Capitolo 19.

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La principessa si scusò con il principe per poi andarsene nella sua stanza.
Andrew non la rincorse, sapeva bene quello che l'affliggeva.
La lasciò sola. Eppure si sentiva tremendamente in colpa a farla sentire così, in fondo era colpa sua.
L'amava così tanto che non voleva lasciarla andare, ma nel frattempo la aveva fatta soffrire.

Leila si lasciò cadere sul letto, affranta.
Il suo viso si riempì di mille goccioline che uscivano dagli occhi verde smeraldo e ricadevano nel letto.

Doveva piangere, sfogarsi, lasciarsi andare.
Non ce la faceva più, ora le sembrava tutto inutile.
Voleva solo essere inghiottita da una voragine che magicamente compariva nel terreno.
Scomparire dal mondo.
Oramai senza di lui nulla aveva senso.

Non singhiozzava, piangeva in silenzio, non voleva farsi sentire, come aveva fatto per tutto quel tempo con i suoi sentimenti, voleva tornare a metterli in silenzioso, senza fare rumore.
Non era mai stata cosi vulnerabile, era sempre stata forte, ma si sa, anche i forti, prima o poi, crollano.

Aveva il viso affondato tra i cuscini del letto, benché aprisse gli occhi vedeva nero, nero, come quello che provava in quel momento.
Sollevò il volto. Vedeva tutto sfocato.
Le lacrime le offuscavano la vista.
Non aveva mai pianto così in tutta la sua vita.

Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, ora ci vedeva meglio.
Erano passati all'incirca dieci minuti.

Doveva riprendersi, essere forte, per una volta doveva farlo per se stessa, cercare di essere felice. Ma era difficile.
I ricordi dei momenti con Matthew si facevano sentire.
Era passato poco dal loro ultimo contatto, eppure pareva un secolo dal momento in cui erano più distanti che mai.
Non avevano mai litigato così, sì, per cose futili, ma non in quel modo.
Si era accorta che lui le serviva più di quanto ella pensasse.

Solo che lui, forse, voleva lei.
Per una volta ebbe dubbi, anche se infondati.
Questo faceva molto male.
L'amore che professava nei confronti di Matthew era forte, molto forte.

Accennò un debole sorriso, le mancava il vecchio Matthew.
Ricordava ancora i giorni in cui lui e lei si rincorrevano nei giardini del palazzo.
Un giorno erano andati al di fuori, scavalcando i cancelli reali.
In realtà lui era piuttosto scettico, ma lei lo aveva fatto mille volte...
Oppure quella volta che lui la aveva portata in paese per la prima volta... quando la aveva fatta scendere ci fu stato il contatto tra le loro mani, anche se per poco. Quanto imbarazzo.

Le mancavano quei tempi.
Matthew aveva sempre fatto parte della sua vita, prima come amico e poi come....
Stava per rimettersi a piangere.
No. Non poteva.

Aprì l'armadio per cambiarsi d'abito.
Scorse qualcosa in fondo ad esso.
Lo prese in mano. Era impolverato.
Sembrava un libro.
Scostò la polvere con la mano.
Sgranò gli occhi.
Era fatto di cuoio rosso e i fogli erano ingialliti.
Non era un libro, era il suo diario segreto di quando aveva nove anni!

Non se lo ricordava nemmeno più.
Quando aveva nove anni fino ai dodici, scriveva un diario segreto, per lei era come il suo migliore amico, anche perché adorava sfogarsi scrivendo, sebbene fosse gentile con tutti non aveva amici, l'unico suo vero amico  era... non ci doveva pensare, anche se era impossibile non pensare ai suoi occhi che l'avevano colpita sin dal primo attimo in cui lo aveva visto.

Una lacrima le solcò il viso, poi un'altra e un'altra ancora.
Era arrabbiata con lui, era triste con lui, era delusa con lui, era dispiaciuta con lui...

Fece un sospiro.
Lo aprì.
Aveva iniziato a scrivere esattamente il primo giugno del 1723, il giorno dopo del suo nono compleanno, quando glielo avevano regalato.

"1.6.1723
Caro Diario,
Sono Leila, ho appena compiuto nove anni ieri.
Ormai sono grande.
Mi piace molto leggere e scrivere.
Sinceramente non so proprio cosa dirti, forse però qualcosa c'è.
Non ho nessun amico, io cerco di essere gentile con tutti, ma nessuno mi vuole, sono piccolina sì, in confronto a tutta la servitù, ma in assenza di bambini al palazzo non ho altra scelta.
Non ho fratelli né sorelle, anche se i miei li vorrebbero, e forse anche io.
Adoro arrampicarmi sugli alberi, mi piace tanto.
Quando lo faccio mi sento me stessa e vorrei fuggire da tutto e da tutti, ma i miei se lo scoprissero mi riproverebbero duramente.
Penso proprio che mamma e papà hanno fatto bene a regalarmi questo quadernetto sul quale posso scriverti tutto.
Mi serve immensamente più di quanto pensassi.

La tua, Leila"

"15.8.1723
Caro Diario,
Te lo avevo detto che non avrei scritto molto, ebbene, è da un bel po' che non ti scrivo.
Sai, mio padre è strano ultimamente, pure mia madre, no, mia madre lo è sempre stata.
Mio padre dice che è difficile amministrare il regno e suo fratello non lo aiuta.
Vorrei tanto fare qualcosa.
Ma non so cosa.
Tu cosa mi consigli?
Giusto, non puoi rispondermi.

Non molto tua, Leila."

Saltò alcune pagine.
Arrivò alla pagina dove parlava del suo undicesimo compleanno.
La lesse.

"31.5.1725
Caro Diario,
Oggi compio undici anni, sono così contenta, ma allo stesso tempo sento che sto crescendo e mi sento le responsabilità addosso.
Ho paura di quello che mi attenderà in futuro.
Mio padre oggi sembrava malinconico, mi guardava con aria triste.
Mi ha detto testuali parole che mi hanno lasciato molto colpita : " Figlia mia, se avrai dei figli, un giorno, rendili felici. Non fare scelte sbagliate di cui potrai pentirtene."
Mi ha lasciata molto perplessa.
Nonostante questo, oggi è arrivato lo zio Filippo e mi ha portato una bellissima collana di perle.

La tua amica, Leila."

"Povera piccola me, non sapeva ancora il destino che mi attendeva..." pensò.

Passò a una pagina che la colpì molto.

"11.4.1726
Caro Diario,
Oggi ho letto un libro che parlava di una ragazza alla quale era morto il padre e quindi doveva subire le angherie della matrigna e le sorellastre.
Alla fine però si è sposata con un bel principe; Cenerentola, mi pare si chiamasse.
Vorrei anche io sposarmi con un principe che mi ami, non un matrimonio composto, ma penso che papà non mi farà sposare con uno che non conosco, vero?
Vorrei sapermi scegliere io il mio principe azzurro, ma penso sia alquanto difficile.
L'amore a questi tempi non esiste. Quello vero intendo.
Il mio principe ideale sarebbe alto, capelli neri e gli occhi così belli che ti ci perdi solo a guardarli. Quelli che ti rapiscono dal primo istante, così penetranti che non puoi fare più a meno di pensarci.
Ma penso non esista nessuno così.

Arrivederci,
Leila."

Una lacrima le solcò il viso, per l'ennesima volta. Se l'asciugò all'istante.
Quella descrizione assomigliava tanto a Matthew.
Per un momento aveva trovato il suo "principe azzurro", ed era così.
Solo che lui non era un principe.
Non era un principe come titolo, ma lo era dentro.

Royal love {#WATTYS2019}Where stories live. Discover now