Capitolo 13

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Il locale era piuttosto piccolo, luci al neon viola e azzurre serpeggiavano sul soffitto, odori stantii, di alcol, di fumo, si accumulavano tra i miei capelli crespi. Arianna, seduta accanto a me, si rigirava un drink tra le mani, piuttosto nauseata, mentre Claudia flirtava con uno dei baristi, appoggiata al balcone a un paio di metri di distanza da noi.

- Vado in bagno, aspettami qui - dissi ad Arianna, battendole due colpetti sul braccio per assicurarmi mi avesse sentita. Non so se reggerà un altro bicchiere, pensai. - Faccio presto - aggiunsi, un po' preoccupata di lasciarla sola.

Mi feci largo tra la folla, sbattendo contro persone e sgabelli da bar che per poco non erano più alti di me.

- Cavoli, stai bene? - un ragazzo mi tenne in piedi prendendomi dalle spalle, dopo avermi travolta nella velocità con cui si avvicinava al balcone.

- Sono i miei vestiti a non stare bene - risposi con tono aspro. Il bicchiere che teneva in mano era caduto nell'impatto, versandomi l'intero contenuto sulla maglia che Claudia mi aveva fatto mettere - perché non le piaceva la mia - e sui miei jeans preferiti. - Maledizione - borbottai tra i denti.

- Aspetta, tu sei la ragazza di stamattina... Jade - alzai lo sguardo, riconoscendo solo allora la voce del ragazzo.

- Oh. Wow. Tu... - non riuscivo a ricordarmi il suo nome, ero troppo stanca e arrabbiata per riuscire a rielaborare i fatti.

- Devis, sono Devis. Ti sei già dimenticata di me? - il ragazzo ridacchiò, per nulla offeso dal fatto che sì, mi ero già dimenticata di lui.

- No, no, sono solo... confusa, non mi aspettavo di trovarti da queste parti - dopo aver fatto scorrere lo sguardo al locale, piantai gli occhi sulla maglietta bagnata che mi stava raffreddando lo stomaco - Ora devo fare in modo che i miei vestiti si dimentichino velocemente del tuo drink, invece, se no mi rimangono le macchie.

- Già, a proposito, scusa, mi dispiace davvero - Devis si grattò imbarazzato la testa, scompigliando i capelli visibilmente morbidi.

- Nessun problema, me la caverò in qualche modo - dissi, avviandomi verso il bagno.

- Aspetta, tieni questa - Devis si tolse la felpa restando in maniche corte, e me la porse. Probabilmente arrossii quando all'alzarsi delle braccia il suo addome rimase per qualche attimo scoperto, ma ero troppo accaldata dai drink bevuti per accorgermene. - Così almeno ti puoi togliere la maglia. Non puoi stare bagnata tutta la sera, ormai è inverno fuori, ti prenderai un malanno -.

Cercai di pensare in fretta ad una soluzione migliore, facevo fatica a fidarmi persino di chi conoscevo da anni, figuriamoci di un ragazzo incontrato per strada solo quella mattina. Ma, quando adocchiai il mio riflesso su una targa a specchio appesa al balcone, capii che non avevo altra scelta: dovevo accettare il suo aiuto.

Quando uscii dal bagno, dopo essermi data più o meno una sistemata, trovai Devis che mi aspettava.

- Allora, immagino tu sia qui per far passare quegli occhi gonfi e lucidi - disse, sempre in tono gentile, finché tornavamo in mezzo alla folla. Dovevo trovare Arianna e assicurarmi che stesse bene.

- Diciamo di sì.

- Un ragazzo?

- Santo cielo, è davvero così scontato? - sbottai, buttando fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni.

- Scusa - Devis si scompigliò nuovamente i capelli, sempre con quell'aria di dolce imbarazzo ad avvolgerlo.

- No, scusami tu, sono parecchio nervosa - sospirai.

Quando arrivammo alle poltroncine in cui avevo lasciato Arianna, l'unica cosa rimasta era il suo bicchiere. Fortunatamente ancora mezzo pieno. Allungai il collo setacciando il locale, ma la gente era così tanta che non sarei mai riuscita a vederla da lì. Non c'era ombra nemmeno di Claudia, al balcone. Ma dove sono andate, pensai.

ADULARIA - La LeggendaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora