Capitolo 23

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Aspettai che fosse mio padre a fare il primo passo. Incurvato in avanti, gli arti come linee spezzate lungo il corpo rigido, era irriconoscibile; e il gorgoglio che uscì dalle sue labbra, sottili quanto le mie, mi fece rabbrividire. Avevo paura. Paura di lui, di ciò sarebbe potuto succedere. Paura di non riuscire a reagire. Le stesse paure che avevo provato poco prima, rivivendo i miei ricordi. Le stesse che avevo sempre provato, in ogni situazione simile che si verificava.

La sua velocità e scaltrezza mi presero alla sprovvista. In un lampo me lo trovai davanti, la sua figura padroneggiava la mia, gli occhi vitrei di chi, caduto nel vuoto, non è più in grado di ritrovarsi. Altrettanto imprevista fu la sua mano sul mio collo. Scattò col braccio dritto nella mia direzione, avvolse le dita sulla mia pelle, e iniziò a stringere come se fossi un giocattolo. Singhiozzai. Mi aggrappai al suo polso, cercai di spingerlo via, ma sembravo essere troppo debole. E lui, all'opposto, sembrava avere una forza infinita.

- Non sarai mai degno del nostro nome - pronunciò ogni parola con una rabbia graffiante. - Hai deluso tutta la tua famiglia, non te lo perdoneremo mai. Vergognati! - urlò. La sua stretta si fece più forte, respiravo a mala pena, raschiavo ogni inspiro e sentivo la paura del rimanere presto senza aria mordermi il petto. Mi resi presto conto che non stava parlando con me. O meglio, che non si riferiva a me.

- Papà - gemetti - sono io -

- Tuo fratello prenderà il ruolo che gli spetta, non importa che non sia il primogenito. Almeno lui non ha disonorato il nostro nome! - la rabbia cresceva, la sua stretta pure. Mio padre viveva le gesta di qualcun altro. Non erano ricordi miei, e sfidavo fossero i suoi, dato che lui di fratelli non ne aveva neanche uno. Non rimaneva che Cayenne. E se fossero davvero stati i suoi, di ricordi?

- Mi hai chiamato Jade - sussurrai, sperando di arrivare al mio vero padre - perché Giada era troppo banale - sentii le sue dita alleggerire la tensione, così proseguii: - Mi hai insegnato ad andare in bicicletta, mi facevi fare i tornei di calcio con i ragazzi più grandi di me - i polmoni mi bruciavano nel petto, la mia gola arsa voleva tossire a tutti i costi, ma dovevo parlare ancora.

- La mamma è sempre arrabbiata perché ho preso più da te che da lei. Ho scelto questa scuola seguendo i tuoi consigli - accavallavo argomenti uno sull'altro, senza una logica; mi serviva solo portare a galla qualsiasi momento passato insieme, così da fargli capire chi ero. Avvicinai la mia mano alla sua, ancora issata sulla mia gola - e lo so che non parliamo più tanto. Che tante volte ti arrabbi, e io ti rispondo male, - il suo braccio si fece debole - ma sei sempre mio padre. E ti aiuterò a guarire, se me lo permetterai. Guariremo insieme - annaspai rumorosamente, cercando di riempirmi i polmoni il più possibile. La sua mano ora era una carezza sulla mia pelle pallida, ma non sembrava voler lasciar perdere una volta per tutte.

- Padre - una nuova sagoma era comparsa dietro di lui - è abbastanza così - la voce era bassa, ferma e pacata. Un viso largo mostrava occhi scuri, guance olivastre, un naso serio e dritto. Ma l'immagine sembrava sfocata, così dedussi che non era reale come mio padre, faceva solo parte del ricordo.

Un dolore acuto mi incendiò il viso e si trasferì subito al petto, quando mio padre mi tirò un poderoso schiaffo. Sentivo il cuore in frantumi, insieme ad una cascata di emozioni incontenibili. Rabbia, gelosia, delusione. Invidia. Ma non erano i miei sentimenti. Il confine tra reale e immaginario era così sottile, che se non si prestava un'attenzione meticolosa ai dettagli, si rischiava di cadere nella trappola e di rimanerci incastrati. Era questo quindi il gioco di Cayenne, voleva intrappolarmi nei miei stessi ricordi, e una volta successo lui mi avrebbe sbattuto fuori dalla sua mente senza nessuna fatica. Ed io sarei rimasta confinata nel mio passato, e chi lo sa se mi sarei mai risvegliata, chi lo sa se ne sarei mai uscita viva.

ADULARIA - La LeggendaWhere stories live. Discover now