciassettenne.... sono inutile. Non servo a nulla.» disse la ragazza con il viso che fissava il pavimento.

Lui le alzò il mento con le dita per farsi guardare negli occhi.
La fanciulla arrossì. Fortunatamente non si notava al buio.
«Ehi.» la incitava a guardarlo negli occhi, ma lei continuava a guardare in basso «Guardami».
Lei alzò gli occhi per incrociarli con quelli dell'amico.
Pure al buio si notavano i suoi occhi color ghiaccio.

Il servitore continuò a parlare.
«Sai bene cosa ne penso io. Tu non sei inutile, riuscirai ad essere una buona sovrana.» si soffermò sull'ultima parola.
Deglutì. Faceva paura anche a lui, ma non doveva farlo vedere a lei, perché non doveva condizionarla. Ella doveva fare quello che sarebbe stata destinata a fare. Lui avrebbe solo dovuto incoraggiarla. A suo malincuore.
«Ci sono persone a questo mondo che ti vogliono più bene di quanto pensi.» quella frase lasciò intendere più di quanto ella capisse.

Continuava ancora a pensare a quelle parole...
Fino a quando  tornò al presente.

Doveva andare via dalla cucina.
Per fortuna era ancora abbastanza presto; Probabilmente erano le sei di mattina.
Non c'era alcun orologio lì per capire che ora fosse esattamente.

Leila rimuginò.
Ma se erano le sei di mattina le domestiche sarebbero dovute arrivare verso le sei e un quarto, massimo sei e mezza.

Doveva sbrigarsi: svegliare Matthew e andare nella sua stanza altrimenti se le domestiche la avrebbero trovata lì a dormire, pergiunta con Matthew sarebbe stata la fine.

Addio rapporti con Matthew, benvenuta prigionia.

Doveva subito farsi trovare nella sua stanza.
Però prima doveva svegliare Matthew.
Sussultò un secondo.

Fece con delicatezza.
Gli toccò la spalla scuotendolo con leggerezza.
Non si svegliava, Doveva sbrigarsi.
Iniziò a sussurrargli: «Matt... Matthew. Svegliati... »

Ad un certo punto il ragazzo aprì leggermente gli occhi.
«Che...ore? Sono?» Bofonchiò strofinandosi gli occhi ancora assonnati.

Leila si intenerì. Com'era dolce quando era assonnato.
«Sono le sei di mattina. Dobbiamo andarcene o saremo nei guai se arriveranno le domestiche.» affermò la principessa presa dal panico.

Matthew stava ritornando nel mondo reale abbandonando quello dei sogni.
In un attimo anch'esso serbò memoria di quello che era avvenuto la sera prima.
Sbadigliò.
Un istante dopo sobbalzò dalla sedia.
Quanto avrebbe voluto stare ancora lì a dormire.
Però Leila aveva ragione! Se non si fosse presentata nella sua stanza tra pochi minuti sarebbe stata in guai seri e lui di certo non sarebbe stato da meno.

Subito dopo esclamò: «Hai ragione! Leila è tardi dobbiamo andarcene!»
«È quello che ho appena det...» la fanciulla non poté continuare poiché Matthew la prese per mano per condurla fuori dalla cucina.

I due corsero alla porta per poi aprirla.
Non appena la aprirono però sentirono la voce del re.
"Accidenti! Proprio ora si doveva svegliare?" Pensò Matthew.
Si bloccarono sull'uscio.
I due avevano già capito. Si scambiarono un rapido sguardo.
Leila era sconfortata.
Sarebbe stata la fine.
Il suo sguardo si spense.
«E ora? Le domestiche ci troveranno e diranno tutto a mio padre o comunque se non saranno le domestiche sarà mio padre a vedermi. Quello sarebbe ancora peggio...»

A Matthew face rabbia vederla così e non poterla aiutare. Non voleva finisse nei guai.

Ad un certo punto al servitore venne un'idea.
Le alzò il mento con due dita, proprio come aveva fatto la sera prima.
I loro occhi s'incatenarono, le guance della fanciulla divennero di un roseo acceso, grazie all'imbarazzo.

«Ehi... non disperare» sussurrò all'amica «Tu rimani qui. Ci penso io. Quando tossirò due volte potrai sgattaiolare via. Io distrarrò tuo padre.»
Leila annuì.

Matthew varcò la porta e andò dal re.
La principessa guardava attentamente i gesti di Matthew per vedere quando poteva avere il via libera.
Ovviamente era nascosta dietro la porta per non farsi vedere.

Era così sicuro di se... Riusciva a mantenere la calma anche nei momenti difficili.

Il sovrano era in piedi davanti al trono per parlare con uomo.
Leila non lo aveva mai visto prima.
Non riusciva a capire di cosa stessero parlando perché le voci erano basse, come se dovessero eseguire tutto in segreto.
Per quel poco che riuscì a vedere, l'uomo in compagnia di suo padre era basso e con i capelli bianchi.
Aveva una giacca blu e le scarpe nere.

Matthew si interpose tra i due.
Tossicchiò per far notare la sua presenza.
Il re lo guardò con fare infastidito.

Il servitore si chinò.
«Sire, mi dispiace disturbare ma è successo un problema con i raccolti...» disse Matthew sicuro di sé.
Il sovrano annuì per poi scusarsi con l'uomo con cui stava parlando.

Andarono in un'altra parte della sala a parlare ove il re non poteva rivolgere  il suo sguardo alla cucina.

Matthew come promesso a Leila qualche minuto prima tossì due volte.
Poteva uscire.
Però doveva sempre fare in silenzio e con cautela, non fosse mai che suo padre la beccasse sveglia.
Arrivò alla sua stanza e sempre con molta attenzione aprì la grande porta.
Entrò tirando un sospiro di sollievo.

Si distese sul letto come se nulla fosse successo.
Non riusciva a togliersi dalla testa quell'uomo misterioso che parlava con suo padre.
Chi era? Cosa voleva?

"Non sarà stato nulla di importante" continuava a ripetersi.
Comunque sia, avrebbe dovuto ringraziare Matthew per quello che aveva fatto, era stato veramente carino con lei.
Se non ci fosse stato lui, sarebbe finita nei guai.

Anche questa volta era stata salvata da Matthew.

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