✿ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟕 - 𝐆𝐄𝐋𝐀𝐓𝐎 𝐄 𝐏𝐀𝐑𝐎𝐋𝐄

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Quel discorso che Soomin aveva fatto rimbombava in continuazione nelle orecchie di Jimin: era stato come se avesse messo da parte tutta la tensione avvertita e come se avesse preso un respiro profondo per dire qualcosa di sensato e tranquillo che ...

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Quel discorso che Soomin aveva fatto rimbombava in continuazione nelle orecchie di Jimin: era stato come se avesse messo da parte tutta la tensione avvertita e come se avesse preso un respiro profondo per dire qualcosa di sensato e tranquillo che potesse calmare l'animo inquieto del maggiore.

Lo aveva chiamato "oppa".

E Jimin non se lo era aspettato.

Infatti, aveva pensato che per un attimo Soomin fosse stata in grado di notare il modo in cui si era mostrato sorpreso, confuso e anche compiaciuto: era da un sacco di tempo che lo doveva chiamare "oppa", quindi era stato veramente strano per lui sentire quella parola così all'improvviso.

Dopo quella lunga guerra fredda.

Jimin non sapeva se Soomin gli aveva detto quelle cose soltanto per tranquillizzarlo e lasciar perdere o se veramente era intenzionata a lavorare di più su se stessa per ricominciare da zero, fatto stava che dopo quella breve conversazione si era sentito comunque strano.

Troppo.

Il pomeriggio di quella stessa giornata fu identico a tutti gli altri: sebbene la corvina avesse provato a tenere Jimin tranquillo e buono, non aveva dimostrato subito qualcosa di diverso.
Era rimasta dentro la sua stanza, senza dare segni di vita o senza nemmeno provare a fare qualcosa per fargli capire che stesse bene.

La verità era che Soomin un po' pensava che quella conversazione con Jimin la stava smuovendo piano piano, quasi come se il suo subconscio stesse reagendo per farle fare qualcosa di diverso: era quasi come se fosse troppo consapevole di aver creato una distanza così grande tra lei e il maggiore.

Tuttavia, c'era un problema che Soomin non voleva ignorare: qualsiasi cosa avesse detto a Jimin, in qualsiasi modo si fosse comportata, come avrebbe fatto a non essere fraintesa?

Se avesse voluto sorridere a Jimin, come avrebbe fatto a non incriminare i suoi sentimenti?

Dopo continue e asfissianti riflessioni, la giovane decise di abbandonare il suo covo per andare in cucina e prendere qualcosa da mangiare per merenda: aveva ignorato fin troppo il suo stomaco implorante che stava brontolando da qualche minuto.

Cercò di non fare troppo rumore e scese rapidamente le scale per dirigersi proprio in cucina e aggredire la credenza: voleva prendere una coppa per poterci riporre un po' di gelato e gustarselo tranquillamente, senza dover per forza fare dei pensieri esageratamente pesanti.

Nel momento in cui tirò fuori la vaschetta del gelato, aprì gli sportelli della credenza per arraffare quella coppa, ma sbuffò sonoramente nel momento in cui si accorse che era stata sistemata su un ripiano alto, troppo per la sua statura.

Dopo aver sbuffato sonoramente, decise di fare tutto usando il suo solo ingegno: prese una sedia e la posizionò perfettamente sotto la credenza per poterci salire e prendere autonomamente ciò che le serviva per mangiare.

✿𝐒𝐓𝐄𝐏𝐁𝐑𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 [𝐏𝐚𝐫𝐤 𝐉𝐢𝐦𝐢𝐧]Where stories live. Discover now