Capitolo 6

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Che cosa mi sta sfuggendo? Mi pare tutto troppo strano. Perché dovremmo stare lontani?

La mia mente era decisamente più in attività del mio corpo, quella mattina. Correvo a fianco alle ragazze, tutte e tre incuranti del fatto che l'insegnante di educazione fisica stesse segnando i tempi di arrivo una volta finiti i giri di campo.

- E tu, Jade? Sei pronta? - Jenni si appoggiò alla mia spalla. Correvamo così lente che i ragazzi ci avevano superate per la terza o quarta volta.

- Uhm? - cercai di capire a cosa si riferisse, ma ormai era abbastanza evidente che cadevo dalle nuvole.

- Svegliaaa! - Jenni mi schioccò le dita davanti agli occhi.

- C'è la verifica di matematica alla prossima ora. Te ne sei dimenticata? - ansimò Arianna. Anche a quel passo faceva fatica a starci dietro.

- No, no, me lo ricordo, sì!

- Sì, sì, sembra proprio che tu non abbia altro in mente! - ridacchiò Jenni. Le risposi con un sorrisino per dirle gentilmente "pensa per te" e lei fece spallucce. La verità era che non avevo nemmeno idea degli argomenti che avrei dovuto studiare per la verifica. Arianna, inoltre, era piuttosto gelosa delle sue capacità e non mi avrebbe lasciato copiare, il che era l'equivalente di un "mamma, un quattro non è poi così male, posso recuperarlo facilmente". Ma mi importava poco. Nathan era diventato un pensiero fisso e la matematica di certo non era più interessante della sua mano sul mio viso. All'inizio avevo pensato che la nostra ultima conversazione mi avesse dato qualche risposta; ma ben presto capii che era servita solo a mettermi ancora più in confusione.

- Su su su, forza ragazzi! - il professore urlava ai più lenti dalla sua postazione. Più della metà della classe aveva già finito tutti i giri di campo; compreso Nate. Sembrava particolarmente in forma quella mattina, la sua energia contagiava chiunque gli stesse vicino. Faceva finta di prendersi a pugni con Mirco, erano così immedesimati nella scena che a momenti poteva essere un incontro di box, circondati com'erano dagli altri ragazzi. Quando noi tre, per ultime, arrivammo alla fine dell'ultimo giro, suonò la campanella.

Tutti si avviarono velocemente agli spogliatoi, e alcuni presero le loro cose senza nemmeno cambiarsi, tanto avevano fretta di occupare i posti migliori per la verifica. Jenni era schizzata fuori dallo spogliatoio femminile, mentre io e Arianna dovevamo ancora toglierci la tuta da ginnastica. Poco dopo, lasciai Ari alle macchinette.

- Ho assolutamente bisogno di un caffè - mi disse, guardando l'ora. - Non preoccuparti, tanto lo sa che abbiamo ginnastica prima della sua lezione - sorrise, premurosa.

Salendo le scale, piena di cose tra zaino, giacca, cellulare e inutili appunti volanti, sentii la voce di Nate, ma non riuscii a distinguere le parole del suo discorso. Arrivata in cima, incuriosita, rimasi nascosta dietro al muro scrostato per scoprire con chi stesse parlando. Mi sporsi leggermente nella direzione da cui proveniva la voce, facendo attenzione a non far cadere tutto ciò che avevo in mano. 

Il professore di matematica era girato di spalle e aveva un plico di fogli sotto braccio, probabilmente le nostre verifiche. Nathan troneggiava su di lui, decisamente più alto e robusto. Il suo sguardo, però, si alzò subito nella mia direzione e incontrò i miei occhi indagatori. Mi ritirai di scatto dietro al muro, trattenendo il respiro, sperando inutilmente di non aver fatto una delle mie solite figuracce. Arianna salì le scale strascicando la felpa per terra, era concentrata a raccogliere i residui della schiuma del cappuccino col cucchiaino di plastica.

- Perché sei ancora qui? - mi chiese, prima di inciampare sullo zaino che avevo abbandonato sullo scalino più sotto. - Maledizione, Jade! -

Soffocando una risata, la aiutai a rimettersi in piedi.

ADULARIA - La LeggendaWhere stories live. Discover now