01. Mal di testa e dolce sorriso.

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Canzone per il capitolo:

Never Say NeverThe Fray.

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Harry's Pov.

London 2015; 02:45 a.m.

Esco dall'edificio rabbrividendo per il freddo pungente di Londra e ridacchio sedendomi sugli scalini freddi poggiando la bottiglia ormai vuota di birra e ripensando alla battuta di Liam di qualche minuto prima. Non mi piace bere ed ubriacarmi, ma in questi ultimi giorni è stato impossibile non farlo. I miei amici non mi avrebbero lasciato in pace se non avessi bevuto almeno qualche bicchierino. Sospiro stanco e poggio i gomiti sulle ginocchia massaggiando la cute, spettino i capelli ormai troppo lunghi per i miei gusti e ridacchio senza un motivo apparente, pensando al fatto che abbia i capelli così lunghi solo perché la Modest mi vieta di tagliarli. Dicono che i fans amano i miei capelli ed io da bravo cagnolino che sono acconsento a qualsiasi richiesta essi mi impongano, senza lamentarmi. D'altronde, l'accordo prevede questo e visto il successo avuto in questi anni, il problema dei miei capelli troppo lunghi passa di gran lunga in secondo piano.

La musica rimbomba anche fuori dall'edificio e la mia testa ne segue il ritmo causandomi un mal di testa atroce e, quasi, l'intenzione di scappare senza avvisare nessuno dei ragazzi inizia a brulicare dentro di me

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La musica rimbomba anche fuori dall'edificio e la mia testa ne segue il ritmo causandomi un mal di testa atroce e, quasi, l'intenzione di scappare senza avvisare nessuno dei ragazzi inizia a brulicare dentro di me. Non che la vita di adesso mi faccia schifo, ma a volte è così stressante dover partecipare alle feste, ai gala e a tutti gli avvenimenti, solo per annoiarsi qualche minuto dopo, non avendo la benché minima idea di cosa fare se non sorridere come un deficiente, facendo finta di ascoltare qualche aneddoto di gente famosa di calibro superiore al mio. Dire di essere stanco di questa vita è un eufemismo, più che altro mi mancano molte cose che non posso fare adesso. Come semplicemente scappare via da qui senza avvisare nessuno e invece, se avessi intenzione di farlo, dovrei in primo luogo avvertire i miei bodyguard, nascondermi dagli occhi indiscreti e aspettare che gli altri si decidano a seguire il mio desiderio. 

È una vita tanto bella ed eccitante quanto uguale e monotona. E a me non piace la monotonia.

Apro gli occhi che, per un paio di minuti, sono rimasti socchiusi udendo una voce. Mi guardo intorno non notando nessuno e abbasso di nuovo il capo scuotendolo leggermente, stavolta guardo le mie scarpe nere con interesse.

Alzo il capo di scatto udendo la stessa voce e stavolta riconosco un timbro femminile, guardo a destra e a sinistra ma senza nessun risultato.

«Sto diventando pazzo» giungo ad una conclusione ridacchiando.

Non credo sia normale sentire voci inesistenti ma inizio a supporre che l'alcol giochi brutti scherzi.

Una dolce risata riecheggia nel silenzio della notte, mi acciglio subito dubitando fortemente che stavolta sia stato l'alcol il fattore principale dei miei problemi. Sollevo gli occhi focalizzando la casa di fronte a questa e quasi rimango folgorato non appena la vedo

Una ragazza sta seduta sul davanzale di una finestra con gli occhi fissi sulla mia figura mentre ride. I lunghi capelli neri posano sulle sue spalle coprendo il suo viso e la sua esile figura, dalla scarsa luminosità non riesco a vedere il colore dei suoi occhi ma i tratti del suo viso riesco a vederli, come il suo fisico asciutto e magro che viene messo in risalto dalle sue gambe snelle stese e accavallate, il resto rimane coperto da un maglione grigio mentre il suo viso sembra piccolo e delicato.

« Non ti diverti?»

La sua voce esce dalle sue labbra dolce e delicata e quasi mi do dello stupido quando la paragono al cioccolato al latte fuso. Sbatto le palpebre un paio di volte riprendendomi dallo shock per la sua bellezza. Sorrido e poggio la testa sul palmo aperto della mia mano. «Vuoi che ti riveli un segreto?»

Annusce poggiandosi al muro dietro di lei con un piccolo sorriso sulle labbra piene.

«Preferirei andare a dormire in questo momento» confesso pizzicando i jeans neri guardandola di sottecchi.

Ride chiudendo un libro o un'agenda poggiata sulle sue gambe e giuro, non credo di aver mai visto una ragazza così bella in tutta la mia vita. E si sa che con il mio lavoro, di ragazze, ne vedo a bizzeffe.

« E perché sei ancora qui? Non hai l'aria di qualcuno che ama la vita notturna» afferma quasi a voler capire se sia realmente così, curiosa.

Rimango incantato dal suono della sua voce e bramo di avvicinarmi in questo momento solo per guardarla attentamente, maledico persino il fatto che sia notte, poiché non riesco a specchiarmi nel colore dei suoi occhi. Penso a questi ultimi e mi domando se siano neri come la pece o azzurri come il cielo, castani caramellato o verde bosco.

« Secondo te, sono il tipo?» la riprendo, curioso di sapere.

I miei occhi cadono sulle sue dita che giocano distrattamente con il bordo dell'agenda e rimango ipnotizzato, rimango ipnotizzato da tutto quello che fa in quei pochi minuti. Alzo lo sguardo solo quando inizia a parlare.

«Credo che tu non sia il tipo, se no saresti dentro ad ubriacarti e divertirti con i tuoi amici. Ho la netta sensazione che non ti piaccia molto la vita mondana o movimentata eppure sei qui, ubriaco e all'apparenza stanco. Sembri.. costretto?». risponde, quasi intimidita, poiché ciò che fa dopo è mordicchiare la matita che solo ora mi sono reso conto tiene in mano. « Ma non ti conosco e magari mi sbaglio, chissà.» aggiunge subito dopo alzando gli angoli della bocca in un sorriso timido.

Non sembra che mi abbia riconosciuto e mi stupisce. Il mondo intero conosce me, i miei compagni e le nostre canzoni eppure lei sembra all'oscuro di quello che ogni giorno i media, i giornali o solamente le notizie sui social riportano su di noi.

Rimango forse più sconvolto del semplice fatto che, senza conoscermi, abbia capito. Abbia capito qualcosa di me.

« Come ti chiami?» chiedo interessato, trepidante.

Sorride e ricambia non appena pronuncia il suo nome. Semplice e dolce, proprio come lei.

« Cheryl».

Sobbalzo e mi volto verso la porta d'ingresso udendo la voce di Zayn che ubriaco fradicio mi chiama. Avvolge il suo braccio attorno le mie spalle ma velocemente mi divincolo dalla sua presa voltandomi verso Cheryl.  Rimango deluso, però, quando di lei non rimane nessuna traccia. È scomparsa in un attimo, come l'alcol ingerito fino a mezz'ora fa.

Solo quando è venuto Zayn mi sono reso conto che, effettivamente, è passata mezz'ora.

« Andiamo via Harry, Paul sta arrivando, nel frattempo vado a riprendere gli altri.» ridacchia inciampando, « Sempre.. sempre se riesco ad arrivare di là.» biascica in fine. Si allontana, poi, scomparendo nel buio della casa.

Rimango lì, inerme, deluso che la ragazza sconosciuta ma dal nome dolce e delicato, sia scomparsa nel nulla.

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SIGN OF THE DESTINY |H.S.|Where stories live. Discover now